VALSUSA, IL MONTE MUSINÈ E GLI UFO: TRA MISTERO E LEGGENDE

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di MARIO RAIMONDO

CASELETTE – Arrivavano? Non arrivavano? Chi lo sa? E poi: chi e cos’erano? La domanda, passata verosimilmente di generazione in generazione quasi come un sedime ancestrale, non ha mai avuto risposta univoca od ha avuto risposte inquadrate nella mentalità dell’epoca in cui sono state formulate. Ecco le fiamme delle danze delle streghe, ancelle di qualche scatenato satanasso, piuttosto chi i fuochi fatui; ecco le scintille delle ali degli angeli, piuttosto che notturni culti per invocare di nuovo la diurna luce del Sole. Fino ai moderni, affascinanti ultratecnologici dischi volanti, universalmente conosciuti come UFO. Cui la fantasia del secolo breve, con la letteratura ed il cinema, da Arthur Clarke ad Isaac Asimov, da Stanley Kubrik a Steven Spielberg, ha dato ali o, per meglio dire, “luci”. Arrivando dalla pianura torinese verso la Val Susa non si può fare a meno di notare la piramide del monte Musinè una montagna che è sempre stata immaginata “strana” per via delle leggende che l’hanno sempre circondata e che visse l’età dell’oro con le correnti di pensiero che si rifacevano, latu sensu, alla corrente di pensiero “madre”, definita come New Age. E che di meglio allora immaginare il Musinè come un varco spazio temporale od una base per intelligentissimi ET? D’altronde la “fascia radioattiva”, una fascia completamente brulla priva di vegetazione arborea ben visibile ancora nelle foto degli anni settanta e ottanta dello scorso secolo, cos’altro non era se non “la prova” di qualche andirivieni di “luci” che apparivano e sparivano d’incanto sul Musinè? Fu Giuditta Dembech, giornalista della Gazzetta del Popolo, voce di tante radio libere di quegli anni, persona di sterminata cultura ed “anima in ricerca” che ebbe in Gustavo Adolfo Rol il suo pigmalione a dare risonanza alle leggende del Musinè con il libro “Musinè Magico” edito a metà degli anni settanta e successo editoriale straordinario. Ma se davvero sul Musinè c’era qualcosa perché non andare a cercarlo? Detto. Fatto! In tanti hanno passato la notte sulla cima del Musinè aspettando qualcosa o qualcuno, immaginando un qualche possibile incontro ravvicinato del terzo tipo. E invece nulla… Son salito recentemente una notte sul monte Musinè e confesso che per un attimo avrei voluto accadesse qualcosa. E invece nulla… Vorrei avere i numeri giusti da inserire nell’equazione di Drake e poter così risolvere il paradosso di Fermi e capire che davvero ET è qui e stringerà forte la mia mano allontanando la mia paura. Ma purtroppo questi numeri al momento sono ancora ignoti. Cresce dentro di te un po’ di affanno quando dalla cima del Musinè guardi giù il “casino” del mondo, sempre più in bilico, nella sua corsa folle verso quel lampo nucleare che potrebbe chiudere la parentesi Homo Sapiens di questo pianeta. E diventa affanno più grande quando guardi su nell’immensa vastità del cielo. In tutta quella vastità, da tutta quell’immensità non s’intravvede alcun segnale che qualche ET compassionevole verrà ad aiutarci prima che la nostra civiltà si autodistrugga. In questo punto della Storia dovremo salvarci da soli. Ce la faremo?

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13 COMMENTI

  1. Attorno al 1975, quindi in tempi senza droni, AI, laser, smartphone e tecnologie varie, in Valle c’era realmente la psicosi perché sul Musinè “succedevano” cose alle quali non si poteva dare una spiegazione razionale. Forse molte di quelle raccontate erano frottole, ma non certo ciò che si poteva vedere facilmente di persona… Da Avigliana, spesso, si assisteva a caroselli di luci sospese bianche che cambiavano direzione, velocità, comparivano e sparivano nella montagna, verso Torino o verso l’alta valle e, posso garantire, che eravamo tutti sobri e non allucinati. Lo stesso spettacolo era visibile anche da altri paesi della zona… Non dimentichiamo le riprese amatoriali del “caso Frais” immortalate dal buonanima di Sandro Contin di Susa, finite su tutti i notiziari e giornali dell’epoca.
    Poi un giorno La Stampa e altri giornali avevano deciso di calmare le ansie scrivendo che “si trattava di un pallone sonda” (con tanto di fotografia), ma chiaramente una buffonata perché un pallone è una specie di piccola mongolfiera che non sfreccia certo a MACH-5 (come era stato calcolato) compiendo evoluzioni mirabolanti ad angolo retto… ma la paura era reale e palpabile e questa notizia aveva calmato molte persone. Poi non se ne era più parlato, anche se molti continuavano a vedere cose anomale in quella parte di cielo. Già il solo fatto che la vegetazione del Musiné si interrompesse bruscamente al un certo livello perfettamente orizzontale, lo faceva assomigliare alla più nota Devil’s Tower di Incontri Ravvicinati. Poi, quasi di colpo, non era più successo nulla, nessuno vedeva più nulla e la vegetazione ha ricominciato a crescere portandola allo stato attuale…
    L’ultimo episodio accertato e visto di persona è quella incredibile spirale verde comparsa una sera a mezz’aria tra la Sacra e Condove nel 2004 e che era durata una ventina di minuti. Allora c’erano già i telefonini ed era stato immediato chiamare gli amici per vedere se anche loro la vedevano, cosa confermata fino a Borgone.
    Nel frattempo sono cambiati i tempi: se vediamo una luce pensiamo alla ISS, ad un satellite oppure al trenino di Musk ma di cose realmente anomale non se ne sono più viste…

