
BARDONECCHIA – Giovedì 11 luglio il Prefetto di Torino ha vietato il tradizionale motoraduno al Sommeiller dal 12 al 14 luglio. Si teneva da quasi 60 edizioni. La decisione sta creando parecchie polemiche. Le motivazioni sono state spiegate nell’ordinanza. Il 9 luglio, il questore di Torino aveva comunicato al prefetto che dal 12 luglio al 14 luglio, era previsto il 58° Motoraduno Stella Alpina” presso il rifugio CAI “Scarfiotti”, nel territorio del Comune di Bardonecchia. Il Questore aveva spiegato che, nonostante le interlocuzioni informali avute con l’amministrazione comunale e il gestore del rifugio, non era stato presentato alcun preavviso sulla manifestazione, nessun piano di sicurezza e nessuna S.c.i.a. per la somministrazione di bevande e per il dj set. Mentre sulla pagina Facebook dedicata all’evento erano stati già pubblicati gli inviti agli appassionati del motoraduno. Il Questore di Torino ha evidenziato alcune criticità per lo svolgimento della manifestazione, in tema di impatto ambientale, di sicurezza stradale e di sovraffollamento dell’area, connesso alle condizioni climatiche e a rischio smottamento (come da ordinanza sindacale di divieto di campeggio) per pericolo frane. Per questi motivi aveva chiesto al Prefetto di valutare l’adozione di provvedimenti di divieto agli autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori della Strada Provinciale 235 per Rochemolles, all’altezza dell’intersezione con corso Sommelier, per impedire il raggiungimento dell’area dell’evento. Il prefetto ha quindi affrontato il tema durante la riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, tenutasi giovedì 11 luglio, alla presenza delle Forze di Polizia e della Polizia Stradale, del Sindaco di Bardonecchia e dei rappresentanti della Città Metropolitana di Torino, ente proprietario della strada. La sindaca di Bardonecchia Chiara Rossetti ha evidenziato in riunione che il raduno tradizionalmente raccoglie la presenza di circa 600 motociclisti, provenienti anche da fuori provincia e dall’estero. Ha ricordato che nell’area interessata vige una propria ordinanza di divieto di campeggio a causa della friabilità del versante montano; che lungo la strada in argomento la copertura telefonica è scarsa, pertanto in caso di necessità risulta difficile attivare i soccorsi. Il rappresentante della Città Metropolitana di Torino, ente proprietario della strada, ha spiegato che le condizioni della strada sono incompatibili con un flusso così significativo di veicoli, evidenziando rischi dovuti anche all’andamento planimetrico. Al riguardo ha aggiunto che sono in corso i lavori di contenimento del versante montano, con la chiusura del tratto stradale interessato, che saranno solo temporaneamente sospesi per il periodo estivo. Il Questore ha ribadito la proposta di la chiudere agli autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori della Strada Provinciale 235 per Rochemolles per il raggiungimento dell’area dell’evento, assicurando la predisposizione di tutti i servizi di vigilanza e il monitoraggio del traffico veicolare nella zona. Il comandante della Polizia Stradale ha invece assicurato il costante raccordo con la Sitaf, gestore dell’Autostrada A32 in modo da poter chiudere le uscite autostradali in caso di necessità. Al termine della discussione si è unanimemente condivisa l’opportunità di prevenire il congestionamento del traffico veicolare sulla strada in questione, che deriverebbe dalla realizzazione del Motoraduno. Per tutte queste ragioni (“criticità insorgenti dallo svolgimento della manifestazione, in tema di impatto ambientale, di sicurezza stradale e di sovraffollamento dell’area, connesso alle condizioni climatiche e al rischio smottamento”), il Prefetto ha ordinato di sospendere la circolazione a tutti gli autoveicoli, motoveicoli e motocicli sul tratto stradale interessato. Il sindaco di Bardonecchia ha chiesto di consentire la circolazione limitatamente alle esigenze dei frontisti, degli operatori economici e dei clienti, previa prenotazione. Il divieto di accesso e circolazione di tutti autoveicoli, i motoveicoli e motocicli, entra in vigore dalle ore 7 di venerdì 12 luglio 2024 alle ore 19 del 14 luglio 2024, sulla Strada Provinciale 235 per Rochemolles, dall’incrocio con il corso Sommelier fino al rifugio CAI “Scarfiotti”. L’accesso dei mezzi è consentito alle persone che ne hanno titolo: proprietari di terreni, di immobili, che svolgono attività lavorativa nell’area o che dimostrino di aver fatto la prenotazione. I trasgressori saranno multati, con una sanzione da € 173 a € 694. Se la violazione è commessa dal conducente di un veicolo adibito al trasporto di cose, la sanzione ammonta da € 430 a € 1.731. Inoltre in questo caso viene anche sospesa la patente di guida per un periodo da uno a quattro mesi, e sospesa la carta di circolazione del veicolo per lo stesso periodo.

