VALSUSA, “IL CROCIFISSO È APPESO IN AULA”: LA PRESIDE DEBERNARDI REPLICA ALLE FAMIGLIE

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di BARBARA DEBERNARDI
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Gentile Direttore,
vista la lettera oggi pubblicata, di alcuni non meglio precisati genitori di Bardonecchia, che mi chiama direttamente in causa, sono in dovere di fornire le seguenti informazioni, che purtroppo smentiscono la ricostruzione fatta dagli autori.
Lascio a Lei e ai lettori i commenti. Io mi limiterò ai fatti. Documentati e documentabili.
Nella serata del 29 settembre vengo informata per iscritto da una mia docente che il crocifisso presente nella sua aula è stato da lei tolto dal muro e messo nell’armadio, in nome del principio di laicità della scuola, pur nel rispetto di un simbolo fondante e fondamentale in cui si riconoscono i cristiani e pur rendendosi tardivamente conto che tale azione sarebbe stata da concordare preventivamente con il resto del Team docenti.
Il giorno successivo rispondo, via mail (con testo che qui sintetizzo) alla docente:
nei miei personali uffici, di Sindaco e di Dirigente, nonostante o forse proprio grazie alla mia formazione teologica, non ho esposto pubblicamente questo simbolo religioso, reputando – con giudizio strettamente personale – che lo stesso dovrebbe avere casa in luoghi consoni, cioè in luoghi di culto e in spazi culturali cristiani;
al contrario, in un’aula scolastica condivisa, in rispetto di tutte le sensibilità presenti, tutte egualmente degne, la decisone di togliere il crocifisso ritengo debba essere condivisa con tutta la comunità educante e a me comunicata;
infine, ogni azioni andrebbe sempre messa in atto pensando ai frutti che potrà portare e che, nel dubbio, è sempre saggio rifarsi a quegli insegnamenti di quel laico maestro di Pace che fu Achille Croce, che fra il resto suggeriva:
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“Abbi rapporti pacifici con i più prossimi.
Studia, vivi e propaganda i principi della non violenza.
Studia, conosci e rispetta la religione degli altri.
Sii veritiero.
Usa mezzi buoni, in armonia con i fini.
Cerca senza posa la Verità.”
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Contestualmente ricevevo da una “rappresentante di alcune mamme della scuola primaria di Bardonecchia” la segnalazione dell’avvenuta rimozione del crocifisso e del conseguente disagio. E il 2 ottobre così rispondevo al genitore:
“Gentilissima,
grazie della segnalazione. Sono stata messa al corrente del problema anche dalle insegnanti, alle quali ho chiesto di trovare una soluzione condivisa e soprattutto rispettosa della sensibilità dei bambini. Sono in attesa di loro determinazioni e sarà mia cura darle informazioni in merito.”
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Ho quindi scritto al Team dei docenti, ricordando loro i principi non personali, ma giuridici, ai quali ispirarsi nella gestione del problema. E che qui, nuovamente, sintetizzo.
La Corte di Cassazione si è infatti recentemente (e per fortuna!) pronunciata sul dibattito. Nel 2021, ha dunque stabilito che l’esposizione del crocifisso non è obbligatoria, ma non può intendersi come discriminatoria. Essa non è imposta, però deve essere decisa in autonomia dalla scuola, con un dialogo che coinvolga le famiglie, in modo tale da consentire a tutti di esporre la propria posizione.
Chi decide in ultimo sull’esposizione? La decisione spetta al Dirigente, che dovrebbe fare un proprio provvedimento, specie in caso di contrasti. Il Dirigente, dice sempre la Cassazione, non può però procedere a vietare il crocifisso nelle aule. Così come un’eventuale Circolare che lo imponga non appare ammissibile perché questo modo di procedere non è conforme al modello e al metodo di una comunità scolastica dialogante, che ricerca una soluzione condivisa nel rispetto delle rispettive sensibilità.
La decisione del resto non può essere imposta neanche dal singolo docente, che può proporre l’esposizione del crocifisso, ma non stabilirne l’uso o vietarlo, nemmeno se la regola sia limitata alle sue ore di lezione. Ha evidenziato infatti la Cassazione che egli non ha un potere di veto o di interdizione assoluta rispetto all’uso del crocifisso.
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Alla luce di queste indicazioni (e non di una mia personale direttiva, che fino ad oggi non c’è mai stata) ho chiesto alle docenti di riflettere e di propormi una scelta condivisa.
Nel frattempo il crocifisso è rimasto al suo posto, appeso in aula (contrariamente a quanto scritto dai genitori, e per me anonimi, autori della lettera) e solo nella serata di oggi (9 ottobre 25) sono state messe a parte delle riflessioni condotte a inizio settimana dal Team docenti, presenti le Fiduciarie di Plesso, e sulla loro proposta condivisa.
E, pur rispettando lo strumento informativo che ospita questo dibattito giornalistico, fondato purtroppo su dati errati e non marginali, del contenuto della proposta informerò prima di tutto non gli “anonimi genitori” estensori della lettera, ma i genitori che mi hanno interpellata direttamente, firmandosi e chiedendomi un confronto, che mai ho rifiutato, come ben sanno le famiglie con le quali quotidianamente mi interfaccio da Dirigente e come credo ancora sappiano i miei allievi: quelli con i quali ho vissuto 34 anni di insegnamento di religione e di cultura cristiana (non di catechismo, che ha e deve avere spazi autonomi e certamente non scolastici!) dei quali nulla rinnego e che neppure mi sento di dover difendere. Per fortuna la storia di questo lungo percorso umano e professionale, parla per me.
Grazie per l’ospitalità.
Prof.ssa Barbara Debernardi
Dirigente scolastica della Direzione Didattica Lambert, già docente di Religione dell’Istituto Superiore Des Ambrois.

