VIDEO / 200 MOTOCICLISTI A CONDOVE PER ELISA E LE ALTRE VITTIME DELLA STRADA

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CONDOVE – Questa mattina circa duecento motociclisti hanno reso omaggio alla giovane Elisa Ferrero, con un minuto di raccoglimento alla rotonda di Condove, dove tre anni fa perse la vita. I biker del gruppo torinese “Tre merli sotto shock” hanno ricordato anche le altre vittime di incidenti stradali in Valsusa e in particolar modo sulla statale 24.
“Bisogna fare molta attenzione a percorrere questa strada, soprattutto nel weekend” ha detto un portavoce del gruppo durante il momento di ricordo a Condove “dobbiamo essere prudenti è una strada da evitare nel fine settimana. Siamo considerati come insetti, ci vuole la massima attenzione alla guida. Dobbiamo essere prudenti, questa è una strada da evitare nei fine settimana”. Dopo il momento di ricordo, i motociclisti sono saliti alla volta di Oulx per il consueto raduno annuale.
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15 COMMENTI

  1. Veramente la 24 è considerata una pista, e le auto un intralcio alle qualificazioni (il sabato) e al motogp (la domenica), altro che insetti…

  2. Per venire incontro alle esigenze dei motociclisti bisognerebbe chiudere le statali, da avigliana fino in francia, alle auto, pista libera schiantatevi liberamente senza automobili a dar fastidio agli insetti

  3. Purtroppo nervosismo ed incoscienza fanno la loro, sia per parte degli automobilisti che dei motociclisti ma anche dei ciclisti: sempre sua trada si deve ricordare che non si è in pista. Sopratutto nei fine settimana, ma non solo, ogni sorta di conducente può essere quello davanti a te o quello che viene in senso contrario e li ci metti quello che taglia le curve, il neopatentato o l’anziano che vanno un po’ troppo piano, il camionista stanco . . .

  4. –> AldoFer: regola nuero 1 sui ‘criticoni’ = generalizzare ! Ci sono (e siamo in tanti) motociclisti che vanno a spasso e NON fanno né le qualifiche, né le gare ! Grazie

  5. Quanto è accaduto ad Elisa Ferrero mi ha sconvolta totalmente visto che sono passata di lì pochi minuti dopo l’incidente e purtroppo ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere… trovo molto sconfortante che sia stata accorciata la pena all’assassino che l’ha uccisa volontariamente andandole addosso con l’automobile… E provo una solidarietà totale per i suoi poveri genitori che hanno dovuto affrontare una perdita gravissima in circostanze terribili.
    Detto questo, non è il momento di fare assembramenti da 200 persone senza rispettare la distanza di sicurezza e senza mascherine, considerato che in tutta l’Europa, Italia compresa, il virus sta risalendo pericolosamente… sono sicura che Elisa non avrebbe voluto questa celebrazione inutile durante il covid 19, sono piuttosto i giudici che dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e chiedersi con che criterio hanno accorciato la pena detentiva ad un assassino meritevole di ergastolo.
    Concludo dicendo che nel caso di Elisa, è stato compiuto un efferato assassinio, che va condannato ad oltranza. Bisogna però anche prendere atto che i motociclisti in generale pensano di essere dei semidei immortali, e purtroppo, nei week end estivi, sfrecciano sulle nostre statali 24 e 24 , anche nei centri abitati oppure su pericolose strade di montagna come quella che sale verso il Moncenisio, infischiandosene di qualsiasi regola, che va dai limiti di velocità non rispettati ai sorpassi molto azzardati all’invadere la corsia dell’opposto senso di marcia… quindi questi motociclisti, se davvero amavano Elisa e il resto del prossimo, comprese le altre vittime della strada, che comincino a diventare più prudenti e rispettosi del codice della strada e del territorio che attraversano: la Valle di Susa è abitata da famiglie che ci vivono tutto l’anno, non è la valvola di sfogo dei motociclisti cittadini repressi che corrono come dei Valentino Rossi sulla pista… E’ inutile fare manifestazioni se poi si disonora la memoria dei morti con dei comportamenti irresponsabili sulle strade.

  6. Questo luogo mi porta a ricordare l’arroganza di alcuni automobilisti che a volte si tramuta in violenza come è successo 3 anni fa.
    Che non si ripeta, rispetto per i motociclisti tutti!