    • Il fatto che tu sia convinto di aver visto chissà cosa non significa che ciò che tu hai visto sia ciò che credi di aver visto. Vi siete fatti tutti prendere per il culo alla grande da qualche buontempone o, come descritto nell’articolo, da gente che voleva tenere lontani i curiosi. Ah, nel 1975 si volava già da parecchio tempo a velocità supersoniche, e l’uomo era andato nello spazio già da 20 anni, e sulla Luna da 10, a Mach 24.

      • Cortesemente risparmi il gioco di parole, legga e tenti seriamente di capire ciò che ho scritto senza dare lezioni inutili perché nessuno ne ha bisogno…

      • @QuartoTipo: Sono curioso di sapere come avrebbe fatto “un buontempone” a creare una situazione di così vasta portata, per la quale intervenivano pure i caccia in massima allerta! Inoltre preciso che la massima velocità mai raggiunta a quella quota da un veicolo terrestre è Mach 3.5

        • Peccato che i caccia in massima allerta e gli oggetti che volano a Mach-a-caso a una quota-a-caso (Eri lì a misurare? Come?) siano una fantasia di gente come te e non realtà fattuali. Velivoli che volassero a quelle velocità ed effettuassero quel tipo di manovre creerebbero one soniche udibilità centinaia di km distanza, cosa che ovviamente ignorano scappati di casa come te che credono agli alieni. Se uno si costruisce un intero film nella testa, diventa facile auto-convincersi.

  2. Faccio seguito alla mia lunga chiacchierata perché ho fatto la ricerca di un episodio che credevo fosse stato cancellato dalla storia… invece se ne parla nel primo articolo qui: https://www.marianotomatis.it/index.php?special=musine&doc=musine08
    La persona di cui scrivono lo conoscevo perché frequentava la mia stessa scuola… posso garantire che non ha mai mentito e che al “rientro” non è mai più stato lo stesso di prima. Aggiungo, cosa che manca nell’articolo: il tempo vissuto da questo ragazzo in quella situazione è stato di molto superiore a quello della sua “assenza” e che le ferite riportate NON erano semplici escoriazioni… Che si creda o no, non c’è interesse di nessuno a raccontare fandonie

    • Non c’è da stupirsi: a seconda del periodo si dava la spiegazione fantasiosa più comoda basata sul momento storico in modo che tutti potessero capirla ad acquisirla per buona… nel ’74 erano i tempi dell’Italicus (estrema dx), nel ’78 di Aldo Moro (estrema sx), ecc. e tutta l’opinione pubblica era tranquillizzata perché aveva finalmente una “spiegazione razionale” in quanto la realtà che non comprendiamo è sempre stata scomoda da digerire e viene associata a chi è “in voga”. Oggi direbbero che sono droni russi…

  3. Bè si crede ad Adamo ed Eva, alla signora ingravidata dallo spirito santo che partorì vergine. Alla moltiplicazione dei pani e dei pesci ….ect ect, una storiella sugli ufo è già più credibile

  4. Troppa carne al fuoco, ragazzi! Vado per ordine:
    1) sono uno di quelli che da anni raccoglie testimonianze sui fenomeni aerei misteriosi o insoliti nella provincia di Torino;
    2) sono stato uno di quelli che a suo tempo ha condotto l’indagine sul caso di “tempo mancante” avvenuto nel dicembre ’78: i ragazzi coinvolti erano più di uno e sarei interessato a quello che @Terzo Tipo ricorda e riporta;
    3) sempre @Terzo Tipo: se hai voglia di condividere la tua osservazione del 2004, con o senza foto, mandami un messaggio in privato: edoardo.russo@libero.it
    4) @giulio: idem per quanto riguarda il tuo avvistamento del 1971;
    5) la foto al Col del Frais venne scattata nel novembre 1973 (nei giorni del clamoroso caso radar-aero-visuale di Caselle) da Franco (non Sandro) Contin (che spero sia ancora vivo, come lo era pochi mesi fa).

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