VALSUSA, DEMOLIZIONE DEL PONTE E NUOVA ROTONDA SULLA STATALE A SANT’AMBROGIO

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SANT’AMBROGIO DI TORINO – Sopralluogo del vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo a Sant’Ambrogio di Torino per valutare con la sindaca Antonella Falchero i principali problemi della viabilità locale. In primo luogo è stato affrontato il tema della messa in sicurezza del Ponte Dora tra Sant’Ambrogio di Torino e Villardora, che da molti anni è chiuso al traffico e privo di qualsiasi manutenzione: la sindaca ha espresso la preoccupazione che in caso di forte piena il ponte possa cedere.

La Città Metropolitana nel 2021 aveva prodotto uno studio di fattibilità che prevedeva la demolizione del vecchio manufatto con la realizzazione di una passerella ciclo pedonale: una soluzione che consentirebbe il collegamento ciclabile tra le due sponde orografiche della Dora e con la già realizzata ciclovia Valsusa che transita lì nei pressi.

Altro argomento affrontato nel colloquio tra la sindaca Falchero e Suppo è la richiesta di progettare una nuova rotatoria tra la Strada Provinciale 198 e la Strada Statale 25, nei pressi dell’accesso est del concentrico urbano di Sant’Ambrogio di Torino, opera che consentirebbe la messa in sicurezza dell’incrocio davanti allo stabilimento FIR.

Infine, non si poteva non affrontare il tema del passaggio del Giro d’Italia verso il Colle Braida il prossimo 18 maggio: serve ripavimentare il piazzale, attualmente sterrato, in prossimità della frazione San Pietro, parcheggio molto utilizzato dai turisti che lasciano l’automobile per avviarsi in pochi minuti di salita alla Sacra di San Michele.

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8 COMMENTI

    • Quello di raggiungere lo scopo con la minor spesa è la logica del “buon padre di famiglia”.
      Ma chi lo dice che fuori dalla famiglia valgano le medesime logiche?

  1. Concordo.
    Ma sarebbe necessario anche rivedere anche il passaggio sotto la ferrovia alla stazione. I ciclisti che vorranno raggiungere il collegamento alla ciclabile rischiano di farsi male per la pendenza delle scale e la pavimentazione scivolosa. Se non si interviene il ponte verrà usato pochissimo.

  2. Non sono un ingegnere, ma il vecchio ponte è così malconcio da non sopportare in sicurezza il passaggio pedonale ? E in caso di piene ( statisticamente una ogni x anni ormai visti i cambiamenti climatici) si chiude il ponte al transito in quei giorni ( se piove a dirotto è difficile che vi siano moltitudini di ciclisti e escursionisti a passeggio) e il problema è risolto. Più che sentire il parere dei politici e degli ignoranti in materia come me, non sarebbe meglio avere delle perizie strutturali in merito ? magari ci sono ma nell’ articolo non sono citate.

    • La domanda è lecita perché il vecchio ponte non è certamente in condizioni ottimali ed oltretutto ha 3 piloni in appoggio sul greto, che lo rendono estremamente vulnerabile in caso di piena, ma in condizioni normali può certamente sopportare il carico pedonale.
      A mio parere ci sono due scelte:
      1) opera nuova sicura, bella e sempre operativa,
      2) tenere il vecchio ponte aggiungendo un semaforo attivabile in automatico da un sensore idrologico, qualora l’acqua salisse a livello di guardia.

  3. La domanda di Ivo fa emergere che salvaguardare l’esistente dovrebbe essere un metodo.
    Il ponte in se hai dei pregi, uno dei primi in c.a. in Italia ha subito danni alle fondazioni per errati e reiterati prelievi di ghia a monte e a valle.
    L’abbandono dopo la piena del 2000 è stata una scelta e non un destino ed alle scelte sbagliate si può rimediare.
    Le tanto amate passerelle sono orribili e fuori contesto in ogni ambiente naturale, perché aggiungerne un’altra che avrà a sua volta specifici problemi di manutenzione di non poco conto?

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