VALSUSA, LA RISERVA DELL’ORRIDO DI CHIANOCCO COMPIE 40 ANNI

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dall’ENTE DI GESTIONE DEI PARCHI DELLE ALPI COZIE

Nel mese di maggio 2020, la Riserva naturale speciale dell’Orrido di Chianocco e i quattro Parchi oggi gestiti dall’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie compiono 40 anni.

Un traguardo molto importante che si raggiunge in un momento in cui ogni festeggimento ci è negato: lo sanno bene tutti coloro che hanno compiuto gli anni nel mesi di marzo e aprile. Queste date non paseranno certo inosservate a chi ama la natura e le aree protette delle Alpi Cozie.

La prima a raggiungere il traguardo sarà la Riserva naturale speciale dell’Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, il 2 maggio.

Istituita con Legge  regionale n. 34 del 2 maggio 1980 con il compito di conservazione specifico di tutelare le particolarità geologiche e botaniche dell’area, si estende per 49 ettari nel territorio del comune di Chianocco e comprende l’omonimo orrido, una profonda incisione larga una decina di metri e profonda circa 50, scavata dal torrente Prebèc nelle rocce carbonatiche di età triassica (circa 200 milioni di anni fa) che rappresentano il prodotto di metamorfosi di antiche rocce sedimentarie, depositatesi ad opera di alghe ed altri organismi marini.

Il substrato, unitamente all’esposizione a sud e il clima, caratterizzato da temperature estive piuttosto alte, scarse nevicate e limitata piovosità, presenza di vento generalmente da ovest e rapido passaggio di perturbazioni garantiscono la sopravvivenza di diverse piante considerate tipiche del clima mediterraneo, rare in Piemonte e sui rilievi prealpini.

Il leccio (Quercus ilex) è una quercia sempreverde tipica dell’area mediterranea. Ha foglie coriacee a forma allungata, ovata o lanceolata, con margine intero o interrotto da dentelli radi e poco profondi, verde scuro e lucide nella pagina superiore, grigio feltrose per una forte pubescenza nella pagina inferiore. Le ghiande, lunghe al massimo 1,8 cm sono racchiuse per quasi 2/3 in cupole squamose e pubescenti. In particolare la riserva tutela l’unica stazione sicuramente spontanea di leccio in Piemonte.

Se nell’area mediterranea il leccio ha portamento arboreo e può raggiungere i 28 metri di altezza, nella riserva di Chianocco non ci si deve aspettare di trovare grandi alberi o boschi. Si tratta di esemplari isolati, modesti, alti al massimo 3-5 metri. L’elemento eccezionale non sta certo nella loro bellezza o maestosità, ma nel fatto che si trovino in una valle alpina, a 800 metri di quota, a centinaia di chilometri dalle calde coste del Mediterraneo. Il leccio costituisce infatti un relitto terziario, un rappresentante della flora valsusina nell’era Terziaria, sopravvissuto alle ere glaciali ed ai mutamenti climatici che si sono succeduti nel corso delle ultime decine di migliaia di anni.

Oggi la Riserva fa parte delle Oasi xerotermiche – Orrido di Chianocco e di Foresto,  Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) incluse nella Rete Natura 2000, la rete ecologica istituita ai sensi della  Direttiva Habitat (92/43/CEE)  per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

Aree in cui si sono conservate praterie aride ricche di orchidee (habitat prioritario ai sensi della direttiva habitat) che rappresentano le cenosi naturalisticamente più importanti del biotopo sia per l’elevato numero di specie erbacee che ospitano, molte delle quali assai rare o localizzate, tra cui specie stenomediterranee e steppiche che si trovano al di fuori dal loro areale “tradizionale”, sia perché costituiscono l’habitat di numerose specie animali poco diffuse, soprattutto tra gli invertebrati.

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