Pro Natura cosa dice?
Pro natura dice niet. Cortina si propone come piano B.
Incredibile ..60 .anni di storia
Buttati nel cesso per colpa di un tizio che neanche sà cosa è una moto ..
Ci sono andato un sacco di volte
Ma certe cose le.provi solo se le fai
.passacarte .inutili …
Non c’è nessuna “storia” in una banda di imbecilli che sale in moto a 2200m a ubriacarsi, inquinare e far rumore. Come vi è stato suggerito, affittatevi un capannone a Torino e lo fate lì.
Allora aboliamo anche gli alpini
imbecille sarai te e pure frustrato.
Andiamo tutti a casa del prefetto.
era ora
allora vietiamo tutto, anche i raduni a Sestriere, le gare ciclistiche, …..
Per la gioia dei verdi del c…o che pensano di salvare il mondo ammazzatevi
Ridicoli…!!!!!
Finalmente una buona notizia!
Purtroppo si conferma ulteriormente la mancanza di volontà e di capacità di gestire il turismo estivo, a differenza di altri territori montani. Evidentemente si continua e/o si vuole ignorare i numeri del business economico e del modello gestionale dei ns. corregionali in relazione all’alta via del sale.
Alleluja
E per i passati 57 anni come si è fatto?
Evviva
SIAMO IN ITALIA , I PERMESSI LI DANNO SOLO X MEGA CONCERTI CON MEGA PARCHEGGI A PAGAMENTO , ANCHE ALL’INTERNO DI AREE MONUMENTALI , BASTA CHE GIRINO MONTAGNE DI SOLDI.
PIANTARSI UNA TENDINA SU UN PRATO SENZA FARE ARRICCHIRE IL POLITICANTE DI TURNO E’ TROPPO PERICOLOSO…
siamo stati davvero tanto fortunati questi ultimi 57anni .
E’ il progresso bellezze…
Guardatevi attorno per vedere quante cose sono rimaste come sessant’anni fa.
Bel raduno senz’altro, ci sono stato anch’io quando non c’era ancora l’obbligo di indossare il casco ……
Proporrei come paragone la tormentatissima pista da bob di Cortina.
Non è forse cambiato parecchio tra regole e costi odierni rispetto a quelli del 1956?
Se e per un solo snni per messa in sicurezza va bene ,se è per sempre mi sembra una perdita di denaro tradizione e tutto quello che ci gira intorno.
Da quello che si legge, non era né più, né meno, che un rave party motociclistico con quasi 1000 persone al fondo di una strada sterrata larga più o meno 3 metri a 2200 m di quota.
Ovvio che, in assenza di una qualsiasi organizzazione che si prenda cura di gestire la manifestazione, il prefetto non possa assumersi le responsabilità di qualsiasi emergenza possa accadere (e a quanto pare nessuno ha dato disponibilità a farsi carico delle stesse – o quanto meno a condividerle).
l’organizzazione c’era come c’è sempre stata
Ottima e giusta decisione. Bisogna vietare qualsiasi evento del genere in qualsiasi ambiente naturale. Volete fare i machi a bordo dei vostri mezzi inquinanti, rumorosi e pericolosi? Vi chiudano tutti dentro un capannone in qualche città inquinata e lurida (Milano per esempio) e respiratevi i vostri gas di scarico, ingozzandovi di carne alla brace (ovvero cadaveri di poveri animali torturati) e ubriacandovi di birra. A parte queste considerazioni, non confondiamo un turismo etico con ricadute economiche con queste pagliacciate per rappresentanti di testosterone andato a male. Eventi del genere sono solo dannosi. Punto. Fatevi i vostri raduni dentro una fabbrica abbandonata, magari ci trovate pure più gusto a fare i duri.
