COMUNICATO DELLA CROCE ROSSA DI SUSA
BUSSOLENO – Visto il dibattito pubblico scaturito attorno al tema dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale presso il Polo Valle di Susa di Bussoleno, abbiamo pensato di realizzare un breve fact-checking così da raccontare per punti, a titolo informativo e per chi vuole approfondire il tema, come è gestita l’attività e quali sono le norme che la regolano con la speranza che attraverso una conoscenza più approfondita si possano leggere i fatti in modo più consapevole.
Perchè Croce Rossa accoglie le persone migranti presso il Polo Logistico di Bussoleno?
Croce Rossa Italiana è un’associazione umanitaria e tra i propri compiti statutari figura l’assistenza a favore delle persone migranti; l’accoglienza di queste ultime è garantita dallo Stato italiano per il tramite delle Prefetture che, attraverso specifici accordi e convenzioni con la CRI e/o con altre realtà, garantiscono tali servizi alle persone straniere che hanno manifestato volontà di richiedere asilo e non hanno mezzi economici per sostenersi in autonomia.
Presso il Polo Logistico vengono svolte attività di accoglienza a partire dal 2021, nel 2022 su richiesta del Settore Protezione Civile di Regione Piemonte ci si è occupati dell’accoglienza dei rifugiati Ucraini e – a seguire – delle persone migranti; da allora ad oggi sono transitate oltre 1.400 persone dalla struttura.
Le attività di accoglienza sono regolate dalla legge e quanto svolto presso il Polo Logistico risponde a queste norme; la Prefettura di Torino e gli altri soggetti vigilanti hanno poteri di controllo rispetto alle attività svolte.
Nel corso dell’anno 2024 sono state effettuate 2 visite ispettive a sorpresa che hanno previsto il sopralluogo dei locali, il dialogo con gli ospiti beneficiari, la verifica della pianta organica, il controllo del menù, etc.
E’ l’unica attività svolta presso il Polo Logistico?
Assolutamente no, il Polo Logistico Valle di Susa è in primo luogo una struttura di emergenza e protezione civile di proprietà comunale, che oltre alla CRI ospita altre associazioni di PC (AIB, Lupi dell’Orsiera, Soccorso Alpino e Speleologico).
Gli interventi di ristrutturazione (antisismica, impiantistica e efficientamento energetico) previsti nell’ambito del PNRR prevedono infatti di potenziare le capacità della struttura quale punto di riferimento per le emergenze in Valle di Susa.
Quotidianamente la struttura ospita numerose attività a favore del territorio: tra queste ricordiamo il servizio di emergenza 112/118, la distribuzione aiuti alimentari a favore delle persone in difficoltà, le accoglienze nell’ambito del pronto intervento sociale, le attività di protezione civile in caso di emergenza e calamità, etc.
Chi sono e quante sono le persone accolte al Polo Logistico? Sono solo migranti ?
La convenzione tra CRI e Prefettura di Torino prevedeva l’accoglienza di 102 persone sino al 31/12/2024, in calo a 80 persone a partire dal 1/1/2025 (calo che avverrà gradualmente nel corso delle prime settimane dell’anno) in vista dei lavori di ristrutturazione PNRR sull’immobile del Polo Logistico; oltre a loro sono presenti alcuni posti di “primissima accoglienza” dedicati a situazioni transitorie in attesa di inserimento in una struttura definitiva da parte della Prefettura e ai Minori Stranieri Non Accompagnati rintracciati al confine.
Si aggiungono anche alcuni posti per situazioni di Pronto Intervento Sociale provenienti dal territorio (famiglie a seguito di sfratto, emergenze abitative, senza fissa dimora rintracciati sul territorio) su segnalazione del Con.I.S.A. Valle di Susa e Val Sangone.
Circa il 60% dei beneficiari ospiti proviene direttamente dagli sbarchi, il restante 40% dalla frontiera Italia/Francia.
Le nazionalità prevalenti sono: Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio; a seguire: Egitto, Tunisia, Marocco, Cina, Somalia, Camerun.
In che cosa consiste l’accoglienza?
