SAUZE D’OULX, MORIRONO SULLE PISTE DI SCI: CHIESTO IL PATTEGGIAMENTO CON MULTA

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

SAUZE D’OULX – Si è aperto venerdì 19 febbraio il processo per la morte di due sciatori sulle piste della Vialattea, nella zona di Sauze d’Oulx. Le vittime sono decedute a seguito di due incidenti differenti a un anno di distanza tra loro, nel gennaio 2019 e gennaio 2018: si tratta della piccola Camilla Compagnucci (9 anni) e dell’ingegnere Giovanni Bonaventura (35 anni).

Entrambi, dopo aver perso il controllo degli sci, morirono schiantandosi contro le barriere antivento che erano state installate a margine delle piste.

A processo ci sono finite 4 persone (3 dirigenti della Vialattea e un ex dirigente) con l’accusa di omicidio colposo. Venerdì, all’apertura dell’udienza preliminare, tre degli imputati hanno chiesto il patteggiamento a 6 mesi, convertibili in una pena pecuniaria (ossia al pagamento di una multa in denaro all’erario). La richiesta di patteggiamento ha ottenuto l’approvazione della procura: ora la decisione finale spetterà al giudice, la prossima udienza si terrà il 12 marzo.

 

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

7 COMMENTI

  1. Per me il patteggiamento è una scorciatoia per non far pagare la colpevolezza ai responsabili, che si tratti di questo caso o di molti altri, e andrebbe tolto dal bagaglio legislativo di un Paese civile. Non si può liquidare la morte di una bambina con dei soldi, chi gestisce piste da sci deve sapere come farlo, io non lo so e faccio altro, ma chi mette delle barriere che possono anche essere necessarie, forse dovrebbe anche mettere del materiale apposito che le ricopra per attutire i colpi ed evitare queste tragedie, visto che cadere dagli sci è una cosa abbastanza comune. E comunque il patteggiamento è stato utilizzato anche in altre situazioni in cui era evidente che ci voleva un bell’ergastolo ma pagando con denaro molti pensano di poter riscattare la vita di un altro essere umano.

    • Bastava il commento:”io non lo so e faccio altro”. Io non sputo sentenza sul suo lavoro. Faccia un giro nei compressori nel resto del mondo e mi trovi le differenze.

      • Vede Antonio, lei potrebbe anche avere ragione in linea generale, ma non in questo caso particolare e le spiego perchè:
        c’è stato un morto su quelle barriere….
        e l’anno dopo ce n’è stato un altro, e la situazione non era cambiata per niente.

        Quindi, io ci vedo della negligenza! Il primo incidente aveva evidenziato la pericolosità della situazione, ma nessuno è intervenuto.

        • Infatti se lei fosse realmente ha conoscenze dei fatti, non è così. Il secondo incidente è avvenuto contro un frangi vento, ma fuori pista. E nemmeno nello stesso punto.

          • ah, non sono a conoscenza dei fatti?
            tutti e due gli incidenti sono avvenuti contro i frangivento oltre il bordo pista, nello stesso tratto di pista.
            E la protezione dei manufatti a bordo pista (anche fuori da essa) è competenza della società che gestisce gli impianti; ci sono delle leggi che lo stabiliscono chiaramente.
            La bambina non è finita fuori pista per sua scelta, ma perchè è caduta e non c’erano delle protezioni adeguate.
            Si informi, perchè mi sa che è lei a non essere a conoscenza delle dinamiche dei due incidenti

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.