VALSUSA, RAGAZZO DISABILE BATTE IL COVID: LA STORIA DI STEFANO “IL GUERRIERO”

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di ANDREA MUSACCHIO

RUBIANA / ORBASSANO – Lui è Stefano, ha 26 anni ed è un piccolo, ma grande guerriero. Stefano soffre dalla nascita di un ritardo mentale causato da una rarissima malattia genetica. Nelle scorse ore, Stefano ha battuto il Covid, insegnandoci quanto la forza di volontà e l’amore possano fare la differenza nella vita.

A rendere pubblica questa storia ci ha pensato sua mamma, Simona, che ha vissuto il reparto Covid dell’ospedale San Luigi di Orbassano giorno e notte. Lei, a suo figlio, non lo ha mai lasciato solo. Neanche per un secondo. “Stefano ha iniziato a stare male giovedì 29 ottobre – racconta a ValsusaOggi – Si trovava da 13 giorni in quarantena, in quanto nella struttura che quotidianamente frequenta a Sant’Antonino di Susa si era verificato un contagio Covid. Il giorno dopo terminava l’isolamento, ma d’improvviso gli è salita la febbre a 38.5°, respirava male e non riusciva a stare in piedi. Il medico di base ci ha consigliato di portarlo immediatamente al pronto soccorso del San Luigi“.

La situazione all’ospedale di Orbassano non sembra migliorare, anzi. “Giunti al pronto soccorso – prosegue Simona nel racconto – Stefano viene sottoposto al test del tampone. Ovviamente l’esito è positivo. Dopodiché viene messo in una stanzetta dedicata ai casi Covid. Nella notte, purtroppo, viene colto da un arresto respiratorio, che obbliga i medici a mettergli il casco CPap“.

I giorni seguenti sembrano andare bene, tanto da far venire in mente ai medici l’ipotesi di dimetterlo, ma Stefano si ammala di polmonite batterica. Il quadro inizia a preoccupare seriamente: è il 6 novembre. “Non reagiva più ai farmaci – ricorda Simona – Secondo i dottori la situazione doveva migliorare, invece lui andava sempre più giù. Mi hanno detto di rassegnarmi“.

Proprio per questo motivo, i medici permettono al papà di Stefano – nonostante non fosse nelle migliori condizioni di salute – di accedere nel reparto dove suo figlio stava lottando tra la vita e la morte. “Appena lo ha visto ha urlato “papà“. Io non lo so. Ho pensato a tante cose, ma credo che la presenza di suo padre gli abbia dato la forza di superare questa prova difficile“.

Quello tra Stefano e suo padre non è stato l’ultimo saluto, ma l’inizio della risalita. Nel giro di poche ore il ragazzo risponde alle cure e, nella giornata di lunedì 9 novembre, viene spostato in un reparto a bassa intensità. Due giorni dopo viene sottoposto nuovamente al test del tampone, il quale dà nuovamente esito positivo. “Adesso l’infezione è passata – spiega mamma Simona – Da otto giorni non ha più la febbre. Chiaramente è ancora molto debole. Non abbiamo ancora provato a farlo scendere dal letto. È ancora un po’ spaventato, in quanto non sa dove si trova, ma urla molto meno rispetto all’inizio. Ora vuole soprattutto le coccole di sua madre“.

Per Simona sono stati giorni strazianti. Dall’idea di perdere suo figlio a conoscere i segreti di un reparto Covid, la sua esperienza è stata a dir poco intensa. “Io potevo restare al suo fianco perché è un ragazzo disabile. La mia paura più grande era quella di ammalarmi e di lasciarlo solo. Penso che si sarebbe lasciato andare. E poi vedere le persone soffrire… Questo è stato veramente brutto. Fortunatamente nel pomeriggio abbiamo ricevuto entrambi l’esito dei tamponi e siamo negativi“.

Infine, la donna ha voluto ringraziare tutti i medici e infermieri dell’ospedale San Luigi, che l’hanno accompagnata e sostenuta in questo viaggio. “Sono stati fantastici – conclude – Con Stefano, ma anche con me e suo padre. Persone veramente squisite, che meritano tutta la nostra riconoscenza. Sono stati veramente umani. Grazie“.

Questo pomeriggio, lunedì 16 novembre, Stefano è tornato a casa, dopo aver battuto il Covid. Dopo aver sconfitto le sue paure. Da oggi, Stefano, riceverà tutte le coccole da parte della sua famiglia, che si è guadagnato di diritto lottando come un piccolo, ma grande guerriero.

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6 COMMENTI

  1. Finalmente hanno fatto fuori Gabriele 2, che ha sempre compassione per tutto e tutti! Io non avrò pietà, soprattutto per quelli che mi vedono, cercano e vogliono dappertutto! Io sono l’Apocalisse…Mascherina, Gel, Distanziamento e Lockdown, i miei Quattro Vavalieri e voi tutti vi prostrerete in adorazione e desiderete il mio marchio e il mio regno! Sia fatta la mia Volontà!

  2. Finalmente hanno fatto fuori Gabriele 2, che ha sempre compassione per tutto e tutti! Io non avrò pietà, soprattutto per quelli che mi vedono, cercano e vogliono dappertutto! Io sono l’Apocalisse…Mascherina, Gel, Distanziamento e Lockdown, i miei Quattro Cavalieri…e voi tutti vi prostrerete in adorazione e desiderete il mio marchio e il mio regno! Sia fatta la mia Volontà!

  3. Buonasera.Sono la madre del ragazzo. Mi dispiace per tutti coloro che sono o sono stati ricoverati da soli. Ne ho visti durante il ricovero. La informo che in caso di disabile un familiare ha diritto ad assisterlo. Si rende conto di come si potrebbe sentire un disabile che non capisce dove si trova, da solo…senza un volto familiare????

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