Le attività di accoglienza prevedono l’erogazione dei seguenti servizi: Alloggio dignitoso (sistemazioni separate tra uomini e donne e integrità nuclei familiari); cibo (possibilmente adeguato alle necessità e abitudini), vestiti e prodotti per l’igiene personale essenziale (kit vestiario all’ingresso + cambio stagionale, kit igienico e cambio lenzuola ogni mese); un contributo in denaro per le piccole spese (2,50 € per ogni giorno di effettiva presenza); assistenza medica; assistenza sociale, informazioni sulla normativa italiana; mediazione linguistica e culturale.
Presso la struttura è inoltre operativa una lavanderia a disposizione 24/7 (oltre al servizio di lavanderia esterno che si occupa di lenzuola e coperte), connettività wi-fi e – sin dal 2022 – è stato raggiunto un accordo con l’Associazione che gestisce il vicino campo sportivo per l’utilizzo del campo di calcetto.
I beneficiari ospiti sottoscrivono il regolamento della struttura che prevede diritti e doveri per la permanenza in accoglienza; in caso di violazione di questi ultimi la Prefettura può adottare provvedimenti sanzionatori sino alla revoca delle misure di accoglienza nei casi più gravi.
Nel corso del 2024 sono stati adottati 16 provvedimenti sanzionatori, 3 dei quali conclusi con il trasferimento in altra struttura e 2 con la revoca delle misure di accoglienza.
La struttura è dotata di videosorveglianza in tutte le aree esterne e comuni.
Le persone ospitate hanno un documento di identità?
Si, non appena formalizzata la domanda di protezione internazionale i beneficiari ospiti entrano in possesso dell’attestato nominativo che ha valore di permesso di soggiorno sino a quando verrà definito l’esito della domanda di asilo.
A seguire, trascorsi alcuni mesi, si procede con l’iscrizione anagrafica presso il Comune di Bussoleno. Di ciascun beneficiario è conservato un fascicolo personale con tutti i documenti.
Come funzione l’assistenza sanitaria? Chi se ne occupa?
Ogni beneficiario ospite, una volta entrato in struttura. è sottoposto a visita medica di primo ingresso. Presso il Polo Logistico è organizzato un ambulatorio presidiato dal Medico 16 ore alla settimana. I beneficiari effettuano screening TBC, vaccinazioni obbligatorie e ogni approfondimento sanitario richiesto dal Medico.
Appena giunti in struttura vengono iscritti al centro ISI ASLTO3 per l’ottenimento del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), non appena in possesso dell’attestato nominativo (valido quale permesso di soggiorno per richiesta asilo, riportante il codice fiscale) possono iscriversi presso un MMG del territorio con esenzione delle spese sanitarie; a quel punto fruiscono in regime di esenzione delle prestazioni erogate dal SSN.
Eventuali farmaci o altri ausili vengono acquistati e rendicontati entro un budget prestabilito dalla Prefettura.
Presso la struttura è inoltre a disposizione uno sportello di supporto psicologico aperto a tutti i beneficiari con focus particolare a coloro che manifestano vulnerabilità.
Quanto dura la permanenza in struttura?
Il periodo di permanenza è molto variabile e dipende da numerosi fattori. Generalmente la persona che entra in struttura effettua il fotosegnalamento e la formalizzazione della domanda di protezione internazionale durante le prime settimane, trascorsi alcuni mesi giunge l’appuntamento presso la Commissione Territoriale che dovrà valutare la domanda di protezione internazionale. Una volta giunta la decisione della Commissione Territoriale – in base alla tipologia di procedura possono occorrere 6 – 12 -16 mesi) se il beneficiario ospite ottiene il riconoscimento della protezione verrà trasferito nella c.d. “seconda accoglienza”, in alternativa ha diritto a presentare ricorso e sarà il Tribunale, dopo alcuni mesi – a volte anni – a esprimersi sulla domanda di protezione internazionale.
Persone che manifestano particolari vulnerabilità (sanitarie, psicologiche, donne incinte, nuclei familiari, etc) vengono più rapidamente trasferite nella c.d. “seconda accoglienza” (progetti SAI sul territorio nazionale).
