VALSUSA, COPPIA VIVE IN AUTO: “È UN INCUBO, HANNO PICCHIATO IL MIO COMPAGNO”

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LETTERA DI ELENA

CESANA TORINESE – Due domeniche fa, il 16 giugno, il mio compagno Alex ha subito un pestaggio. É iniziato tutto per un astio lavorativo.
Il mio compagno aveva fatto notare un comportamento scorretto ad un suo collega, il quale ha scatenato la sua furia. Al momento dell’accaduto, io ero nella stanza nell’hotel fornitoci per il vitto, dall’azienda per cui lavoravamo a Cesana. Ma sentendo confusione sono uscita dalla stanza per accertarmi di quanto fosse accaduto.
Trovo il mio compagno che sanguina da un occhio, per un taglio sul sopracciglio, mentre il suo ex collega aveva la camicia strappata. Deduco abbiamo litigato, e consiglio al mio compagno di chiamare i carabinieri per denunciare l’accaduto. Si allontana da me per chiamare, ma poi non torna.
La cosa mi fa insospettire, perché lui é sempre tornato.
Sul posto arrivano carabinieri e ambulanza, ma lui ancora non si trova.
In serata sono riuscita a mettermi in contatto con lui telefonicamente, e mi riferisce di essere in mezzo ai boschi, ma senza capire cosa sia successo.
Era in stato confusionale. L’ultima chiamata viene interrotta da lui che grida aiuto, e dopo non riesco più a contattarlo perché dal telefono i tentativi di chiamate vengono rifiutate. Ho provato a cercarlo disperatamente per ore, senza successo.
Stremata dai dolori della fibromialgia e dalla mia schiena (ho 3 vertebre collassate a livello lombare, e uso delle stampelle per camminare) decido di andare a dormire. Erano circa le 00:35 e lo cercavo dalle 22:45, sperando di vederlo accanto a me al mio risveglio.
Alle 2:45 ricevo una chiamata dall’ospedale di Susa, e rispondo successivamente a quella del mio compagno alle 3:15.
Era in uno stato confusionale, non sapeva dove fosse e che cosa fosse successo, lo rassicuro dicendogli che, essendo in ospedale, non correva alcun pericolo.
Gli raccomando di riposare e che ci saremmo aggiornati nelle ore successive.
Verso le 8 del mattino il mio compagno mi richiama e riferisce di non sapere cosa fosse successo e di chi lo avesse trovato. Abbiamo avuto conferma del suo ritrovamento dai carabinieri stessi: Alex sa solo dirmi che aveva la vertebra C5 scheggiata per una botta presa sul collo, l’orbita sinistra sfondata e il setto nasale rotto.
L’ultima volta che l’avevo visto non era ridotto così male: i sanitari del pronto soccorso hanno dichiarato che si tratta di lesioni per un’aggressione subita.
Decidiamo quindi di lasciare il posto lavoro, anche per altre ragioni, e di andare a vivere temporaneamente in macchina, almeno fino alla ricezione del nostro TFR, per poi poterci sistemare e rialzarci.
Ad oggi, 1° luglio, la situazione é alquanto degradante.
Il mio compagno avrebbe visite urgenti da fare (visite oculistiche e maxillofacciale indicate sulle ricette mediche), ma dall’Asl ci sentiamo sempre dire che non é urgente: ad oggi non ha ancora eseguito alcun esame.
Oltre a questo, abbiamo riscontrato dei problemi sulle nostre buste paga, in merito al Tfr: per questo ci siamo rivolti a un legale e alla Guardia di Finanza, che sono informati sui fatti.
Il Tfr era la nostra speranza per poterci rialzare e andare avanti.
Se siamo fortunati, inizieremo a percepire il sussidio di disoccupazione Naspi da agosto, ma fino ad allora ci ritroviamo in mezzo ad una strada, senza nulla.
Questo é quello che posso dire per ora: vista la situazione, abbiamo messo di mezzo delle forze maggiori per far valere i nostri diritti, e non solo. A noi sembra di vivere in un incubo senza risveglio, non ce ne facciamo una ragione.

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