VALSUSA, L’ASL E I PROBLEMI DEI LAVORATORI PART-TIME

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di CATERINA AGUS

SUSA – In questi giorni NurSind Piemonte ha sollevato il tema dell’accesso al part time nell’ASL TO3. Sull’argomento abbiamo sentito Giovanni Marino, infermiere e sindacalista NurSind presso il Polo Ospedaliero di Susa. Il denominatore comune è rappresentato dal concetto che il part time parrebbe vissuto come un problema organizzativo e sembrerebbe difficile coniugare tale opportunità lavorativa con realtà sanitarie che devono garantire servizi continuativi nelle 24 ore. Nell’intervista emergono le motivazioni più frequenti che spingono i lavoratori dipendenti a richiedere il passaggio all’orario ridotto: “I motivi principali” spiega Marino “vertono sul coniugare la sfera lavorativa con quella familiare. In Azienda abbiamo molte giovani lavoratrici, madri di minori, che necessitano di una riduzione oraria e lavoratrici con una certa anzianità di servizio con necessità di maggior tempo libero per poter accudire familiari non autosufficienti”. A queste situazioni, come evidenziato da Marino, corrisponde spesso la richiesta di poter usufruire di un orario strutturato che consenta di conciliare la vita familiare con quella lavorativa, evitando, ove possibile, il richiamo in servizio al di fuori di quanto previsto nel contratto individuale, di dover fare orario supplementare o straordinario, di lavorare nei fine settimana o di notte.  Tuttavia, proprio l’esigenza del dipendente di lavorare in determinate fasce orarie non sempre  si concilia con l’organizzazione del lavoro delle Aziende Sanitarie. In caso di difficoltà, vi è la possibilità di fruire di congedi e aspettative ma “Usufruire di queste opzioni è un’alternativa svantaggiosa sia per l’Azienda che per il lavoratore. E poi assurdamente a chi lavora nelle aree critiche non può essere concesso il part time a priori secondo un obsoleto regolamento interno. Inoltre la pandemia da Covid-19 ha accentuato i problemi” spiega Marino “Le soluzioni operative messe in campo dall’Azienda per compensare l’incremento di dipendenti part time prevedono l’assunzione di altro personale: di recente c’è stato un concorso in  cui sono risultati idonei oltre 400 candidati ma neanche 1/5 è stato assunto e parliamo di contratti a tempo indeterminato. E’ assurdo che nel 2022 una donna debba scegliere tra avere un figlio o tenersi il lavoro” ribadisce. In relazione ai bisogni legati alla gestione familiare, alcune Aziende stanno optando per l’istituzione dei cosiddetti asili nido aziendali. A tutt’oggi, è mai stata valutata questa possibilità, calata nella realtà locale?: “Sulla questione nidi aziendali se ne parla da un anno ma per ora solo parole. A settembre abbiamo avuto un incontro con il CUG e l’Azienda ed è in programma un secondo confronto a giugno”

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