UNIONE DEI COMUNI DELLA BASSA VALLE, PLANO APRE A FERRENTINO: “NON CI OCCUPEREMO PIÚ DI TAV, MA RIMANIAMO UNITI”

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di FABIO TANZILLI

La questione Tav, e non solo, rischia di spaccare in due l’Unione dei Comuni in Valle di Susa. Si é aperta una fronda nei paesi della bassa Valle, con regista il consigliere provinciale del Pd e sindaco di Sant’Antonino Antonio Ferrentino, alleato con altri quattro Comuni Sí Tav e del centrodestra (Susa, Borgone, Condove e Rubiana), e a cui si unirebbe anche Almese, amministrato da un altro sindaco del Pd (Bruno Gonella). Hanno deciso di non aderire all’Unione dei Comuni proposta da Plano e dagli altri amministratori, con l’intenzione di creare un ente parallelo, che ai numeri rappresenterebbe oltre la metà dei residenti della bassa Val Susa. A meno che gli amministratori dei Comuni No Tav non facciano un passo indietro, e l’Unione rimanga un ente politicamente neutro rispetto alla Torino-Lione, senza un ruolo guida e rinunciando ad esporsi, come invece aveva fatto finora la Comunità Montana: “In questi quattro anno di presidenza Plano, si sono rovinate le relazioni tra i sindaci e ci si é dedicati solo alla Tav – accusa Ferrentino – l’Unione dei Comuni non deve fare politica e occuparsi di Torino-Lione, a quello ci pensano i singoli sindaci”. Altra questione riguarda il finanziamento dell’Unione: i cinque Comuni della fronda non sono d’accordo nel criterio che i paesi con più abitanti debbano mettere più soldi per sostenere le spese del nuovo ente. L’aut aut di Ferrentino é chiaro: “Non vogliamo avere niente a che fare con Perino, Askatasuna e gli altri – dice – l’Unione della Bassa Valle deve pensare ai servizi locali, agli asili nido e ai cittadini. Se Plano e gli altri non accettano, ne creeremo una nostra, autonoma da loro”. Con il rischio di indebolire notevolmente il peso della Valle di Susa. Ed é proprio per questo che Plano apre uno spiraglio a Ferrentino, per scongiurare la divisione della Bassa Valle in due piccole Unioni: “Se c’é da fare un passo indietro sulla questione Tav per mantenere l’unità dei Comuni, lo faremo – promette – non si può pregiudicare la nascita di un ente così importante, barricandosi su questa vicenda”. Secondo Plano “sono Ferrentino e gli altri Comuni Si Tav a voler far un’operazione politica per indebolire il movimento istituzionale contro la Torino-Lione. Guarda caso, a parte lui, la fronda é composta da tutti i sindaci del centrodestra”. La prossima settimana, giovedì 14 novembre, si terrà una riunione decisiva per evitare la spaccatura: “Scriviamo pure sullo statuto che l’Unione non deve fare più politica e che non dobbiamo più occuparci di Tav – aggiunge Plano – io non sarei d’accordo, ma mi adeguo per evitare divisioni. L’importante é che poi si lavori insieme sui temi come l’assetto idrogeologico, i servizi associati e per favorire l’occupazione. Già l’alta Val Susa si é spaccata in due Unioni, e anche la Val Sangone fa da sé. É incredibile: da una sola Comunità Montana, rischiamo di avere addirittura 5 Unioni dei Comuni diverse nelle Valli, alla faccia della riduzione della spesa e al taglio delle poltrone”. E prima di finire l’intervista, Plano lancia due stoccatine: “É assurdo che proprio Ferrentino ora sia contrario al ruolo di rappresentanza politica, quando é stato proprio lui, anni fa quando era presidente, a rafforzare il ruolo della Comunità Montana, e proprio per opporsi alla Tav…così come sarebbe anche assurdo che dei sindaci ormai in scadenza di mandato, come lui, decidano di spaccare la bassa valle, con conseguenze almeno per i prossimi dieci anni…”.Quindi in futuro chi organizzerà come ente istituzionale le marce No Tav? “Se non potremo più farlo come Unione dei Comuni – risponde Plano – lo faremo comunque con la nuova associazione degli amministratori valsusini contro la Torino-Lione”.

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