    • Fortunatamente non tutti gli automobilisti sono dei violenti assassini come la persona che ha ucciso la povera Elisa…
      E non provo rispetto per tutti i motociclisti, per quelli che ti sorpassano al semaforo, sugli incroci, che vanno contro mano, che superano di gran lunga la velocità consentita, per questi rispetto zero e tante tante sanzioni e ritiri di patenti, perchè sono dei pericoli pubblici che pensano di essere immortali e non si rendono conto che possono schiantarsi addosso ad anziani non più proprio con i riflessi pronti o a famiglie con bimbi a bordo… tutti devono rispettare il codice della strada, motociclisti compresi, che il più delle volte guidano nella nostra Valle come pazzi pensando di essere in pista…. Andate in corso Allamano o in Corso Regina a correre così, che le telecamere vi insegneranno a rispettare il codice della strada, invece che usciti dalle vostre belle città pensate che vada bene falcidiare il vecchietto o il bambino o il cane o la mucca che attraversano la strada o la famiglia che sale con l’auto al Moncenisio per prendere una boccata d’aria… Il massimo rispetto ad Elisa e alla sua famiglia, che sono caduti tra le grinfie di una persona squilibrata e violenta, ma nessun rispetto a chi tutti i week end viene in valle a creare incidenti spesso mortali, che si potrebbero evitare semplicemente andando più piano, non tagliando le curve e non sorpassando ai semafori e negli incroci.

  7. Flavio Marazzi, fermo restando il rispetto per quella ragazza innocente, in quanto passeggera, che ci ha rimesso suo malgrado con la vita, ho timore che purtroppo si ripeterà. Almeno finché non cambieranno gli atteggiamenti da parte di tutti coloro che scendono in strada alla guida di un mezzo, da ambo le parti. Quindi, il rispetto che dici, forse deve iniziare proprio dai motociclisti nei confronti di un certo codice della strada, che esiste, e viene ignorato dal 70% di loro. E a seguire sicuramente alcuni automobilisti, e ci metterei di questi tempi parecchi ciclisti, sempre pronti a passare per vittime ma primi a trasgredire. Forse allora le cose cambieranno.

    • Certo che paragonare gente che viaggia su veicoli da più di una tonnellata (auto) o da varie centinaia di kg (moto) a velocità superiori ai 100 km/h con gente che va su un mezzo che pesa 10 kg ai 30 km/h (quando va bene) bisogna essere proprio ottusi e privi di giudizio critico. Se un ciclista o un pedone hanno un incidente, a rimetterci sono sempre loro. Che abbiano ragione o meno fa ben poca differenza. Le responsabilità dell’uno e dell’altro non sono affatto sullo stesso piano, tant’è che è lo stesso codice della strada fare la differenza tra chi guida un veicolo che può uccidere (a motore), e chi è su un veicolo su cui può solo restarci secco (la bici). Sarebbe ora di piantarla di cercare di minimizzare le responsabilità di una categoria facendo finta che sulla strada si è tutti uguali. Non è così.

      • Lungi da me il minimizzare le responsabilità di alcuni automobilisti, ogni categoria è composta da elementi irresponsabili, chi più chi meno. Ma non è un paragone, bensì un dato di fatto che tutte queste categorie diverse condividono la stessa infrastruttura, la strada. Purtroppo, è vero, alcune categorie sono più deboli. Ma proprio per questo, se ho un mezzo da 10kg in quanto anello debole, in prima persona vedo di rispettare il codice stradale, che guarda caso vale anche per me, e mi assumo la responsabilità e soprattutto la consapevolezza della posizione debole che rivesto in quel momento: quindi, esempio, evito di passare incroci col rosso per non sganciare il pedale (il rosso vale per tutti), oppure evito di pedalare in coppia o in trio chiacchierando con coda di auto appresso (il codice prevede fila indiana), oppure non telefono mentre pedalo senza mani al manubrio (severamente vietato l’uso del cellulare anche in bici), oppure ancora ignoro la ciclabile (il codice mi obbliga ad utilizzarla quando presente). Visto che la pellaccia la rischio io, sarebbe effettivamente proprio da ottuso, anzi direi deficiente.

        • Condividere la stessa infrastruttura non significa avere le stesse responsabilità. E infatti chi guida un veicolo a motore ha molte più responsabilità di chi è a piedi o in bici. Non lo dico io, ma il codice della strada. Fattene una ragione.

  8. Ciclisti che viaggiano in due o tre, automobilisti che messaggiano con il sole contro, motociclisti alla gasgas, camionisti ubriachi, ogni categoria ha i propri fenomeni, però quelli che mi fanno più tenerezza sono i pedoni che attraversano sulle strisce pedonali e ti ringraziano………..è un tuo diritto cosa ringrazi a fare.

  9. Certo che ci vuole una certa faccia tosta a dire che la statale è da evitare nei week end per colpa degli automobilisti. Ma è serio o ci sta trollando ? Le statali della valle nel week end andrebbero vietate a tutte le moto. Scommetto che dopo questo flash mob si sono lanciati come di consueto a fare le pieghe su per il Moncenisio o a Exilles. Non c’è proprio limite all’ipocrisia.

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