VALSUSA, 125 LICENZIAMENTI ALLA TEKFOR: 34 ESUBERI AD AVIGLIANA, 91 A VILLAR PEROSA

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di FABIO TANZILLI

AVIGLIANA / VILLAR PEROSA – Centoventicinque licenziamenti alla Tekfor, nelle sedi di Avigliana e Villar Perosa. Una brutta notizia per gli operai di Val Susa e Val Chisone: giovedì ci sarà un incontro tra la proprietà e i sindacati. Poi l’azienda aprirà la procedura per la riduzione del personale nei due stabilimenti, che prevede il contratto di solidarietà per 12 mesi. Secondo il piano aziendale saranno tagliati 91 posti di lavoro a Villar Perosa e 34 ad Avigliana. Ma i licenziamenti saranno effettuati solo se il lavoratore sarà d’accordo: lo rivela il sindacato a ValsusaOggi: “Gli esuberi non potranno essere imposti dall’alto – rivela Marinella Baltera della Cgil – l’azienda proporrà degli incentivi economici per convincere i lavoratori, che potranno anche non accettare. Proprio per questo abbiamo fatto delle proposte economiche alla dirigenza”. Entro il fine settimana si terranno anche le assemblee dei lavoratori. Gli stabilimenti di Avigliana e Villar Perosa sono in perdita: gli indiani della Amtek, che anni fa avevano comprato la Tekfor, si sono indebitati e hanno dovuto cedere tutte le sedi al di fuori dell’India. E così le fabbriche italiane sono andate in mano a un fondo straniero, una società controllata dalla statunitense KKR, che prevede la ristrutturazione aziendale e la vendita entro i prossimi 5 anni ad un altro fondo o ad un’altra multinazionale. E’ stato definito un piano industriale con tagli e investimenti, affidato dal gruppo alla società di consulenza Alix Partners. I tre punti del piano prevedono un investimento da 5 milioni di euro per migliorare la produttività degli stabilimenti e per l’acquisizione di nuovi prodotti, la realizzazione di 48 progetti per incentivare la produzione e il licenziamento di 125 lavoratori sui 787 attuali (278 ad Avigliana e 509 a Villar Perosa). Di questi licenziamenti, 36 toccherebbero il settore della produzione e 89 gli indiretti (29 impiegati e 60 operai).

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6 COMMENTI

  1. dal 2008 che il lavoro ha subito una battuta di arresto per modificarlo in lavoro sempre più schiavitù , per concludersi per pochi lavoro pesantissimo e ricattato se molli sei fuori, mentre molti stanno a guardare, il lavoro è finito, ora si fanno le ore, tutti per mangiare, non si riesce a ricavare abbastanza per pagare le tasse, i vecchi quelli che erano ben messi nel pubblico con le mani in pasta vivono degnamente, i politici hanno indebitato nel tempo le masse mangiandosi l’italia ed esportandosi nei paradisi fiscali i beni rubati agli italiani, compreso le pensioni, le loro case, ed i loro beni, avremo poveri che saranno in galera perchè non vogliono farsi togliere la casa, oppure perchè qualcuno li entra a rubare in casa, mentre chi ruba, uccide, froda sarà agli arresti domiciliari ma con 20 miliardi, puo vivere bene.. siamo alla frutta, un popolo che ignora il suo passato è un popolo senza futuro, (grande giornalista colui che lo narrava, ed aveva ragione, stiamo morendo di ignoranza….. era ora che la gente fosse licenziata in massa, perchè nasca cosi un gruppo che si dia da fare per incazzarsi contro il governo invece di aspettare l’elemosina di fine mese lavorando onestamente come fatto sino ad oggi, gli amministratori non serviranno mai più , se non ce denaro, a cosa serve un amministratore ?…. servono nuovi ladri, assassini, e malloppi da rubare, da quando è nato il mondo chi ruba la fa sempre franca, chi lavora muore di fame.. strano ma è sotto gli’occhi di tutti ogni giorno …..

  2. Un azienda che dovrebbe fare dello stampaggio a caldo il proprio core business e che per sistemare i conti vende linee di produzioje e non ha soldi e figure professionali (in gran parte perdute) per ampliare e diversificare l’offerta è spacciata.Le marginalità in questo settore sono risicate , soprattutto dove il prodotto è maturo e non si riesce a recuperarle per via commerciale.
    Avigliana e Villar Perosa sono accomunate dallo stesso destino pur provenendo da storie diverse,Fa male pensare a quanto sta succedendo soprattutto a Avigliana , ai tempi di Teksid un vero mostro di diversificazione produttiva.
    Ma non tutte le Forge stanno male.Nei distretti storici canavesani e varesini si sta facendo il pieno e soprattutto si investe.Chissà che qualche imprenditore coraggioso e soprattutto italiano non stia già pensando alla acquisizione di questo tartassato gruppo ?

  3. I sindacati sanno che gli investimenti potrebbero essere riduzione di salario, introduzione o aumento quote pagate in “welfare” (servizi anzichè soldi) o soluzioni cone il bracciale o una qualunque telemetria? Quelli maggiori, che fingono di lottare intendo. Che pur di salvare posti e rilanciare l’azienda preferiscono approvare quanto sopra. E se la questione fosse politica, cioè a monte, invece di informare i cittadini a “votare meglio” od organizzare proteste più concrete se ne lavano le mani perché non è loro competenza.

  4. Non diamo la colpa all’euro. Il destino di Villar e Avigliana era segnato da tempo. La corruzione a livelli massimi di buona parte dei dipendenti (e non parlo di quadri e dirigenti ma anche dei semplici operatori che lavorano sulle presse sin dai tempi di Teksid) ha condannato entrambi gli stabilimenti a non essere concorrenziali con i costi/prezzi dei prodotti. La lotta dei sindacati è inutile, può solo prolungare di qualche anno l’agonia; l’unico modo per salvare entrambe le società sarebbe cambiare completamente il personale. Non si può rubare schifosamente e senza ritegno e poi pretendere la compassione degli altri lavoratori…

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