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51 COMMENTI

  1. Cosa significa “ ….sono state messe a parte delle riflessioni condotte…”?? Forse voleva dire “ sono stata portata a conoscenza delle riflessioni “ ? Risultato ? Visto che non può essere imposta né la permanenza del crocefisso né la sua eliminazione ? Ritengo ci siano altre cose ben più importanti cui pensare ; però l’eliminazione del crocefisso costituirebbe un’ ulteriore deprecabile riduzione delle tradizioni italiane a favore dell’invasione islamica . Personalmente sono ateo ma certamente non sono infastidito dalla presenza del crocefisso : ben venga la festa del Natale !

  2. In primis cara professoressa il crocifisso NON è un simbolo CRISTIANO MA CATTOLICO, infatti non tutti i credo cristiani riconoscono il crocifisso ( basti pensare ai protestanti…), in secondo luogo se il simbolo non deve essere esposto in nome della laicità dello STATO va tolto dappertutto e soprattutto non per non discriminare altre confessioni religiose, infine in nome della laicità dello STATO dovrebbe essere bandito qualsiasi simbolo religioso ( mi sovviene lo chador per i mussulmani -solo per le donne-, )

  3. Ma vent’anni trent’anni fa si facevano queste cose?

    Come mai oggi?
    Il crocefisso rappresenta la nostra cultura, il nostro passato, il credo dei nostri genitori e dei nostri nonni.

    Ma cos’è questa storia?

    A chi non piace non lo guarda, come io evito di guardare alcune cose e persone.

    Siamo stati anche troppo tolleranti.

