CASELETTE – Oggi vi vogliamo parlare dell’importanza dello stretching e del perché tutti dovrebbero introdurlo nella propria quotidianità. Abbiamo chiesto ai professionisti dello studio Tyarè a Caselette che cos’è lo stretching e qual è la sua funzione. Parola agli esperti.
“Solitamente lo stretching è una pratica a cui non viene attribuita la giusta importanza. A differenza di un esercizio di pesistica o di un’attività aerobica, lo stretching non parrebbe apportare nessun beneficio visibile, come l’aumento della muscolatura o il dimagrimento, obiettivi principali a cui aspira chiunque si cimenti al mondo del fitness. Lo stretching però apporta benefici assolutamente complementari ad ogni tipo di sport, quali: flessibilità muscolare e articolare, aumento del ROM (range of motion) cioè la capacità di raggiungere una determinato grado di flessibilità permessa da una specifica articolazione”, ci spiega Roberto, bodyworker specializzato.
“La sensazione di “sentirsi in forma” a volte è così impercettibile che solo dopo averla ottenuta si comprende quanto in precedenza ci si sentisse poco bene. La mente umana dopotutto è capace di adattarsi allo stato di malessere con una certa facilità”, aggiunge.
Cinzia, estetista e operatore in discipline olistiche e bio naturali. «Lo stretching, che sempre consigliamo ai nostri clienti, apporta energia, vitalità e benessere inaspettati, soprattutto se praticato con metodo e costanza”. “Persino i professionisti dello sport”, continua Roberto, “si dimenticano di dedicare il giusto spazio allo stretching”.
Ma che cos’è lo stretching?
“In sostanza si tratta di allungamento muscolare. Le disfunzioni muscolari sono dovute ai muscoli che si contraggono, presentandosi dolenti e rigidi al tatto. Tale stato non consente al muscolo di distendersi in maniera naturale e fisiologica, creando dolore e limitando i movimenti. Le posizioni dello stretching, mantenute per alcuni secondi, aiutano a riportare la giusta flessibilità ad ogni gruppo muscolare”.
Quali sono i tipi di stretching?
“Sono diversi, ma nel nostro contesto professionale ve ne descriviamo soltanto due”, ci spiega Cinzia. “Lo stretching attivo statico, ovvero quello eseguito autonomamente, nel quale si mantiene in muscolo in allungamento per un dato tempo (consigliamo di svolgerlo spesso, magari consultando i molti esercizi disponibili nei libri o manuali che parlano dell’argomento) e lo Stretching passivo; è il caso in cui vi è un operatore che aiuta a mantenere la postura dell’assistito in modo che non si crei alcuno sforzo durante l’esercizio e che non vengano coinvolti altri muscoli al di fuori di quelli interessati”.
“Questa è la tipologia di stretching che utilizziamo nei nostri trattamenti decontratturanti. Questa pratica risulta particolarmente efficace ad esempio in caso di lombalgia in cui, oltre al massaggio manuale, dedichiamo molto tempo allo Stretching passivo dei flessori e dei glutei”, specifica Roberto.
Oltre agli sportivi lo stretching è utile anche a chi conduce una vita sedentaria?
“Soprattutto a loro (ride, ndr)”.
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