VALSUSA, GLI STORICI GESTORI DEI RIFUGI VANNO IN PENSIONE: “SIAMO AMAREGGIATI”

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di IVO BLANDINO

MOMPANTERO / MALCIAUSSIA – Giovedì 24 settembre il sereno luogo della Alta Valle di Lanzo Malciaussia ci ha accolti tra le sue meravigliose montagne che confinano con la Val di Susa ed il suo incantevole lago. Meglio, ad accoglierci ci hanno pensato i proprietari del Rifugio Vulpot (rifugio escursionistico posto tappa GTA) Ileana Bruno e il marito Giovanni. La coppia dopo anni di gestione di rifugi andrà in pensione. Ecco la loro intervista.

Ma chi sono Ileana e Giovanni? 

Io, Ileana, sono di Mompantero (per precisione della frazione Trinità), mentre mio marito è originario di Asti e per 50 anni abbiamo gestito (prima con mia mamma e mia figlia), il Rifugio del Truc a Mompantero sulla strada che conduce al Rocciamelone fino al 2007 e dal 2008, sempre con mio marito, il rifugio Vulpot di Malciaussia, acquistando noi stessi lo stabile. Per noi è arrivata l’ora di andare in pensione e così ritorniamo in Val di Susa, un po’ amareggiati per diverse cose successe.

Perché amareggiati?

Perché lasciamo le Valli di Lanzo e ritorniamo in Val di Susa, anche se noi eravamo a Malciaussia, dagli inizi di giugno fino a fine settembre.

E tristi?

Perché se non riusciamo a venderlo o darlo in gestione, chiudiamo tutto. Andiamo in pensione perché gli anni ci sono, anche i capelli grigi. A causa di episodi negativi con il Comune di Usseglio, come la mancata installazione del servizio Internet (perché qui non c’è assolutamente rete). Solo noi disponiamo la rete fissa e molti sono i clienti, turisti che vengono da noi per comunicazioni urgenti. Quando nel 2008 siamo giunti a Malciaussia, il comune di Usseglio ci ha accolti con il tappeto rosso, e malgrado alcune difficoltà siamo riusciti a far rivivere questo rifugio (che era stato abbandonato). Nel corso degli anni siamo riusciti a  crearci una bella clientela non soltanto della Valle di Lanzo o Val di Susa, ma direi da tutto il mondo. Qui arrivano semplici viaggianti che vengono anche solo per mangiare un pranzo o una cena, ma soprattutto arrivano tantissimi escursionisti alpinisti, italiani, francese, inglesi australiani tedeschi, svizzeri, finlandesi, canadesi, australiani svedesi e, quest’anno, anche un gruppo di americani: tutta gente a cui piace camminare e percorrere i sentieri delle nostre belle montagne. Aggiungo tra questi anche camperisti, campeggiatori e molti motociclisti.

Ileana, raccontaci la tua storia?

Io sono nata nel 1957, sono cresciuta con mia mamma che gestiva già il Rifugio del Truc (in Val Susa) e fin da bambina mi facevano portare i mezzi quartini di vino, panini di acciughe, formaggio ecc. Il rifugio è sempre stato il mio lavoro che tanto ho amato. E’ stata la mia vita, 50 anni d’impegno che ho tanto amato.

Sentiamo il marito Giovanni. Che cos’ha da dire in merito a questa situazione?

Ma io avrei tantissime cose da dire sia per quanto riguarda i comuni di Usseglio e Mompantero, gli unici che hanno sempre boicottato il nostro lavoro o il nostro impegno. Mi fermo qui, perché ne avrei cose da dire.

Ileana, sono molti i vostri clienti che provengono dalla Valle di Susa?

Sì, moltissimi. Vengono da tutti i paesi della Valle di Susa: da Bardonecchia fino alle porte di Torino. Prima di concludere questa intervista, io e mio marito desideriamo ringraziare ValsusaOggi per questo interessamento nei nostri confronti e per questa opportunità di far sentire, forse con un po’ di ironia e polemica, ma che corrisponde a verità, la nostra preoccupazione per il futuro e lo sviluppo del turismo.

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14 COMMENTI

  1. buongiorno non tutte le realtà comunali sono uguali ma purtroppo la cultura turistica nelle valli e solo agli albori e troppe volte gli amministratori pubblici non sono all altezza della situazione anche perchè in certi casi la burocrazia e la poca volontà o la poca capacità mina ogni possibilità di sviluppo, resta agli imprenditori l onere e l impegno di trovare soluzioni per far crescere la conoscenza del territorio e lo sviluppo tecnologico della loro realtà.

  2. Tanta amarezza in questa intervista, dopo una vita di lavoro lasciare così i luoghi tanto amati
    fa stringere il cuore. Impegno, passione, costanza, abnegazione, anche forse un pizzico di sana
    cocciutaggine che solo i montanari hanno. E la chiusa ancora più dolorosa: “Se non riusciamo a
    vendere, resterà chiuso per sempre”.

  3. Conosco bene i gestori e so con quanta dedizione hanno cercato di incrementare il turismo, non solo al lago, ma anche per tutta la valle di Viu. Ha presente l’ effetto domino? Più gente frequenta, più gira l’economia per tutti, compresi i negozietti, i bar, pure il benzinaio! Purtroppo l’amministrazione non ha colto. Ha chiuso la strada con accesso a pagamento, ha chiuso i bagni pubblici prima, poi li ha messi a pagamento (!), negli ultimi anni non si è impegnata minimamente per cercare di installare un ripetitore per i telefoni e se hai un’emergenza seria non sai come chiamare i soccorsi (al rifugio hanno il telefono come ponte radio che non funziona in caso di maltempo). L’unico riferimento resta il rifugio a 360 gradi, con tanta gente pretenziosa che senza rispetto non consuma neanche un caffè.
    Credo nell’amarezza.

  4. Siamo immensamente contenti per loro che si possono godere la pensione, siamo invece immensamente tristi per coloro che invece sono stati costretti a chiudere causa pandemia, causa crisi, causa regole RISTRETTISSIME,che sono valse solo e soltanto a penalizzare i bar e ristoranti, e invece non sono state applicate con la medesima solerzia a negozi e negozietti, dove spesso si notavano assembramenti, e dove spesso si vedevano persone senza mascherine
    Questo ci duole doverlo specificare ma è una triste realtà, perché chi ha pagato il prezzo maggiore sono stati bar e ristoranti
    Comunque l importante e non ammalarsi poi faccia il Buon Dio ciò che è giusto

  5. Grazie… Grazie… Grazie… Per la vostra volontà nell’aver tenuto duro nonostante l’assenza di chi amministra il territorio che non perde occasione per dimostrarsi miope… Per non dire di peggio…
    Sempre più spesso mi chiedo che cosa impedisca agli amministratori locali di impiantare delle politiche che siano turisticamente vincenti senza per ciò essere sostenibili e non distruttive del territorio. Queste politiche esistono. Non sono immaginazione o visioni di chi come me vede le nostre valli come patrimonio naturalistico da condividere in modo sostenibile…
    Spero dal più profondo che arrivino, da un lato, dei “pazzi visionari” che raccolgano la vostra eredità e continuino sul solco che avete tracciato. E dall’altro lato auspico amministratori più sensibili che aiutino queste strutture credendo in una micro economia locale sostenibile.

  6. È veramente così ,le problematiche che i gestori hanno solo moltissime e bisognorebbe incoraggiare queste persone e ringraziarle che tengono vive parte delle nostre montagne, non solo , riescono a muovere più persone sapendo che c’è un servizio di ristoro, ristorazione e quant’altro.

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