VALSUSA, È MORTO WILLIAM SADA: IL CINEMA DI ALMESE E TANTE STORIE

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di MARIO RAIMONDO

ALMESE – É venuto a mancare, nella solitudine in cui viveva, William Sada, l’ultimo erede del cinema Sada, la fabbrica dei sogni almesina di via Roma. E si, perché ad Almese c’era il cinema, il mitico Cinema Sada, dove praticamente sono passate generazione di almesini, rubianini e villardoresi per quelle ore di svago che hanno segnato la lunga epoca dal dopoguerra su fin agli anni ottanta e che, nel ventennio a cavallo tra la metà degli anni cinquanta sin alla metà degli anni settanta, visse un’autentica età dell’oro.

Con papà Ugo vero pioniere del cinema valsusino ed elettrotecnico “visionario” che già in quegli anni intravvedeva tutto quel che sarebbe potuto diventare ciò che chiamava “l’elettricità” e che fu anche collaboratore di Mario Celso e mamma Nella Allais gestì il cinema di Almese. Gli anni ruggenti del cinema. Gli anni della generazione che fece crescere il nostro paese, la generazione delle “otto ore in fabbrica e otto ore fuori”. Ore di lavoro ovviamente, fatte da gente che non si stancava mai a differenza di tanti bipedi odierni, stanchi e pure annoiati. Ma c’era il cinema Sada, per fortuna e addio stanchezza.

Negli anni ruggenti, prima che il medium televisivo diventasse totalmente invadente, prodromo della dittatura internettiana imminente, proiettavano quattro film alla settimana: il martedì, il giovedì, il sabato e la domenica. La domenica era il clou: Nella Allais ed Edera Bracotto in biglietteria assediate dal pubblico che scalpitava per accaparrarsi i posti più belli “davanti”, “dietro” oppure in “galleria”, così era divisa la sala, a suon di patatine, caramelle, Coca Cola e aranciate e gassosa Richetto, faticavano a gestire la gente.

La sala piena, lo schermo bianco, il vociare della gente: poi il buio e quella sciabolata apparentemente sconnessa di luce che tagliava la sala e si fermava sullo schermo dando inizio alla magia del cinema. Tutti a palpitare per il “gong” dell’uomo della Rank, o per lo scudo guerriero della Titanus, oppure per il ruggito del leone della Metro-Goldwyn-Mayer od ancora per la fiaccola della Columbia Pictures. E tutti sull’attenti. A correre nel selvaggio West con Gary Cooper e John Wayne, a ridere con Don Camillo assieme all’onorevole Giuseppe Bottazzi in arte Peppone, a morire di paura davanti al ghigno raccapricciante e assetato di sangue di Christopher Lee. Per lustri il cinema di Almese è stato uno dei centri della socialità del paese e il suo declino e la chiusura negli anni ottanta, ha davvero posto il sigillo ad un’epoca. L’ultimo film proiettato nel 1985 fu “L’anno del dragone” e forse quel titolo nascondeva un’arcana metafora, quella del drago che arriva e si porta via tutto. Si portò sicuramente via il cinema di Almese ed una parte della memoria del paese.

Per anni rimase vuoto ed abbandonato finchè fu demolito ed al suo posto sorsero banali case che forse non avranno mai sogni da raccontare. Fu ormai un pò di tempo fa che sentii William al telefono:la sua voce mi sembrava stanca, “vinta”, forse per quel modo un pò anticonformista con cui viveva la sua vita. Tra l’altro mi disse: “La vita è come un cine (nel senso di un film ndr.) ossia carichi la bobina di pellicola sulla macchina e all’ultimo fotogramma trovi la fine”. Parole tristi, però parole vere.

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9 COMMENTI

  1. vecchi ricordi che non tornano più prima vedere il film con mamma e papà poi dopo qualche anno con gli amici e poi infine con le prime ragazzine un pezzo della vita che che si incolla nella camera della mente per ricordare i momenti più bell.

  2. Leggendo questo articolo i complimenti al redattore e il pensiero a quel fascio luminoso che nell’ oscurità proietta i nostri sogni o i nostri ricordi , e là a Sant’Antonino sul portale in bronzo di una bellissima perenne dimora il proiettore e il cono di luce ,la tomba della Famiglia Celso e il riconoscimento Americano …..
    La crisi delle sale cinematografiche riconducibile anche alla tragedia del cinema Statuto , quel rogo fatale che impose norme severe per rendere ignifughi i materiali di arredo ,tanti cinema abbassarono le saracinesche per gli ulteriori costi e la concorrenza dei nuovi media televisivi.
    In una ellisse la Terra è oscurita dal cono d’ombra della Luna, l’ inverso di ciò che il satellite ci dona quando è piena , le facce della stessa medaglia come della vita e la sua sorte.

  3. Io abitavo nella casa all’angolo del cinema. Che ricordi ….E le proiezioni a Carnevale? Quanti eravamo. Un bell’articolo. Grazie

  4. Buongiorno signor Raimondo, sono Silvio, ovvero colui il quale ha seguito il percorso di William negli ultimi anni, il fratello di Laura, che si è prodigata molto più di me nell’ assistere il povero William, siamo i figli di Aldo Allais e nipoti di Gioacchino Allais, ovvero quello che a me risulta come uno dei primi pionieri del cinema in valle, quindi
    siamo i cugini di sangue del povero William, che abbiamo assistito fino alla fine cercando di fare il meglio per lui. Non sono d’accordo del tutto su quanto riportato nel suo articolo, per cui la invito ad avere un franco confronto con me, se non lo riterrà opportuno ne prenderò atto, ma ne rimarrei molto deluso, ritengo che i lettori di un giornale debbano essere informati correttamente al fine di non dare giudizi superficiali e affrettati. Se vorrà contattarmi saprà senz’altro farlo. Un cordiale saluto.

  5. ho conosciuto il padre Ugo e poi William ,brave persone, purtroppo il ciclo della vita e inarrestabile ,
    ,bei tempi, eravamo tutti giovani allora

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