di ANDREA MUSACCHIO
AVIGLIANA – Da lunedì 18 gennaio gli studenti del Piemonte sono tornati tra i banchi di scuola. Con una didattica in presenza del 50% a rotazione, ragazze e ragazzi hanno detto parzialmente addio alle lezioni in pigiama e si sono riappropriati finalmente del loro posto in classe.
Anche in Val di Susa, e in particolar modo al Galileo Galilei di Avigliana, gli studenti sono tornati a condividere aneddoti e lezioni insieme ad amici e compagni. Questa mattina, martedì 19 gennaio, ValsusaOggi ha seguito l’ingresso a scuola dei giovani studenti valsusini.
“Sicuramente è strano – spiega un alunno fuori dai cancelli dell’istituto – Il fatto di fare un giorno sì e un giorno no è poco stabilizzante, ma almeno siamo tornati dopo mesi di Dad“. Anche per Alessio e Mattia, studenti del corso Cat (Costruzione Ambiente e Territorio), il ritorno a scuola è un fatto positivo. “Ci mancava – confessa il primo – Stare a casa da soli in didattica a distanza era scomodo, ma anche abbastanza dannoso. Guardando solamente il computer, non c’è quel rapporto umano che stabilisci con il professore. E’ un passo avanti tornare a scuola con il Covid-19, ma basta stare attenti“. “Ritornare a scuola è stato strano – spiega invece Mattia – A casa purtroppo non riuscivamo a capire bene le lezioni. In classe, con il professore che ti aiuta, è molto meglio“.
A garantire il rispetto delle norme sanitarie fuori dal Galileo Galilei, e quindi ad evitare assembramenti pericolosi, ci sono le forze dell’ordine: dai carabinieri alla polizia municipale. “Uno dei problemi era proprio quello degli assembramenti – spiega il preside Giancarlo Vittone – Abbiamo chiesto aiuto al Comune di Avigliana e all’arma dei carabinieri. Adesso c’è un presidio in uscita ed entrata a scuola. In questo momento abbiamo fatto rete: speriamo che i risultati ci diano ragione“.
“Siamo a didattica a distanza per il 50% – conclude – Questo è sicuramente un primo passo importante. La Dad stava diventando pesante, soprattutto per tanti mesi. I ragazzi, tranne una breve parentesi a settembre, studiano da casa da tanto tempo. Ricominciare era importante. E’ servito un gran lavoro della prefettura, dell’ufficio scolastico e delle singole scuole. I risultati, speriamo, che portino ad una didattica in presenza anche del 75%, che è il limite massimo attualmente previsto“.
Poverini…chissà il dolore che hanno provato
Effettivamente la gioia del rientro traspare tutta dagli occhi del ragazzo nella prima foto!
Braviiiiiiiiiiiiiiiiii , ne riparliamo i primi giorni di Febbraio quando i contagi aumenteranno a dismisura e genitori e nonni riempiranno le terapie intensive
appunto… possibile che nessuno capisca che a questi ragazzini manca la cagnara che fanno fuori dalla scuola e non la scuola in sè? poi per carità, è ovvio che certi laboratori andrebbero fatti a scuola perchè a casa non si possiedono le attrezzature, ma il resto si può fare online senza intasare i mezzi pubblici, fare assembramenti nei vari giardinetti e piazze e diffondere un virus che non so se qualcuno si è reso conto che solo ieri ha ucciso più di 600 persone in Italia, più di 80.000 da inizio pandemia… allora, che si obblighino i giovanotti tanto tristi per la scuola chiusa a vaccinarsi, tutti quanti, e poi, dopo la seconda dose, che vadano pure a scuola, ma che vengano anche multati i genitori quando i loro figli fanno assembramenti fuori dalle scuole o di sera tardi nei giardinetti dei paesi senza indossare la mascherina. E’ una buona occasione per insegnare loro il senso civico, l’amore per la famiglia e il prossimo invece di lasciarli andare in giro in ordine sparso come fossero capre.
Ma cosa dice ??? Il primo vaccino non e’ somministrabile a persone sotto i 16 anni ,il secondo scende di eta’ di poco.Ma cosa dice!
Appunto, nelle scuole superiori, non so se ha presente, molti allievi hanno dai 16 ai 19 anni, quindi vaccini obbligatori almeno a questi, e cominciamo a fare scendere un po’ il contagio… mica parlavo delle scuole elementari….
Gwen,ma quando ti ammali?
Spero mai, ma non tanto per me quanto per gli anziani della mia famiglia che hanno bisogno di me e che non sono da gettare via come molti cittadini benpensanti credono… ricordatevi di rispettare gli anziani oggi, perchè noi, se tutto va bene, saremo i vecchi di domani.
Bene, festeggeremo il primo anno di Covid (tra un mese) in zona rossa e con terapie intensive piene.
La caratteristica degli ignoranti è che pur ignorando quanto ignorano del mondo e dell’umanità, si ostinino a blaterare discorsi per riempire quelli che sarebbero stati dei costruttivi momenti di silenzio.
I ragazzini non possono fare i vaccini. Non sono per loro. Probabile in futuro una volta sperimentato il vaccino su scale mondiale e visto eventuali rischi alla salute allora se possibile questi verranno eseguiti. Perche’ ? Meglio sperimentare sui più vecchi che sui più giovani le pare????Eh!
Dai 16 ai 19 anni possono farlo benone, e visto che appena escono da scuola se ne infischiano delle mascherine e del non fare assembramenti, bisognerebbe obbligarli a farlo… Le nuove generazioni sono generazioni maleducate, non dico in che scuola, entrano fumando, con la mascherina abbassata e apostrofano l’agente di polizia locale perchè dice loro di gettare la sigaretta e alzare la mascherina… che pietà!!
E anche il suo concetto che i vecchi, che in linguaggio rispettoso si chiamano anziani, vadano buttati nella discarica, fa pietà… quelle persone hanno costruito il Paese nel dopo guerra, si sono spaccate la schiena, meritano rispetto e cure come tutti gli altri, ma non sono cavie umane, e fino a prova contraria sono proprio i vostri pargoli dall’asilo alle superiori che diffondono a manetta il virus, soprattutto gli adolescenti, perchè i genitori non insegnano loro a rispettare le regole anti covid e a starsene a casa dopo la scuola invece di fare assembramenti serali in giardinetti dedicati ai bimbi piccoli.