VALSUSA, IN CENTINAIA ALLA FIACCOLATA NO TAV: “DANA E STEFANO LIBERI”

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di CATERINA AGUS

BUSSOLENO – Piazza Cavour e vie adiacenti erano gremite stasera per la manifestazione No Tav in solidarietà a Dana Lauriola, arrestata stamattina all’alba e detenuta presso il carcere delle Vallette. Centinaia di persone hanno marciato nelle vie del paese. Numerosi gli interventi dal palco prima dell’inizio della fiaccolata: oltre a manifestare completa condivisione con l’operato della Lauriola, i vari attivisti hanno denunciato “la militarizzazione della Valle” e “i gravi rischi per la democrazia” che in questo momento tutto il territorio starebbe correndo. Al grido di “El Pueblo Unido Jamas Serà Vencido” è poi iniziata la fiaccolata che ha visto la partecipazione di centinaia di persone.

La fiaccolata si è diretta successivamente nella zona S. Lorenzo, dove si trova l’abitazione di Dana Lauriola. Gli striscioni portano anche la scritta “Stefano Libero” con riferimento all’attivista Stefano Milanesi: questa mattina è stato arrestato e messo ai domiciliari per gli scontri con la polizia al cantiere di Chiomonte, avvenuti nel 2015.

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30 COMMENTI

  1. Una sola domanda : gli assembramenti non sono vietati ? Se il coronavirus si diffonderà di più a motivo di questa manifestazione, il Sindaco, responsabile della sanità per il comune di Bussoleno, come pensa di porre rimedio al fatto che persone anziane o debilitate e a volte anche giovani si troveranno nuovamente a combattere contro una malattia senza cura e senza vaccino? Mai vista tanta mancanza di senso civico.

    • Il problema è che non c’è nulla da festeggiare…questa gente oggi è nei negozi, al lavoro, a scuola, nei bar, nei ristoranti e via dicendo e se hanno contratto il virus possono trasmetterlo a chiunque di noi, hanno una responsabilità abissale… La loro amica è stata condannata a due anni, non ne conosco i motivi perchè non ho seguito il caso, ma loro con il loro modo di agire molto incosciente potrebbero condannare a morte le persone che contageranno andando in giro e conducendo la loro vita normale dopo l’assembramento assurdo di ieri sera… non ho nemmeno completato la passeggiata con il cane, sono rientrata di corsa, perchè era scandaloso il loro comportamento scellerato senza mascherine, e mi continuo a domandare dove fossero il sindaco in primis e poi carabinieri, polizia, non certo per usare violenza ma per mandare a casa tutti quelli che non indossavano la mascherina: uno schifo.

  2. I il sindaco di Bussoleno era presente così come molti altri amministratori di valle….. Molti avevano la mascherina…….. Tutto era tranquillo e conviviale……non c’era nessun PS o CC a vista…… Una bella fiaccolata solidale…. Emilio e Nicoletta hanno voluto dire la loro, applauditi da tutti… AVANTI COSÌ.

    • Qual’ e’ il problema??? Non vede l’ immagine? Hanno la mascherina. E quello che ce l’ ha abbassata si vede pure che e’ a distanza .Mascherina se non si puo’ tenere la distanza dice il decreto! DIN DON C’ E’ QUALCUNO IN CASA? Detto cio’ non ha letto pure lei la testimonianza in un commento della persona che ha detto di avere avuto il covid e che e’ una semplice influenza. Non le vanno a genio i manifestanti???? E quindi? Vede quanto si interessano di lei? 0. E ci sara’ un motivo!:):):):):)

    • I partiti sono eletti dal popolo.Lo Stato e’ il popolo. E lo loro sono eletti di chi abita in ciascun comune . E fanno gli interessi del comune.Un aerosol di amianto non e’ evidentemente un interesse dei valsusini. E se non ricordo male nemmeno infiltrazioni mafiose.Ne lo smarino che puo’ essere portato a Salbeltrand dove per magia e’ arrivato amianto da dove non si sa. Perche’ non ci puo’ accorgere del passaggio di camion pieni di certi materiali.Tutto arriva per magia di sicuro!

