VALSUSINO UCCISO IN CASA DAL SUO BADANTE: “L’HO PICCHIATO, ERA DIFFICILE DA GESTIRE”

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AVIGLIANA – Un uomo originario di Avigliana, Tullio Cantore, è stato ucciso nel suo appartamento di Torino dal badante peruviano. Nella mattina del 18 novembre, i poliziotti del commissariato “Dora Vanchiglia” e della Squadra Mobile erano intervenuti in corso Belgio 139 a seguito della segnalazione di un decesso in una casa. 

La vittima era il valsusino Tullio Cantore, 54enne, malato da tempo. A dare l’allarme al 118 era stato proprio il suo badante, assegnato all’uomo dall’Asl. Si tratta di Manuel Antonio Ramirez Fuentes, 53enne nato a Junin, in Perù. Sul cadavere della vittima sono stati riscontrati numerosi lividi che, a dire del badante, erano dovuti alle frequenti cadute di Cantore. Cadute che sarebbero state causate dalle sue precarie condizioni di salute (epilessia, psicosi ed altro). 

Da un primo esame del cadavere, nessuna delle ferite che aveva la vittima sul corpo, poteva essere associata ai motivi del decesso. A seguito dell’esame medico-legale, è emerso che le cause della morte erano da attribuire alle percosse ricevute su tutto il corpo.

La polizia e la procura di Torino hanno quindi approfondito le indagini: a seguito di un nuovo interrogatorio al badante e alla sua convivente, sono emerse delle contraddizioni determinanti per poter fermare Ramirez con l’accusa di omicidio. Dopo due giorni di carcere, il peruviano ha confessato il delitto di fronte al Gip: ha massacrato di botte Cantore, portandolo alla morte, giutificandosi dal fatto che fosse “esasperato dal suo paziente”. “Ho perso la pazienza, era troppo difficile da gestire” ha detto agli inquirenti. 

 

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3 COMMENTI

  1. Che orrore!! affidiamo loro le persone più care, spesso perchè per motivi di salute, di lavoro, perchè ci sono più familiari anziani da seguire, non ce la facciamo da soli, e questo è il risultato!! Ogni giorno si legge di anziani picchiati, derubati, uccisi dai loro badanti, che peraltro vengono pagati per svolgere questo lavoro sicuramente non facile, ma nessuno li obbliga ad accettare. Ci vogliono pene più severe per chi maltratta gli anziani, sia nelle loro case che nelle case di riposo… in questo caso per questo badante peruviano ci vuole semplicemente l’ergastolo, nè di più nè di meno.

  2. è veramente una tragedia, penso al pover’uomo ucciso da chi avrebbe dovuto accudirlo e anche ai familiari, vivranno con l’angoscia per aver assunto “un assassino” ma queste sono considerazioni estranee al lavoro vero e proprio, lavoro, si ma è necessario che il dipendente valuti la sua capacità di pazienza, di assistenza, se non si è pazienti e gentili (qualche volta si sa la pazienza può scappare, ma nel lecito da qui ad uccidere…) cerchi un lavoro diverso, al colloqui di lavoro il 99% esrdisce con richieste di ferie, di permessi, di giorni di riposo retribuiti ecc..tutto su questo piano. richiesta di dare da bere all’assistito NON dopo le 20! e sono queste persone le vittime di soprusi? penso che in primis il badante dimostri di AMARE il suo lavoro, se basa tutto sull’aspetto monetario non procedete con il colloquio.

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