di PIERA CANAVESIO
SQUILLACE / CLAVIERE – Nella Summer School tenutasi a Reggio Calabria dal 16 al 20 giugno, a conclusione del progetto ministeriale denominato “Curricolo locale integrato e produzione di materiali didattici in lingua di minoranza”, la docente Evelina Perron in semiesonero presso l’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione Primaria, in rappresentanza della direzione didattica Lambert per il Piemonte, ha relazionato sul progetto in occitano alpino svolto nella pluriclasse della Scuola Primaria di Claviere.
Alla presenza di rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e del Merito e rappresentanti del Comitato tecnico-scientifico formato da docenti universitari, è stato presentato il progetto plurilingue “La scatola delle lingue madri” (https://wordwall.net/it/resource/90065570).
Il gioco didattico multimediale, per alunne e alunni di Scuola Primaria, è finalizzato all’acquisizione dei vocaboli in lingua francese, inglese, occitano alpino, piemontese, italiano ed è stato molto apprezzato dagli esperti presenti, i quali hanno elogiato l’impegno e l’entusiasmo delle bambine e dei bambini della Scuola Primaria di Claviere. Tutti i lavori presentati al convegno faranno parte di un libro multimediale che sarà pubblicato dal Ministero dell’Istruzione e che verrà pubblicato nel prossimo autunno.
Meno male che i tempi sono cambiati! Quando come parte del consiglio scolastico alle scuole Gramsci di Alpignano (1986-1989) avevo proposto di fare un corso di lingua piemontese per i piccoli, sotto forma di canzoncine e filastrocche, dato che c’erano due coniugi di Pianezza che si offrivano gratuitamente, apriti cielo! Mi ero presa anche di razzista, da qualche genitore inferocito con forte accento calabrese. Razzista a me, straniera…Io avrei voluto, che i miei bambini potessero imparare un pò della cultura della regione dove li ho fatti nascere, cosa che io non potevo insegnargli. Esattamente come i figli dei genitori emigrati dal meridione, Alpignano era abitata più da loro che da gente autoctona. E niente, ero molto dispiaciuta per quell’occasione sprecata. Per questo applaudo a questa iniziativa, la cultura della propria terra è importante.