      • Cara Elisabetta, purtroppo ci vorrebbero un po’ di più GENTE SANA e Moralmente pulita, intendo a governarci, intendo Stato, Comuni ecc e ci siamo capiti…. Ma basta forse qualche mancia, a far sì che tutto fili liscio, io francamente in questo sporco mondo non mi riconosco più, sarà che ho avuto insegnamenti sani, che i miei genitori erano persone oneste, certo si spera sempre che il cattivo venga punito, ma succede solo nelle fiabe, PURTROPPO

        • Lo so bene e’ accaduto cosi a Vicenza.l’ ex sindaco Variati promise a coloro che erano contro il Dal Molin che avrebbe fatto di tutto , cosi’ coloro che seguivano la signora Bottane lo votarono.Non si puo’ far nulla sono accordi del dopo guerra disse l’ allora sindaco. E’ un po’ diverso perche’ non è detto che il Dal Molin sia sempre un problema,a parte camion di armi incastrati sotto il cavalcavia a Campedello causa mancata visione del segnale stradale.Mentre l’ amianto e un, altra cosa.La mafia ecc.E comunque mentre la Carlo Ederle ha portato lavoro a Vicenza, ancora non capisco il lavoro che portera’ la Tav qui e nelle altre regioni.Voglio dire se avessero’ accettato la proposta di farla in un’altra valle che lavoro avrebbe portato????

  3. La Tav fa litigare anche all’estero
    Non è vero che l’alta velocità ferroviaria è un problema solo italiano. Se ne discute anche in Francia, in Gran Bretagna e perfino negli Usa. Ma senza ideologie politiche e con un dialogo tra le parti che a volte funziona
    DI FRANCESCA SIRONI

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    La Tav fa litigare anche all’estero
    Si dice spesso che l’alta velocità viene messa in discussione solo in Italia, mentre all’estero è realizzata senza troppi problemi. Non è esattamente così. La protesta della Valsusa sembra infatti avere paralleli importanti anche all’estero: in Francia, Inghilterra, perfino Stati Uniti. Cambiano i nomi e le forme, ma i motivi del no restano in parte gli stessi: problemi ambientali, lo spreco di denaro pubblico, l’inutilità dell’opere. Diverse invece sono le consueguenze e le reazioni, ispirate spesso più al dialogo tra le parti che non alla contrapposizione ideologica.

    In Francia, ad esempio, è in corso un’aspra polemica sul nuovo Tgv che dovrebbe collegare Marsiglia a Ventimiglia passando da Nizza e dal principato di Monaco. I problemi sul progetto, che risale ormai al 1990, sono stati sollevati soprattutto da sindaci e contadini delle zone di produzione del vino, la maggiore risorsa economica della regione.

    I più agguerriti sono i contadini della zona docg di Bandol, vicino a Tolone. La Rff – Réseau Ferré de France – ha avviato così un lungo processo di concertazione con i prefetti e i sindaci dei comuni interessati dalla linea veloce. Sul sito della linea è dato grandissimo spazio alle informazioni relative alla concertazione con gli attori locali (si trovano video, opinioni scritte, resoconti dei tavoli di incontro, verbali di riunione: insomma, un modello di trasparenza che pare un po’ diverso da quello italiano.

    Le proteste dei contadini hanno costretto comunque la Rff a rivedere il progetto iniziale, cercando di evitare i passaggi nelle zone più ricche a livello agricolo (la ripercussione negativa sul territorio non è infatti messa in dubbio). Il 14 febbraio la società ferroviaria ha annunciato che la tratta di Tolone non si farà, restando una linea regionale. Ora è in revisione un nuovo progetto per l’intero percorso, che dovrebbe essere pronto nel luglio del 2012. Le associazioni di difesa dei vigneti non hanno però mollato la presa, continuando ad opporsi alla scelta dell’alta velocità, ed ora lamentano il silenzio di quattro mesi imposto dalla Rff a causa delle elezioni presidenziali.

