SAN GIORIO, ROSTA E BUTTIGLIERA: AL VIA LE ATTIVITÀ PER SALVARE LE RANE E I ROSPI

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dalla CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

TORINO – Nelle prossime settimane, esaurita la fase di clima freddo, per l’ottavo anno consecutivo, il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino attiverà una campagna di tutela dei rospi e delle rane durante la migrazione riproduttiva, grazie alla posa di barriere temporanee che li convogliano verso i “rospodotti”, ossia piccole infrastrutture che consentono agli anfibi di evitare di essere schiacciati dagli autoveicoli quando attraversano le strade extraurbane. Le specie maggiormente coinvolte nella migrazione sono il Rospo comune, la Rana dalmatina e il Rospo smeraldino. I batraci vengono “convogliati” con apposite reti verso i rospodotti o verso strutture preesistenti, che consentono il superamento delle sedi stradali nel viaggio dai siti di svernamento agli abituali luoghi di riproduzione e nel ritorno. Le operazioni del Servizio Tutela Fauna e Flora vengono effettuate nei territori dei comuni di Buttigliera Alta-Rosta, Pertusio, Vidracco e Vistrorio. A San Giorio di Susa è previsto esclusivamente il monitoraggio per valutare l’entità di un fenomeno migratorio che nei primi anni di intervento era importante mentre nell’ultimo triennio si è ridotto drasticamente.

OTTO ANNI DI ESPERIENZA NEL SALVATAGGIO DEGLI ANFIBI

L’attività del Servizio Tutela Fauna e Flora è stata avviata sperimentalmente nel 2011 a San Giorio di Susa. Già dal secondo anno di attivazione il numero di siti coinvolti è aumentato, registrando il massimo nel 2013, con sette località. In otto anni l’elenco delle località interessate è cambiato, perché in alcune è venuta meno l’emergenza oppure perché in altre la popolazione era sovrastimata. L’andamento climatico generale dell’ultimo decennio, caratterizzato da inverni più miti, ha spostato il momento culminante della migrazione alla fine di febbraio-inizio di marzo. Anche nel 2018 la migrazione verrà monitorata con sopralluoghi serali. Il monitoraggio ha evidenziato realtà meritevoli di tutela, quali Pertusio, Vidracco e Vistrorio, dove persiste un fenomeno migratorio importante: un migliaio di individui per ciascuna località. A Buttigliera Alta e Rosta la migrazione interessa alcune centinaia di esemplari, ma è comunque meritevole di tutela. In quest’ultimo contesto, nonostante i tre rospodotti realizzati una ventina di anni fa, è di fondamentale importanza l’intervento manuale del personale del Servizio Tutela Fauna e Flora e dei volontari locali, i quali spostano gli animali da un lato all’altro della carreggiata. Negli anni si è capito che il mancato utilizzo dei rospodotti da parte degli anfibi è da ricondursi alla scarsa attrattività dei manufatti a disposizione o alla ridotta propensione della maggior parte degli esemplari ad imboccare i passaggi interrati. Per la buona riuscita della migrazione è quindi fondamentale l’intervento manuale degli operatori, che spostano gli esemplari. In questo compito sono facilitati dalle barriere, che agevolano notevolmente il recupero degli anfibi che stazionano alla base delle barriere stesse oppure tentano di arrampicarsi per superarle. È importante ricordare che la barriera non è invalicabile e, visto lo scarso uso dei rospodotti, la permeabilità dell’ostacolo è fondamentale in caso di assenza di operatori. Nonostante gli sforzi profusi in alcuni siti, si evidenzia una progressiva rarefazione delle popolazioni in migrazione, purtroppo in linea con una tendenza generalizzata a scala nazionale e globale. È quindi molto importante continuare l’attività di monitoraggio e di sensibilizzazione dei cittadini per la tutela e la salvaguardia dei rospi e delle rane.