Pienamente d’accordo su quasi tutto.. a parte la carne e la birra 🙂
Torino anche
…ha di nuovo dimenticato di prendere le medicine prescritte dall’analista?
Era ora che lo vietassero. Se vogliono salire vadano a piedi o in bici. È una montagna, non Milano centro.
Era ora che lo vietassero. Chi vuole salire lo faccia a piedi o in bici. È montagna, non Milano centro.
Ben fatto e frustrato senza il coraggio di firmarsi con nome e cognome.
Frustrato sarei te che, in tutta evidenza, appartieni alla categoria di quelli a cui il Casco toglie ossigeno al cervello. Deduco il tuo cognome sia “”.
E la festa dell’Assietta ? Anche lì molta gente in quota. Forse però salgono con i suv e non con le moto.
Da amante delle moto vorrei far notare 2 dettagli insignificanti ai delusi: nessun piano sicurezza e rischio frane. Capite che vuol dire? Un volta tanto che il prefetto fa il suo lavoro, avete tutto l’arco alpino per divertirvi in altro modo! Unica cosa che mi dispiacerebbe è la felicità di pro natura, secondo la quale il motoraduno “provoca frane”. Che è molto diverso da “rischio frane” ma dubito che capiranno.
Ne dubito anche io…
Tanto prima o poi obbligheranno anche:
i ciclisti a girare in bici al pasta di orbassano gira, gira, gira, come un criceti
e i camminatori a fare trekking in un centro commerciale con le scale mobili rotte.
Vi ricordo che ad esempio l’Himalaya è ridotta a un’immensa discarica di plastica e rifiuti di vario genere abbandonati dagli alpinisti e non da altri.
Quindi forse sarebbe meglio
EDUCARE anziché VIETARE e TOLLERARE anziché IMPORRE
Fate pure come volete, Io ormai ho smesso di discutere.
Bisogna avere proprio le pigne al posto del cervello per mettere sullo stesso piano chi in montagna ci va silenziosamente e senza inquinare, in bici o a piedi e chi ci va in moto a fare rumore, inquinamento e baldoria. Tollerare un cazzo, è ora di finirla di pretendere che chiunque abbia diritto di andare ovunque con il mezzo che vuole, quando vuole, fottendosene della natura e dei suoi equilibri. L’esempio dell’Himalaya c’entra come i cavoli a merenda, visto che non è né l’Italia, né la Francia. Oltretutto vengono fatte campagne periodiche di pulizia, per lo meno alle quote in cui la cosa può essere fatta in sicurezza.
Un sacco di farneticanti opinioni senza leggere le motivazioni , quelle di sicurezza, non c’entrano niente l’ ecologia e sfottere i verdi , qualcuno nel cervello ha la muffa forse perché deve indossare il casco, poca circolazione di aria e asfissia cerebrale , nessuno vuole negare la passione , ma bisogna pensare a chi si potrebbe sentirsi male , la quota e il fare festa ,esagerare con l’ alcool , la strada difficile per i soccorsi e per tornare a casa ,e poi un collegamento che il destino ha posto come cardine di riflessione , la morte di un giovane che al rifugio Scarfiotti lavorava , forse pensieroso per l’ evento cancellato e il lavoro……
Vista la storia dell’evento e la potenziale valenza economica si poteva individuare un area in paese o dintorni ove consentire il momentaneo campeggio ( notte sabato su domenica) e poi la domenica mattina effettuare la salita al colle in modo ordinato con postazioni di soccorso lungo il percorso. A gruppi, con accompagnatori, salita consentita fino alle 12 . Inizio discesa, medesima modalità, a partire dalle prime ore del pomeriggio. Il tutto a cura dell’organizzazione con spese ripartite su quota iscrizione all’evento.