Sono frequenti anche le uscite volontarie dalla struttura: persone che giungono dagli sbarchi e decidono di abbandonare l’Italia dirigendosi in altri paesi oppure beneficiari che ottengono un lavoro in altre parti d’Italia e lasciano volontariamente la struttura.
Anche nel caso in cui il beneficiario ottenga un reddito sufficiente, stabilito dalle norme, la Prefettura può revocare le misure di accoglienza.
Chi si occupa dei beneficiari ospiti?
Presso la struttura operano complessivamente 10 lavoratori CRI (profili tecnici – amministrativi – logistici) oltre ad alcune figure professionali esterne (Medico, Psicologa, Mediatori Culturali, etc).
In aiuto al personale dipendente operano i Volontari CRI che quotidianamente supportano le attività, in particolar modo per quanto attiene i trasporti, la ristorazione e le attività di inclusione.
In struttura operano anche dei tirocinanti, talvolta svantaggiati inseriti in programmi promossi dalla Regione Piemonte, e Lavoratori di Pubblica Utilità che svolgono le ore di lavoro nell’ambito delle misure alternative alla pena.
In quali spazi vengono accolti i beneficiari ospiti?
Al momento, anche a seguito dei lavori di ristrutturazione sull’immobile del Polo Logistico, tutti i beneficiari sono accolti all’interno di moduli abitativi dotati di impianto di climatizzazione (caldo/freddo).
I moduli abitativi, in funzione del loro dimensionamento, ospitano da un minimo di 2 persone ad un massimo di 8 persone, suddivise per nazionalità. Ciascuno ha a disposizione un armadietto personale.
Complessivamente sono disponibili 12 docce e 11 servizi igienici.
Presso la struttura sono disponibili spazi esterni e un locale in cui poter leggere, studiare o svolgere attività di formazione.
Come è gestita l’attività di ristorazione?
Dal 2021 al 5 Gennaio 2025 presso la struttura era operativa una cucina interna che si occupava della produzione e somministrazione pasti per i beneficiari e per il personale in servizio. Ai beneficiari ospiti viene garantita la colazione, il pranzo e la cena secondo specifiche tecniche indicate dalla Prefettura di Torino, il menù tiene in considerazione le esigenze derivanti dalle diverse nazionalità di provenienza.
Durante il periodo di Ramadan le attività di ristorazione tengono conto delle esigenze degli ospiti osservanti.
A causa dei lavori di ristrutturazione nell’ambito del PNRR, a partire dal 6 Gennaio 2025, è stato attivato un catering che rimarrà in funzione sino al termine dei lavori; il Refettorio è stato temporaneamente rilocalizzato in spazi messi a disposizione grazie alla disponibilità della locale squadra AIB.
Una volta ripristinati e ammodernati cucina e refettorio torneranno operativi tanto per le esigenze dell’accoglienza quanto per eventuali situazioni di protezione civile (produzione pasti in caso di emergenza per consumo in loco o distribuzione in Valle di Susa).
Formazione? Lavoro?
Il capitolato tecnico ministeriale che regola le attività di accoglienza non prevede particolari attività legate alla formazione e all’inclusione lavorativa vista la permanenza che dovrebbe essere di carattere temporaneo e transitorio tuttavia, entro i limiti delle risorse a disposizione, l’impegno della CRI è massimo per favorire questi processi.
Presso la struttura, grazie alla collaborazione di un gruppo di insegnanti volontarie, è organizzato un corso di Italiano; i beneficiari ospiti vengono invitati a iscriversi presso il CPIA 5 sede di Bussoleno per i corsi di lingua italiana (A1 – A2 – Terza Media).
Relativamente alla formazione professionale sono stati promossi alcuni corsi ad hoc; nel 2024 2 corsi per “addetto alla manutenzione del verde” e 2 corsi “addetto tecniche servizi ristorativi”; buona parte dei beneficiari ospiti coinvolti in questi percorsi hanno avviato tirocini (4 direttamente presso la CRI) o veri e propri contratti di lavoro sul territorio.