IL ROSPODOTTO DI CANDIA

Nel 2000, l’allora Ente gestore del Parco del Lago di Candia, realizzò il primo rospodotto lungo la Strada Provinciale 84 Candia-Caluso, con barriere artificiali mobili a tutela delle centinaia di rospi e rane dalmatine che, durante la migrazione riproduttiva, si dirigevano verso le sponde del lago per deporre le uova. Successivamente, grazie ai finanziamenti della Misura 323 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Piemonte, l’allora Provincia di Torino a partire dal 2013 ha incrementato e reso più efficienti le strutture. Per consentire agli animali di superare incolumi la strada, sono state collocate sotto il manto stradale alcune canaline di cemento con una griglia di aerazione in ghisa. I vantaggi della soluzione adottata sono la salvaguardia degli animali che attraversano la strada, la facilità di manutenzione, l’umidità e l’illuminazione simili a quelle dell’esterno (il che attira gli animali). Il Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette ha collocato ai bordi della carreggiata una serie di barriere temporanee che convogliano gli anfibi agli ingressi dei tunnel, garantendone l’incolumità pur in assenza di una sorveglianza diretta da parte di volontari o tecnici.

L’IMPORTANZA DELLE ZONE UMIDE PER GLI ANFIBI

Le zone umide sono fondamentali per specie animali e vegetali il cui ciclo vitale è, in tutto o in parte, legato alla presenza dell’acqua. Quando arriva la stagione degli amori e scende il buio, i rospi lasciano i luoghi in cui vivono abitualmente per andare in cerca di stagni, rive dei laghi oppure altre raccolte d’acqua, dove riprodursi. Dalle uova, deposte in lunghi cordoni gelatinosi ancorati alla vegetazione acquatica, nascono girini neri,  che in due o tre mesi compiono la metamorfosi necessaria per abbandonare l’acqua e dirigersi verso i boschi oppure i prati umidi. Purtroppo gli adulti vengono uccisi in gran quantità dalle automobili mentre attraversano le strade che incontrano durante il cammino verso i luoghi di riproduzione. Trattandosi di animali a sangue freddo, il periodo riproduttivo dipende dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità. In Piemonte la migrazione si svolge normalmente tra la fine di febbraio e la fine del mese di marzo.

DIFFUSIONE E MORFOLOGIA

Il Rospo comune è un animale che si adatta a vari tipi di ambienti, in particolare ai boschi, sia di pianura che di montagna. È un anfibio senza coda, con la pupilla orizzontale e con ghiandole parotoidi dietro gli occhi molto evidenti. Ha una colorazione scura, dal bruno rossiccio al grigio olivastro, una corporatura tozza e la pelle rugosa. La differenza tra i sessi è molto, marcata perché le femmine sono nettamente più grandi dei maschi.

ANIMALI UTILI E INDICATORI DELLA QUALITÀ AMBIENTALE

I rospi sono determinanti per il mantenimento dell’equilibrio ecologico del territorio e della sua biodiversità. Svolgono un’azione di controllo delle popolazioni di insetti che vivono nelle zone umide, come le zanzare, ma si nutrono anche di altre specie dannose per l’agricoltura, come le lumache. Sono inoltre preziosi indicatori dello stato ambientale, perché la permeabilità della loro pelle li rende assai sensibili agli agenti tossici e ai cambiamenti climatici e ambientali.

PERICOLI PER LA SOPRAVVIVENZA 

Il 36% degli anfibi italiani è a rischio di estinzione, nonostante le tutele previste dalla Convenzione di Berna (Svizzera) per la salvaguardia della fauna minore, dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea e dalla Legge regionale 32 del 1982. Le minacce più significative per la sopravvivenza dei rospi sono legate alle attività umane. Oltre alla viabilità, sulla consistenza delle popolazioni incidono la modifica, la perdita e la frammentazione dell’habitat: eliminazione oppure compromissione delle zone umide minori per cementificazione di fontane e sorgenti, copertura o interramenti di piccole pozze e stagni temporanei, inquinamento con sostanze nocive o rifiuti delle piccole raccolte d’acqua, frammentazione degli ecosistemi dovuta a eliminazione di siepi e fasce vegetali che possono servire da corridoi per lo spostamento degli animali. Sulla consistenza delle popolazioni di rospi incide anche l’utilizzo di pesticidi e diserbanti in agricoltura. Non bisogna poi dimenticare le forme di persecuzione immotivata e crudele, dovute ai pregiudizi sull’’spetto dei rospi e all’ignoranza del ruolo ecologico che rivestono. Anche l’introduzione di specie esotiche può alterare pericolosamente gli equilibri ambientali.

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