BUTTIGLIERA ALTA / SAUZE D’OULX – In un’epoca in cui la violenza di genere, il bullismo e le discriminazioni continuano a insinuarsi tra i banchi di scuola e nella società, una risposta forte e concreta arriva dal Progetto Pandora. Ideato e redatto dalla giurista e avvocata Debora Melani, in adesione al dettato normativo sull’azione preventiva al fenomeno della violenza contro le donne e della violenza in genere, ed in collaborazione con la pedagogista dottoressa Giada Emonale che ne ha sviluppato le modalità interattive e laboratoriali, questo programma punta a smantellare stereotipi e disvalori ancora oggi radicati, insegnando a bambini e adolescenti il vero significato della parola rispetto. Grazie al sostegno della Pubblica Assistenza di Sauze d’Oulx e del Comune di Buttigliera Alta, il Progetto Pandora sta già entrando nelle scuole del torinese con un obiettivo ambizioso: diffondere a livello nazionale un modello educativo che combatta e prevenga la violenza in ogni sua forma. Il percorso formativo, conforme alle normative nazionali e in particolare alla legge 107/15, prevede tre incontri annuali per le scuole secondarie su tematiche fondamentali:
- Cultura del rispetto: per costruire una società più coesa e solidale.
- Gestione dei conflitti: per evitare che semplici litigi degenerino in situazioni più gravi.
Per i più piccoli delle scuole primarie, invece, sono previsti due incontri all’anno, con focus su empatia, gentilezza e ascolto attivo. - Parità di genere: per insegnare a riconoscere e abbattere le disuguaglianze ancora presenti.
E la vera innovazione? Niente lezioni frontali. Il Progetto Pandora utilizza strumenti coinvolgenti come il role playing, le attività laboratoriali e le più avanzate tecniche didattiche per rendere il messaggio davvero efficace. Ma c’è un problema. Le scuole non hanno fondi per aderire a questo programma fondamentale. E qui entra in gioco la comunità: se vogliamo davvero un futuro senza violenza, dobbiamo investire nell’educazione di oggi. I finanziamenti servono per garantire la presenza di professionisti esperti e materiali adeguati. Non possiamo permetterci di ignorare questa opportunità.
Il Progetto Pandora è partito come esperimento nel torinese nell’anno scolastico 2024-2025, ma l’obiettivo è chiaro: portarlo in tutte le scuole d’Italia. La violenza, il bullismo, il catcalling, il revenge porn, il cyberbullismo non sono fenomeni “inevitabili”. Sono il prodotto di una società che tollera disvalori e non educa al rispetto. Pandora vuole cambiare questa narrazione, e ha bisogno del supporto di tutti per riuscirci. La domanda è semplice: vogliamo davvero un domani migliore per i nostri figli? Se la risposta è sì, il momento di agire è adesso.