LAMINAZIONE DELLA DORA RIPARIA: IL CONSIGLIO REGIONALE DISCUTERÀ LE MODIFICHE AL PROGETTO

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dall’UFFICIO STAMPA COLDIRETTI TORINO
TORINO – Nei giorni scorsi la Coldiretti Torino ha chiesto alla Regione Piemonte e all’Aipo di rivedere il progetto della cassa di laminazione lungo il fiume Dora Riparia, prevista a ridosso di Torino. Un invaso che si estenderebbe su 300 ettari di terreno agricolo fertile, un progetto con un costo stimato di 63 milioni di euro.
L’appello di Coldiretti Torino è stato raccolto ed è approdato in Consiglio regionale. Daniele Valle, consigliere del Partito Democratico, ha presentato una mozione che ha per oggetto “Valutazione progettualità alternative alla realizzazione del bacino di laminazione della Dora Riparia nei comuni di Alpignano, Caselette, Rivoli e Rosta“.
Anche la consigliera regionale Francesca Frediani, del Movimento 5 Stelle, ha depositato un ordine del giorno che ha come oggetto “Progetto di messa in sicurezza della Dora Riparia nei comuni di Alpignano, Caselette, Rivoli e Rosta ricerca di una soluzione alternativa di comune accordo con i territori“.  I due atti sono stati inseriti nel programma dei lavori delle prossime sedute del Consiglio Regionale del Piemonte.
Fabrizio Galliati, Presidente di Coldiretti Torino commenta: “È positivo che il nostro appello finalizzato a mettere in discussione il progetto di un’unica grande cassa di laminazione sia stato prontamente raccolto da alcuni consiglieri regionali, sia di maggioranza sia di minoranza. Il progetto ora è a livello preliminare, ma la direzione dei lavori della Cabina di regia che la Regione Piemonte ha istituito su nostra richiesta, per ora non ci soddisfa. Abbiamo chiesto di cambiare rotta e di valutare le cause che generano questa necessità progettuale. Oltre ai problemi evidenziati per il deflusso a valle, riteniamo necessario uno studio preliminare sull’assetto idrogeologico di tutto l’asse della Dora Riparia le cui problematiche sono la causa che determina le piene del fiume. Coldiretti Torino richiede un confronto vero e, soprattutto, una progettazione alternativa: l’impatto a carico delle aziende agricole sinora è stato preso nella dovuta considerazione. Coldiretti auspica venga posta attenzione anche rispetto all’eventuale realizzazione di piccoli invasi, utili a mitigare le emergenze lungo tutta l’asta fluviale“.
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2 COMMENTI

  1. ….più l’uomo interviene più fa disastri… pensiamo solo ai danni creati lungo il fiume Nilo da certe dighe che hanno portato siccità a valle e non essendoci più le inondazioni di limo, i terreni non producono più, portando molte popolazioni alla fame… invece di imbrigliare i fiumi, bisognerebbe costruire a debita distanza i condomini/conigliere dove la gente vive ammassata…

  2. Gwen coglie il problema in modo indiretto ma azzeccato.

    I fiumi possono essere destinatari di interventi umani senza che questi siamo per forza dei disastri, ne sono esempio il Reno ed il Danubio. E’ però indispensabile che questi interventi siano concepiti tenendo conto dell’intero percorso dalle sorgenti alla foce.
    Altre cosa è l’ennesimo pedaggio richiesto al suolo ancora libero e agricolo ed a coloro che lo lavorano da una medio piccola città egoista e mal progettata, vittima dei suoi fiumi per propria insipienza.

    La Dora nel 2000 dopo aver messo alle corde la Valle diede una bella botta anche a Torino. Nel primo tratto di Via Pianezza, una delle zone più colpite, dove gli edifici esistenti e non recuperabili vennero demoliti fa ora bella mostra di sé un supermercato con posteggio sotterraneo.

    E’ per difendere simili fesserie che si vogliono aggredire i terreni migliori dell’oltre cintura ovest?

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