Attraverso alcune progettualità (ad esempio progetto POLI) i beneficiari ospiti vengono supportati nella predisposizione del CV e nell’iscrizione al Centro per l’Impiego e alle agenzie di somministrazione lavoro.
Costi?
Anche i costi di tali attività sono regolati dalle norme di legge e prevedono la rendicontazione di tutti i costi sostenuti per le attività previste. Per ciascuna persona ospitata la Prefettura eroga al soggetto gestore (CRI in questo caso) sino ad un massimo di € 26,68 per giornata di effettiva presenza (eccezione fatta per i 2,50 giornalieri erogati direttamente al beneficiario); con queste risorse viene retribuito il personale, acquistate le derrate alimentari, pagate le utenze, i servizi di pulizia, le manutenzioni, i costi di trasporto.
E’ importante segnalare come l’attività sia completamente soggetta a rendicontazione pertanto il rimborso è relativo ai soli costi realmente sostenuti entro i limiti dettati dalle norme.
Progetto “Inclusione e Collaborazione”
Nell’ottica di includere i beneficiari ospiti in attività utili al territorio che li ospita è stato raggiunto un accordo con il Comune di Bussoleno relativamente al progetto “Inclusione e Collaborazione”: il progetto prevede il coinvolgimento delle persone migranti, su base volontaria, gratuita e disinteressata, in attività di pubblica utilità quali il taglio erba, tinteggiatura e piccoli interventi di manutenzione. Durante lo svolgimento di tale attività i beneficiari sono assicurati per il rischio infortuni e semestralmente viene rilasciato un attestato di partecipazione.
Ringraziamo chi ha avuto la pazienza di leggere il fact-checking; l’operato dell’Associazione è teso ad accogliere queste persone con Umanità, entro i limiti dettati dalle norme, lavorando quotidianamente per il loro percorso di inclusione sul territorio.
Vediamo di scendere a zero in breve tempo o trasferire in blocco dagli amici Albanesi, che qui sembra di stare all’estero tra voi e gli affitti regalati in centro al paese in quelle catapecchie che cadono a pezzi dei boogia nen tirchi che non spendono 1 euro per ristrutturare e il comune ancora glielo permette. Un paesino orrorifico!
Chissà se i nostri nonni emigrati in Svizzera, Belgio, Germania, Francia, Inghilterra hanno avuto questa …triste… accoglienza. Questo articolo è riuscito a farmi salire la pressione oltre i limiti.
Ma perché non danno anche ai nostri italiani senza tetto senza lavoro senza aiuti una soluzione abitativa anziché farli dormire per strada dentro i cartoni senza cibo al freddo sulle panchine sotto zero.
Loro sarebbero riconoscenti sicuramente e sarebbero pronti a fare qualsiasi cosa per riconoscenza.
La cri di Susa è una realtà sana della valle. È anche una opportunità di impiegare del tempo per giovani e meno giovani. Può non piacere la legge sull’immigrazione o la politica estera del nostro paese. Ma la cri non entra nel merito di chi sta in cabina di regia a Roma. Offre servizi a chi non ha alternative. Onora gli impegni con il 118 da prima del 2000 e lo fa nel migliore dei modi perché in valle non è facile trovare volontari in uno scenario dove c’è chi non ha lavoro. In questo scenario tutto è migliorabile certo, ma la cri è una realtà dove volontà e costanza cercano di diminuire la distanza tra chi sta male e chi sta bene. Tra chi ha il minimo e chi non ha nulla. La valle ha molti problemi taluni atavici. Ma la cri di muove nel proprio piccolo per soluzioni possibili, pratiche e immediatamente applicabili.
Però!!!!
Il menù è davvero non male, mangiano meglio loro che i nostri poveri che vanno alla Caristas a Torino e per giunta senza mai lamentarsi nonostante alcuni dormono per strada o in macchina e camminano con scarpe inadeguate al freddo e vestiti vecchi, e per dirla di cui alcuni hanno pure figli piccoli da crescere.
Nella manifestazione che hanno fatto a Bussoleno davanti alla stazione qualcuno di loro ha pure insultato ripetutamente l’Italia offendendo anche i passanti come Italiani, su face book esistono dei video dettagliati.