  4. Immagino che la signora, che vanta addirittura formazione teologica (significa per caso “cristiana cattolica”? Non mi sembra) si attenderà avvenire profonde disquisizioni dottrinali nel cenacolo di menti che abitano quotidianamente questa AULA DI SCUOLA ELEMENTARE, al cospetto del crocifisso. O forse, lo vuole agganciato al muro per solidificare qualche sua convinzione personale? Insomma, c’è beneficio per i pargoli, o c’è compiacimento nel vedere in un simbolo riflessa la propria identità (fragilissima, se necessita di appendere un pezzo di legno in una classe di bambini inconsapevoli per vedersi riconfermata). Menzione d’onore per la rappresentate dei genitori, con quale attenzione ispeziona giornalmente le pareti della classe! Mi auguro la stessa attenzione nei confronti dell’insegnamento impartito dai professori.
    Ridicolo il passaggio che parla di una soluzione “rispettosa della sensibilità dei bambini”, spero e credo che a 7 anni nessuno di loro si occupi di morti in croce. Sarà strabiliante, ma si può non rubare la merendina al compagno e aiutarlo a rialzarsi quando cade e si sbuccia il ginocchio anche senza noiose preghiere e simboli criptici. Con buona pace dei genitori annoiati e degli studiosi di teologia che devono battibeccare per convincersi di avere delle opinioni che contano!
    Saluti!

    • “…si può non rubare la merendina al compagno e aiutarlo…”, ma è FACOLTATIVO, e sempre meno lo fanno pur sentendosi nel giusto, e se ne vedono le conseguenze.
      Col Crocifisso invece è OBBLIGATORIO, e chi non rispetta quei criteri deve sentirsi in errore

  5. Sinceramente non capisco queste famiglie anonime(ma!!!).
    Se una cosa è giusta val la pena esporsi.
    Che ricordo io dalla materna alle superiori i crocifissi nelle aule ci sono sempre stati Istintivamente ho pensato che essendo l’Italia un paese cattolico il crocifisso era lì per ricordarlo e ogni tanto si diceva una preghiera . E chiaro che chi l’ha tonto prova astio nei confronti della nostra religione. Qualche provvedimento andrebbe preso nei confronti dell’autore del gesto.

  6. La risposta della preside è un classico “un colpo al cerchio e uno alla botte”…prolissa e innervosita dall’articolo e dagli “anonimi” che commentano. E quindi, la soluzione? Immagino, che discuterne in assemblea con i genitori e gli insegnanti, sarà più vivace di una riunione del condominio! Auguri! 😉

  7. Togliamo IL CROCIFISSO (cioè Gesù con i suoi insegnamenti) dalle nostre aule e soprattutto dalla nostra vita, e vedremo che fine faremo, sia nell’al di qua (e se ne vedono già le conseguenze) che nell’aldilà (anche per chi non ci crede)

  8. Facevo le elementari e forse un po’ di medie
    alla parete il crocefisso e Leone , non il Papa che non era nemmeno prete ma bensì il presidente della repubblica , io di politica capivo niente ma poi seppi fu coinvolto nelle tangenti Lokid ( ora Martin), per gli aerei militari , un ladro e l’ opposto esposti come esempio.

  9. Debernardi ha scritto in modo più chiaro di quanto sembrano intendere alcuni dei suoi commentatori.
    Tutte le parti coinvolte saranno chiamate ad una scelta condivisa ed alle scelte condivise si può giungere anche non condividendo la scelta che verrà adottata.

    • Una scelta condivisa o a maggioranza? Non due cose diverse fare una scelta a maggioranza e fare una scelta che condivisa, soddisfi tutti.
      Ma soprattutto in che modo uno non può professare una religione senza il crocifisso nei luoghi dello stato quando il territorio è ovunque invaso da croci, chiese, cappelle votive ?

  10. Ma io chiedo una cosa! Ma a scuola si insegna ancora religione? Senza un simbolo appeso al muro? Gli studenti mussulmani seguono queste lezioni? E quale religione si insegna? Quella mussulmana?

  11. Complimenti alla maturità delle famiglie, bell’esempio per i bambini e le bambine.
    Solidarietà alla maestra e alla Dirigente per aver difeso un principio che dovrebbe essere condiviso da tutti, credenti e non: la scuola è un luogo laico.