    Nel Regno Unito c’è invece controversia sul High Speed Rail 2, ovvero la seconda linea d’alta velocità inglese, che dovrebbe connettere il nord e il sud dell’isola, unendo Birmingham a Londra.
    Si tratta di un progetto di due anni fa, su cui il governo è ritornato più volte, l’ultima il 12 gennaio del 2012. Un treno che, nelle intenzioni, dovrebbe migliorare la viabilità da e verso la capitale, aumentare l’indotto nelle West Midlands, diminuire il traffico su gomma e rispondere al bisogno di trasporto per merci e persone.

    Un programma che secondo alcuni però non corrisponde affatto alla realtà. E gli oppositori, in Inghilterra, si fanno trovare molto preparati sul lato di promozione e marketing. I siti web quasi non si contano: oltre a quello della campagna nazionale ci sono le pagine delle associazioni o delle reti degli enti locali. Su Google, digitando “Stop high speed rail” compaiono 46 milioni di risultati e in rete circolano decine di video virali di controinformazione sulla linea veloce come questo.

    I motivi della protesta sono simili a quelli dei No Tav italiani: l’HS2 sarebbe uno spreco di denaro, una priorità inesistente, un progetto con un business plan molto confuso, che non risolverebbe il divario fra nord e sud, che anziché migliorare peggiorerebbe l’ambiente, aumentando l’emissione di Co2, il consumo di elettricità e la rovina del suolo. I movimenti locali non si sono però limitati ad opporsi al progetto esistente: stanno promuovendo idee e percorsi alternativi ritenuti migliori per la società e per l’ambiente.

    Ma la questione dell’alta velocità ferroviaria è calda anche oltre oceano. Il ‘Wall Street Journal’ ad esempio ha pubblicato il 10 gennaio scorso un articolo fortemente critico nei confronti della linea che dovrebbe unire Los Angeles a San Francisco. Il progetto californiano risale al 2008. L’intento è diminuire il traffico aereo, più dispendioso per l’ambiente e per i due scali, e migliorare la viabilità fra le due megalopoli. Alle proteste degli oppositori la risposta costante era che «sarebbe stato più costoso non farla»: la California High-Speed Rail Authority sosteneva infatti che la mancata realizzazione della linea ferroviaria avrebbe portato a investimenti di 70 miliardi maggiori per assorbire il traffico di persone e merci ampliando gli aereoporti, aumentando le corse ferroviarie attuali e il trasporto su strada.

    Dietro l’articolo del Wsj c’è una pubblicazione della Reason Foundation , un ente non governativo nato nel 1968 che ha prodotto uno studio approfondito sulla fattibilità e l’impatto economico della linea. Gli autori della ricerca smentiscono di fatto punto per punto il piano della società californiana, oltre a dimostrare che i rischi previsti per la mancata realizzazione del treno sono gonfiati. Lo studio mostra come la costruzione della linea costerebbe decine di miliardi di dollari in più di quanto previsto, causando un rischio di deficit per lo stato californiano. A qualcuno, forse, fischieranno le orecchie qui in Italia.

    Le ragioni del no, in America, non hanno però colore politico come da noi. Ad urlare “stop the train” ai suoi 32 mila followers su twitter e tutti i suoi elettori è infatti anche il governatore repubblicano del Wisconsin Scott Walker. Eletto il 3 gennaio 2011, Walker ha fatto dell’opposizione alla linea ad alta velocità che dovrebbe collegare Milwakee a Madison uno dei suoi punti di bandiera. Il progetto, voluto dal segretario dei trasporti e dall’ex governatore, non risponderebbe secondo Walker ad alcun bisogno, essendosi ridotto del 41 per cento il traffico su quella linea. Inoltre, dice, i costi dell’operazione ricadrebbero per l’80 per cento sul governo del Wisconsin, incapace ora come ora di affrontare quella spesa.
    13 marzo 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA
    Tag Tav infrastrutture trasporti ferrovie

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