VALSUSINA UCCISA A RAGUSA, CELEBRATI I FUNERALI: “IL MARITO ERA OSSESSIVO, LEI VOLEVA LASCIARLO”

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RAGUSA / SANT’AMBROGIO DI TORINO – Sono stati celebrati questa mattina, martedì 30 aprile a Ragusa, i funerali di Alice Bredice e del suo assassino, il marito Simone Cosentino. Alle esequie hanno partecipato anche le due figlie piccole della coppia, di 9 e 6 anni. Come riferisce il Giornale di Sicilia “alle 10,30, le salme che sono arrivate da due punti diversi della città, si sono rincontrate in chiesa, alla parrocchia Regina Madre di Ragusa per le esequie comuni. Una cerimonia sobria che è stata segnata dal grande abbraccio tra il papà di Alice Bredice e i genitori di Simone Cosentino, prima che la funzione per dare l’estremo saluto iniziasse, davanti alle due figlie della coppia. Presenti anche il fratello di Alice e uno zio, oltre ai famigliari di Simone Cosentino”.

Intanto emergono nuovi dettagli sull’omicidio suicidio: secondo quanto riferisce il Giornale di Sicilia, il marito ha telefonato alla madre prima di uccidere Alice. E sempre alla mamma avrebbe anche inviato un messaggio col cellulare: “Sto uccidendo Alice, prendetevi cura delle bimbe”. Poi ha sparato alla moglie e si è sparato con la pistola d’ordinanza. Un gesto calcolato e non un raptus improvviso. Una delle due figlie, quella più grande, svegliata dai colpi avrebbe assistito alla drammatica scena del suicidio del padre, per poi telefonare ai nonni e chiedere aiuto.

La procura indaga sulle cause dell’omicidio: secondo i primi elementi emersi da amici e parenti della vittima, Alice aveva deciso di lasciare il marito. La conferma arriva dalle parole del padre e dello zio.

“Glielo avevo detto più volte ad Alice di lasciare suo marito e portare via le bambine dalla Sicilia, ma non voleva allontanarle da lui”. Claudio Bredice è il papà di Alice, la ragazza uccisa a Ragusa dal marito poliziotto Simone Cosentino. Entrambi avevano vissuto in Valsusa, qui si erano conosciuti e innamorati prima di andare a vivere a Ragusa per sposarsi, avere due bambine e per vivere nella casa dell’uomo. Ma dopo gli anni felici, il rapporto si sarebbe incrinato. E proprio in quella casa Alice Bredice ha trovato la morte: uccisa mentre dormiva, intorno alle 3, con tre colpi di pistola alla nuca.

I parenti rivelano che Alice avrebbe voluto lasciare il marito, ma che lui non accettava il distacco. “Era ossessionato da lei, aveva paura di perderla”. E così l’ha uccisa.

Alice era cresciuta a Sant’Ambrogio, dove ha frequentato le scuole. Poi si è andata a vivere con la mamma in frazione Crotte, a Susa. Proprio qui aveva conosciuto Simone Cosentino, che dal 2000 era in servizio per la polizia stradale di Susa.

I parenti stretti della vittima rivelano che Alice avrebbe voluto lasciare Simone, perché era diventato troppo ossessivo. “La seguiva sempre, non le lasciava mai spazi e la assillava, non poteva allontanarsi da sola – spiega ancora il padre, che vive a Leinì e lavora come parrucchiere – ci aveva anche vietato di andarla a trovare in Sicilia, voleva farle terra bruciata attorno”.

Proprio pochi giorni prima di morire,il 24 aprile, Alice era stata a cena in Valsusa dallo zio Alessandro Lupi, il fratello della mamma (morta di Leucemia pochi anni fa): “Mi ricorderò per sempre il suo volto angosciato e preoccupato durante quella cena – spiega lo zio – le avevo detto di restare qui da noi, ma Alice aveva scelto di tornare giù, mi ha detto che voleva sistemare le cose con Simone. Mia nipote era tornata in Valsusa dalla Sicilia per le feste di Pasqua, era venuta su senza il marito, solo con le figlie. Ultimamente lo faceva spesso. Il 26 aprile è ripartita per tornare a Ragusa. A cena mi aveva parlato dei problemi che aveva con suo marito Simone. Raccontava che era diventato troppo possessivo e ossessivo, che la controllava di continuo, le telefonava senza sosta nonostante fosse di turno in polizia, non la lasciava respirare”.

Alice aveva rivelato a zio Alessandro le sue intenzioni, proprio pochi giorni prima di essere ammazzata: “Mi aveva detto che in caso di un’eventuale separazione sarebbe rimasta comunque in Sicilia – spiega Lupi – si era già cercata un lavoro e avrebbe iniziato proprio ai primi di maggio. Lei mi diceva che lo aveva sempre amato e non ha mai avuto altre storie, ma che lui era cambiato troppo, la metteva sempre sotto pressione e ne accorgevano anche le bambine. Eppure, visto questo disagio, perché nessuno dei colleghi o di quelli che erano giù con loro se ne è mai accorto? Possibile che nessuno abbia notato queste difficoltà? Forse adesso avrei ancora mia nipote e le due bimbe avrebbero ancora una mamma”.

Lo zio rivela un dettaglio proprio delle ultime ore di vita di Alice: “Una sua amica di Ragusa mi ha spiegato che proprio quella stessa sera, poche ore prima di essere uccisa, si era lamentata con lei al telefono per gli atteggiamenti ossessivi di Simone, che soprattutto nelle ultime settimane era diventato molto strano”.

 

“Alice mi aveva detto “Zio, questo non è amore” rivela Alessandro Lupi, e purtroppo sua nipote non si sbagliava. “Mi diceva “Sai zio, Simone dopo un po’ si pente, piange, mi chiede scusa, ma poi ricomincia di nuovo a telefonarmi, tutto il giorno, in modo ossessivo. Non è più amore”.

 

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