  12. Io prego Gesù e Maria per tutte le persone che hanno perso di vista la Via Salvifica dell’ unico Salvatore del mondo, Gesù Cristo.
    Satana avanza sempre più ovunque.
    Che Dio abbia pietà di noi tutti.
    Povera Italia e povero mondo

  13. Siamo uno stato laico o no? Quindi via i simboli religiosi dalle scuole e dai luoghi pubblici, idem per veli vari tipo hijab, burqa, e niqab.

    • Uno stato laico riconosce la libertà di culto.
      Libertà di culto significa accettare i simboli di chi il culto lo pratica, di tutti i culti nessuno escluso.
      Sarà la laicità di chi si ritiene tale a riservare a questi simboli tutta la propria indifferenza.
      Sarà altrettanto sua cura accettare l’indifferenza degli altri verso i propri simboli.
      In una società, più secolarizzata che laica e zeppa di vitelli d’oro, lagnarsi per un burka o un crocifisso rasenta il ridicolo.

      • La domanda giusta sarebbe: seguendo il principio della libertà di culto in una scuola laica, si è disposti ad aggiungere simboli di altre religioni?
        Perché ad essere imparziali si dovrebbe considerare tutti o nessuno!

  14. Io non sono cattolica ma penso che se dobbiamo vietate il crocifisso in nome dello stato laico dobbiamo anche vietate i simboli di tutte le altre religioni. Anche perché se qualcuno viene a casa mia si fa’ andare bene i miei mobili e la mia caffetteria altrimenti rimane a casa sua a bere il suo caffè.

  15. Premetto che non sono cattolica. Se dobbiamo togliere il crocifisso in nome dello stato laico dobbiamo vietare anche tutti i simboli delle altre religioni. Se qualcuno viene a casa mia si fa’ andare bene i miei mobili e la mia caffetteria altrimenti rimane a casa sua a bere il suo caffè.

  16. È stato ed è ancora di centrosinistra, la ex Sindaca del paese che per primo con i cattolici veri decise di non costruire armi , era la salvezza dell’ Azienda ma la perdizione umana , c’è sempre una responsabilità nel costruire munizioni , ancora adesso i cristiani cialtroni accusano i compagni e Achille Croce di aver sacrificato un’ Azienda per gli alti valori pacifisti , per me’ sarà per sempre Chiluccio, la cultura non violenta applicata nella Vita, il tacere piuttosto che ostentare la stupidità umana un giorno alla settimana,
    vegetariano non salutistico ma per rispetto umano , avvocato senza aver studiato ma aver letto tanto e avere una cultura come Gandhi che fermo` con la non violenza la potenza militare dell’ unica Nazione che ha colonizzato il Mondo con un Esercito invincibile e non ha mai perso una guerra convenzionale , ma il tribunale di giudici in parrucca Inglesi dovette riconoscere che non esiste un Re predestinato da Dio (Enrico XIII) ,anche se scomunicato dal Papa per l’ oscenità di marito poligamo e insaziabile perché senza erede al trono , fondo` la Chiesa Anglicana ,protestante ma non degna come l’ Evangelica di fondazione morale in contrapposizione alla sete di denaro ancora oggi e scandalo e declino del cristianesimo effimero.

    • Enrico Ottavo, non tredicesimo.
      Erede femmina: Elisabetta I.
      La Monce non andò in malora per colpa di Achille.
      Il voto contro la fabbricazione di armi avvenne quando non c’erano commesse in corso.
      Fu una pronuncia di volontà, non di imposizione.
      Erano tempi di …… dialogo in Valle.

