VALSUSA, LA PREOCCUPAZIONE DEI PICCOLI NEGOZI: “COSTRETTI A CHIUDERE”

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di FRANCO TRIVERO

BEAULARD – Stiamo vivendo tutti un momento di assoluta preoccupazione per il presente e il futuro che coinvolge il lavoro e la nostra salute e la nostra socializzazione. Nonni privati della gioia di poter baciare i propri nipoti, figli a cui è negato il piacere di abbracciare i propri genitori anziani.

L’angoscia di non sapere se ci sarà un lavoro ad attenderci quando tutto sarà finito. Ho colto con favore l’interessante articolo di un giornale locale: “La riscossa dei negozi di montagna. La quarantena ci fa lavorare di più”. Anche la bella testimonianza del titolare dell’alimentari di Savoulx.

Il senso di comunità è molto forte qui, ci sentiamo una grande famiglia e quando ci sono dei problemi, come in questo periodo, la famiglia si unisce. La sorpresa è stata scoprire che non tutti possono esprimere la stessa condivisione di valori e sentimenti manifestati dalla comunità di Savoulx.

Ho riflettuto molto prima di rendere pubblica una “preoccupazione privata” che appartiene più all’intimo sfogo di una persona amica che concede a me di essere depositario di intime e legittime preoccupazioni personali.

Entrato nello spaccio bar alimentari “Panifificio Alpino” di Beaulard al mio saluto seguito dell’esortazione di soddisfazione per un articolo che faceva ben sperare, la titolare con incredulità e stupore si rivolge a me indicando un sacco pieno di pane invenduto del giorno precedente: “Ecco, secondo te LAposso continuare a fare il pane e la metà resta invenduto, l’elettricità, le spese e l’affitto che non riesco a pagare. Io non ce la faccio a continuare così. Sarò costretta a chiudere, da me quelli di Beaulard non vengono o comunque sono pochi quelli che vengono”.

Frequento la panetteria di Enza dal 1995, da quando vivo l’alta valle con assiduità, le sue torte i suoi croissant e tutti i prodotti di panetteria, focacce e pizza compresi sono ottimi. Impegno e passione, per il proprio lavoro, sono gli ingredienti che le hanno permesso di affrontare le avversità e delusioni, anche recenti.

Da quando ha aperto questo piccolo spaccio alimentare con annesso il bar è diventato un luogo ideale per gli aperitivi e le chiacchiere conviviali con gli amici. È pertanto giusto interrogarsi sul perché la comunità di Beaulard non si stringe attorno a te “come una grande famiglia”. Lungi da me giudicare comportamenti privati, vizi e virtù di una comunità, chi sono io per farlo. Però cercare di comprendere quello sì, è un dovere di chi cerca e vuole capire.

Abbiamo appena perso “Le Manavelle”, incontri con l’Amministrazione Comunale, appelli e
serate pubbliche non sono serviti per trovare la formula e garantire la sopravvivenza di un progetto, realizzato con passione da irriducibili di un sogno: “realizzare un piccolo Luna park
invernale” c’erano riusciti. Avevano contribuito a dare a Beaulard una sua piccola identità di scopo.

Recarsi proprio a Beaulard per divertirsi e far divertire i propri bimbi, creando un volano piccolo, ma fondamentale per affitti e serate conviviali nei locali scoperti durante le passeggiate.

Non so come andrà a finire la vita commerciale del Panificio Alpino, resto convinto però che
solo con un piccolo ma quotidiano contributo, di ciascuno di noi, si possa contribuire a far
sopravvivere una realtà commerciale che chiudendo potrà solo rappresentare una ulteriore
perdita a pregiudizio di tutta la comunità.

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