Siamo troppo tolleranti, in altri paesi il risposta sarebbe ben diversa.
Sono un ultra60enne che deve continuare a lavorare tutto il giorno anche per mantenere i giovani che girano a vuoto e ho quindi poco tempo per cucinare e finisce che mangio cose veloci ma poco sane
Chiedo se posso venire anch’io lì che il menù mi sembra equilibrato e completo
Grazie
Ciao a tutti coloro che leggono il mio messaggio. Sono un candidato al campo profughi di Bussoleno, arrivato di recente in Italia come cittadino gambiano. Incontrare questa pagina oggi mi ha davvero emozionato, scoprendo le attività e i progressi nel campo. Desidero esprimere i miei ringraziamenti e la mia ammirazione a tutti gli italiani e al CRI per la loro dedizione e il loro duro lavoro. Nonostante le sfide nell’interagire con persone di diversa estrazione ogni giorno, sono grato per i consigli pratici e le regole fornite ai nuovi arrivati il loro primo giorno al campo. In sostanza, estendo i miei più sinceri ringraziamenti, in particolare all’Italia. Mentre noi migranti potremmo lottare per ripagare la nazione, intendiamo mostrare il nostro apprezzamento e rispetto all’Italia. Grazie per la vostra attenzione.
Benvenuto, sig. Musa!
Dietro le proteste e la manifestazione (non autorizzata) ci sono i soliti noti dei centri sociali che ormai da anni aizzano gli extracomunitari contro gli italiani.Per questa gentaglia vale il principio del tanto peggio,tanto meglio.
Speriamo che questa volta le docce funzionino e vengano usate correttamente.
Basta buonismo ,aiutare si ma prima vengono gli italiani, mi pare che non sia cosi
Diamo da fare dei piccoli lavori utili – pagati- a questi giovani che si lamentano nonostante tutto quanto si fa per loro. Magari imparano a inserirsi in società e non vanno bighellonando.
I famosi RIFIUGIATI ….
Nomen omen
Sono molto rammaricato da commenti che ritraggono i volontari come opportunisti di facoltose risorse messe a disposizione dallo Stato , pensiamoci bene prima di additare chi ogni giorno ci soccorre ,chi offre gratis tempo e lavoro ,si priva di riposo e deve organizzare la propria vita e la famiglia per prestare servizio ,e questo vale per tutti i volontari
Dare ospitalità può anche andare bene, ma devono ricambiare tutti con massimo rispetto verso gli Italiani. Devono rispettare le nostre leggi e darsi da fare per ricambiare l’ospitalità, non vivere alle nostre spalle e offenderci in ogni occasione e commettere reati ovunque.
Siamo troppo bravi e tolleranti, qualche regola e qualche paletto deve essere messo urgentemente.
Personalmente vedere queste persone sparse ovunque che girano senza una scopa in mano solo con lo smartphone è davvero offensivo.
Ma quanti prestanome ci sono in giro?
Io da italiana se voglio una sim per lo smartphone obbligatoriamente per LEGGE devo dare carta d’identità e codice fiscale, questi senza documenti come gli permettono di avere le sim e smartphone abbonamenti internet e voce senza avere documenti e senza essere controllati?
La legge non è uguale per tutti, questo è un vero esempio.
Il progetto d’ inclusione interessa agli italiani a loro no , infatti nella articolo precedente era indicato.Tra l’ altro quando decidono di cambiare Nazione sono così’ come li vediamo, in ciabatte o scarpe con una giacca se fortunati con temperature basse e a volte la neve.Trovati alla frontiera?????? Magari i francesi li mandano qui perché’ non li vogliono, ma cio’ non e’ corretto .Circa 27 euro e non c’e’ l’ acqua calda????
Scintilla, i volontari sono linfa vitale, massima riconoscenza (anche io lo sono da decenni) Diversa invece è l’opinione su alcune realtà che li sfruttano per far cassa. Personalmente ritengo che, se un’associazione di volontariato deve avere molti dipendenti e dirigenti per operare, qualcosa non quadra. Quello non è piu volontariato. Buona vita !