  17. Brava Preside,
    Il principio di inclusione e di studio delle altrui religioni è esattame ciò che ci si aspetta da una scuola seria,laica e senza preconcetti.
    Alle famiglie anonime, ma veramente questo è ciò che si chiede alla scuola oggi?
    Essere Talebani fa male ad ogni latitudinr

  18. Il crocifisso rappresenta l’insegnamento di Gesù riportato in Mt 7,12 e Lc 6,31: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”.
    Togli il crocifisso e togli quel principio, che cosa resta ? La laicità ? Ne vediamo i risultati

  19. Non preoccupatevi, perchè entro pochi mesi verrà introdotta la nuova ed unica religione mondiale con il nuovo Dio: la IA. nel frattempo consiglierei ad appendere il simbolo del dollaro o un parrucchino biondo, magari una bella bandiera israeliana, così da indottrinare subito i bambini sul fatto che siamo una proprietà Usa/Sionista. Sia mai che sviluppino senso critico e, orrore degli orrori, mettano in pratica gli insegnamenti di Gesù Cristo.

    P.S. Signore, non perdonarli, perchè sanno perfettamente quello che fanno.

  20. Volendo essere imparziali si dovrebbe considerare tutti o nessuno!
    Seguendo il principio della libertà di culto in una scuola laica, si è disposti ad aggiungere simboli di altre religioni o è solamente propaganda per supportare le proprie convinzioni?

  21. Fate prima. Mettete in aula i segni di 4 o 5 religioni. Così tutti possono scegliere a chi votarsi. Per gli atei la foto di pol pot. Per non fare torto a nessuno.

  22. Intanto vedo una volgarità di risposte a fronte di una trattazione pacata e argomentata. In secondo luogo ricordo che ol discorso della preside non riguarda per nulla la religione mussulmana per.cui spedirei al mittente la islamofobia. Ricordo che oramai il tasso di matrimoni civili e bambini non battezzati è molto alto, per cui il laicismo è una realtà. Ma 8n un paese come Bardonecchia può un ragazzino appartenere ad una famiglia laica senza fare i sacramenti e oratorio o viene discriminato ? Che io sappia, è davvero molto difficile.
    Quel simbolo allora non rappresenta davvero i valori cattolici, ma è un simbolo divisivo che vuol dire o con noi o contro di noi, o fai parte della nostra comunità ose fuori, e il suo significato viene del tutto travisato. E lo stato non può essere solo per qualcuno, deve essere per tutti. Un ragazzino laico nella scuola deve sentirsi a casa, non occasionale ospite. Non è un problema di mussulmani, a parte che non disconoscono i simboli cristiani, a loro comunque il radicamento religioso quale che sia fa comodo.
    Nella valle.negli anni 40 del secolo scorso la laicità non era uno scherzo, in alcune frazioni i preti no potevano mettere piede.

  23. Povero Gesù da vivo ti hanno martoriato e ancora non finiscono tutti di lasciarti in pace.E la parte migliore e’ pensando avere ragione:(

  24. Chissà quante persone di circa 50/60 ricordano il loro periodo alle elementari ( e anche alle medie…) ..magari non nelle grandi città ma nelle piccole scuole sì, veniva il parroco a fare l’ora di religione ed era bella l’ ora di religione, si colorava, si cantava, si giocava, si parlava di tante cose…adesso ci sono le insegnanti di religione che sono bravissime a fare l’ora di religione, lo fanno in modo da includere tutti e ognuno nel cuore con il proprio Dio….indipendentemente da crocifissi appesi oppure no .
    I bambini? Sono loro che insegnano qualcosa a chi si crede ” grande ” .

    • Io ricordo che non era possibile evitarla, come oggi. Ai tempi del liceo la cosa era paradossale, una cosa vergognosa, scene senza senso, per fortuna che ora metà dei ragazzi vi rinunciano alle superiori (non nei paesini come Bardonecchia, ovviamente). Non un bel ricordo, non uno legato alla lezione di religione. La religione a scuola ci potrebbe stare se l’insegnante fosse nominato dal ministero con programmi ministeriali sulla storia delle regioni, è un assurdo fatta da un insegnante nominato dalla curia su programmi della curia.
      Io mi chiedo, quando esponete questo antiislamismo di facciata, non vi rendete conto che professate un rigido fondamentalismo religioso che non ammette alcuna diversità ed eccezione ? No, il mondo UNA VOLTA era peggio, chi non era cattolico era discriminato. Anzi UNA VOLTA chi non era cattolico veniva anche torturato, seviziato, perseguitato e ucciso. Ricordate, nell’esercito la figura principale è il cappellano militare … che senza dubbio manderà messaggi di bontà e pace.

