VENAUS, UN INCONTRO SUI MIGRANTI CON IL VALSUSA FILMFEST

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di IVO BLANDINO

VENAUS – Venerdì 5 maggio, a Venaus nel Salone Polivalente Borgata 8 Dicembre, si è svolta un’interessante serata nell’ambito del Valsusa Filmfest. La serata è stata organizzata dal Comune di Venaus ed erano presenti il sindaco di Venaus Avernino Di Croce, Ismail Swati (aiuto regista) con il suo immancabile Rubab, Peter Ciaccio (pastore metodista) e il presidente dell’Associazione Protestante Cinema Roberto Sbaffi, Piero Gorza (responsabile MEDU Piemonte), il regista Anto Milotta , Federico Mucciacciaro (capitano della stazione dei carabinieri di Susa) e Michele Belmondo il quale si occupa del progetto MigrAlpdella Croce Rossa Italiana, volto a portare assistenza e soccorso alle persone migranti in transito al confine Italia – Francia. La serata è stata aperta dal sindaco di Venaus, Avernino Di Croce che, oltre aver presentato e ringraziato gli ospiti, ha espresso il suo punto di vista sulla tragica situazione dei migranti. Durante la serata sono stati proiettati due film sul tema. Il primo, incentrato su Trieste, racconta la storia di un gruppo di immigrati afghani che lasciano la loro terra per venire in Italia attraversando diversi stati, tra cui la Slovenia, fino a giungere a Trieste, dopo aver superato difficoltà e giorni da incubo fatti di razzismo e persecuzione da parte della polizia Slovena. Il secondo film raccontava invece la storia di un gruppo di migranti ospiti ad Oulx, presso l’ex istituto dei salesiani. Il loro obbiettivo era quello di superare il confine francese a Claviere, per raggiungere la Francia. Tra di loro c’erano anziani, giovani e bambini, costretti ad affrontare ostacoli, il cui superamento non sempre ebbe risvolti positivi, saranno infatti costretti a rientrare in Italia dopo il blocco imposto dalla polizia francese. Al termine della proiezione dei due film, i vari relatori hanno illustrato il grande lavoro che stanno compiendo grazie agli aiuti umanitari. Nonostante le numerose difficoltà stanno volgendo un importante sostegno verso i più deboli, gli emarginati e soprattutto a chi, a causa della guerra, è costretto ad abbandonare la sua terra, per sperare di essere accolti da un paese ospitale che gli possa offrire un futuro migliore.

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