VIDEO E FOTO / GIAVENO, IL CACCIATORE E LE COCCOLE AL CAPRIOLO: “NON LI CACCERÒ MAI PIÙ”

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Sergio Sada con la femmina di capriolo

di PAOLA TESIO

GIAVENO – Sembra una fiaba, invece è realtà. È la storia di un cacciatore che incontra per caso, in una giornata venatoria, un capriolo che lo segue passo dopo passo, gli si avvicina, si fa accarezzare, mangia una mela con lui. Nell’aria si percepisce la frescura dell’autunno nel magico scenario della Val Sangone in cui le foglie iniziano a colorarsi di rame. Sergio Sada (con i compagni Dario Regen, Davide Usseglio Gros e Fulvio Usseglio Gros) si addentra nei boschi e si imbatte in una giovane femmina di capriolo che inizia a seguirlo.

Gli amici di primo acchito sorridono e Davide Usseglio Gros filma la scena straordinaria. Dario Regen rimane affascinato dal comportamento inaspettato dell’animale: “Non caccerò mai più un capriolo”, dichiara e spiega a Valsusaoggi la vicenda: “È stata un’esperienza davvero unica, mi ha stupito molto il comportamento del capriolo. Ci stavamo recando per la caccia al cinghiale in località Provonda. Mi è venuto incontro avvicinandosi alla chetichella e mi ha seguito nella radura. Ha mangiato una mela che avevo nella tasca. Penso che sia stato avvicinato da piccolo da qualcuno che, trovandolo da solo, gli abbia dato del latte e del cibo e così si è abituato alla presenza umana. Mi seguiva come un cagnolino. Adesso che siamo in stagione venatoria può essere in pericolo. Fortunatamente c’era con me mio figlio a cui ho subito detto di tenere legati i cani per salvaguardare il capriolo. Abbiamo sospeso la nostra mattinata di caccia. Così mi sono messo a giocare con il capriolo: continuava a starmi vicino e non riuscivo a farlo andare via. L’ho accarezzato e sono tornato indietro nel luogo in cui mi aveva incontrato e dopo circa dieci minuti si è finalmente incamminato nella strada da cui era giunto. Purtroppo non avevo niente di adatto con me perché avrei voluto proteggerlo, mettendogli un collare, qualcosa di rosso per identificarlo affinché anche gli altri cacciatori si accorgano che c’è qualcosa di particolare in quell’animale. Essendo così domestico rischia di fare una brutta fine: può venire cacciato oppure diventare preda di cani o lupi”.

Alla domanda su come abbia vissuto questa esperienza risponde: “Non andrò mai più a caccia di caprioli. Anche prima era una cosa che non mi piaceva, per etica personale, ma adesso non prenderò mai più una fascetta per questa specie! Sono accadimenti che ti toccano profondamente”.

Come in ogni fiaba la storia si conclude a lieto fine: l’incontro tra un capriolo e un uomo dimostra come un animale possa scuotere con la sua presenza l’animo di un cacciatore ed evidenzia allo stesso tempo la sensibilità dei cacciatori, spesso dipinti negativamente nell’immaginario collettivo.

L’animale dalla peculiare indole domestica è stato segnalato ai carabinieri forestali di Giaveno che si adopereranno per il caso.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

10 COMMENTI

    • Infatti, me lo domandavo anch’io. Comunque è un inizio anche se rimane pur sempre un gesto troppo isolato. Qui ci vuole una conversione di massa, tipo cuius regio eius religio

    • Ok, però i cinghiali saccheggiano le colture, in montagna svellono il manto erboso (e rovinano le zone da funghi) che poi con i temporali franano a valle e innescano un’erosione.

  1. Io sono un’animalista, apprezzo molto l’atteggiamento di questi cacciatori in cui ha prevalso la sensibilità verso l’animale che si è presentato a loro fidandosi dell’uomo. Vedendo il video sembrava di vivere una favola ma non lo era.d

  2. Vedo spesso i caprioli mangiare le mele sotto un melo di mio padre… sono meravigliosi! Prego pertanto non solo questi cacciatori, ma tutti gli altri, di non sparare a questi poveri animali, dal carattere così schivo e dolce… certo, spiace anche per i cinghiali, ma tanti anni fa in Valle di Susa cinghiali non ce n’erano, è stato uno sbaglio introdurli, perchè si riproducono molto e purtroppo distruggono intere colture di mais, patate etc… arrecando gravi danni agli agricoltori.

Rispondi a Daniela Friolo Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.