  25. Un paese che perde tempo a discutere se mettere o togliere un crocefisso da un’aula, invece di discutere come ammodernare il nostro sistema educativo di fronte anche alle nuove tecnologie, è un paese destinato al totale declino. Non gliene è mai fregato uno stracazzo a nessuno di cosa ci fosse appeso sui muri dell’aula scolastica, prima che arrivassero quei coglioni della Lega a fare campagna elettorale su una marea di idioti catto-fascisti.

    • Riflessioni,
      la mia riflessione mi fa pensare che a Te la scuola non è servita molto, se per invocare un “ammodernamento del nostro sistema educativo” devi infilarci un inutile turpiloquio.

  26. Siamo Italiani con le leggi italiane.
    Rispetto del suolo , e delle leggi e di credo religioso e tradizioni Italiane.
    Adesso vogliamo togliere anche anche le feste natalizie oltre il crocifisso?
    Cosa insegnano ai nostri figli a scuola?
    Tik Tok, violenza, maleducazione, cattiveria verso il prossimo?
    La scuola deve educare oltre a insegnare rispetto verso leggi persone cose ecc.
    Una volta arrivavano le saperle educative.
    Ma ci rendiamo conto che siamo diventati tutti muti e troppo tolleranti davanti a tutto?
    Ecco perché siamo arrivati a questo punto.

    • Veramente la cattiveria la insegnano proprio quelle religioni di merda (tutte, a partire dal cattolicesimo tanto caro ai fatto-fascio-comunisti) che spingono a discriminare i diversi, gli appartenenti ad altre religioni “concorrenti”, e che mirano a limitare la libertà personale e il progresso dell’umanità. Non serve credere in qualche dio immaginario, o qualche favola su punizioni oltreterrene, per scegliere di vivere da brave persone.

    • Io trovo davvero intollerante, violento, assurdo legare il togliere un simbolo che rappresenta separazione e divisione, intolleranza ampiamente dimostrata in queste righe a violenza, maleducazione, cattiveria. Davvero, togliamo il crocifisso e tutti diventano più cattivi ? Qualcuno mi racconti la bontà legata al cattolicesimo, quali elementi di bontà rappresenta. Quanta violenza, quanta morte, distruzione, quante guerre, quanto assassini, quante persone sono state trucidate nel nome di quel simbolo ? E sarebbe un simbolo di bontà ? Quello è un simbolo, può essere interpretato come si vuole.
      Guardiamo le guerre di oggi ? Credete che Putin non usi una base religiosa per giustificare le sue stragi, non usi quello stesso crocifisso ? E guardate in Palestina, queste terribili stragi ci sarebbero senza due religioni diverse per lo stesso popolo ? No, guardate, la bontà sta in altri lidi, quel simbolo di morte non tiene lontana la violenza e la cattiveria. Ma soprattutto, non osate nemmeno accusare di cattiveria chi non lo venera, è un atteggiamento molto più offensivo dei turpiloqui di @rifelssioni.

    • La casa del Papa è il Vaticano. Non è Italia, e nemmeno Roma. La pretesa che tutti debbano accettare o condividere presunte “tradizioni italiane” solo perché piacciono a te è risibile. Io sono Italiano, nato in Italia, vivo in Italia, e di tutte ste cagate religiose non me ne è mai fregato nulla. Quindi quando parli di tradizioni italiane, ti posso solo rispondere “not in my name”.

        • Perché (1) a differenza tua e dell’altro fenomeno che ha scritto sopra, io ho due lauree e parlo fluentemente tre lingue e (2) “not in my name” è una citazione ben precisa.

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