VILLARDORA DICE ADDIO A VINCENZO TAMMACCARO, STORICO PIONIERE DI RADIO VALSUSA

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di MARIO RAIMONDO
Ci ha lasciati Vincenzo Tammaccaro, personaggio poliedrico e volitivo, fotografo d’eccellenza e imprenditore in svariate iniziative. Tra le sue iniziative, quella alla quale indissolubilmente resterà legato il suo nome, perchè pionieristica e figlia dell’età dell’ottimismo c’è la nascita di Radio Valsusa , la prima ‘radio libera’ della valle.
Mi raccontò la sua genesi in un lungo incontro che, anni fa, ebbi nel suo studio fotografico…
Un viaggio, un tuffo in un’epoca – gli anni Settanta -irripetibile… E che se nella vita ci fosse una seconda volta, molti vorrebbero rifare…
L’Italia di Peppone e don Camillo, fossilizzata nel blocco dual-conservatore targato DC-PCI, iniziava a mostrare le prime crepe.
La società aveva voglia di cambiamenti, di novità, perchè la transizione in corso dalla valvola termoionica al transistor, oltre che essere una cosa tecnica, era anche una metafora ed apriva prospettive nuove, sentieri inesplorati… Nell’etere, quel sentiero era alla ‘chilometrica’ 88 – 108 Mhz: la strada era la Modulazione di Frequenza ,la sigla FM, la pronuncia “effeemme”, il risultato le “Radio Libere”…
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Erano le frequenze della libertà… Vincenzo Tammaccaro, sapeva tutto questo e benchè fotografo de facto, capì che i tempi stavano cambiando e che anche lui sarebbe stato, in qualche modo, un pioniere di questo cambiamento.
Raccontava così quei tempi pionieristici:”La prima vaga idea di quel che era una radio libera l’ebbi nel 1975 a Condove, dove allora avevo il negozio, quando casualmente ascoltai una trasmissione radiofonica sperimentale di Radio Torino International. La cosa mi sorprese e mi incuriosì, anche se ero un fotografo completamente a digiuno di nozioni radiotecniche. Una radio libera! Per i tempi, per la valle, una autentica novità. Oltretutto la cosa era ancora ambigua, nel senso che non si capiva se era legale trasmettere o no. Il solito problema italico delle normative e dell’interpretazione delle medesime. Purtuttavia la novità mi stuzzicava: m’interessai a quella cosa nuova e contattai alcuni amici interessati all’argomento. Con un po’ di fortuna riuscimmo a reperire il minimo necessario per provare a trasmettere. In fondo, per provare a trasmettere, non era necessario molto: due giradischi, un amplificatore, il trasmettitore a radiofrequenza, un po’ di cavo ed un’antenna… Assemblando opportunamente il tutto, dovevamo essere più o meno a posto. Quando tutto fu assemblato in uno scantinato di Condove, dopo aver ripetutamente controllato i collegamenti tra i cavi delle apparecchiature, si trattò di tirare su l’interruttore. Io, Domenico Allegra, Renato Magnino e Guido Rovero, incrociammo le dita… Ma nulla saltò. Allora, con una mano posi il 33 giri sul piatto ed abbassai la testina… e per meraviglia quel fruscio fu segnale, frequenza, hertz che vibravano nell’etere e che entravano in una radio, in un altoparlante… quindi suono. Erano “Pensieri e parole” di Lucio Battisti. Era il 23 Dicembre 1975. Eravamo sui 104,500 Mhz. Era Radio Valsusa.”
Vincenzo Tammaccaro, mi raccontò con tanti aneddoti la storia della Radio, dalle prime trasmissioni continuative effettuate da un fienile a Torre del Colle che “arrivavano fino a Villarfocchiardo, accendendo una vera ondata di curiosità per tutta la valle, che si raccoglieva attorno alla “sua” Radio”.
O del trasferimento a Celle sul Belvedere quando nella frenesia di collaudare la nuova sede, “bruciarono” il trasmettitore… Cose che accadono ai pionieri.
Ricordava con soddisfazione le trasmissioni di successo di Radio Valsusa, quelle condotte da Carmen e Giusy, da Doriano Giuglar.
Senza dimenticare i fiori all’occhiello della Radio : il “Buona Mattina” condotto da Mirella Barlesi o “L’Angolo della Poesia”, presentati prima da Marcello Vigna e poi da Evasio Capra.
Radio Valsusa chiuse la trasmissioni nel 1996, quando Vincenzo Tammaccaro vendette le frequenze ad un network nazionale. Eravamo quasi alla vigilia del mitico cambio di millennio, e per lui era il tempo di cimentarsi in nuove esperienze.
Ma Radio Valsusa, in fondo, gli è sempre rimasta e gli sarebbe rimasta per sempre nel cuore, una di quelle cose che nella vita diventano parte di una grande persona, che ebbe l’umiltà e la determinazione di cimentarsi in una sfida. Qualcosa che appartiene al mondo dell’anima… Credo che il rapporto tra Vincenzo Tammaccaro e Radio Valsusa potrebbe trovarsi in quelle parole di una canzone presente proprio nella Hit Parade del 1975 .
Cantavano Wess e Dory Ghezzi: “E non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insieme… Noi siamo più che mai un corpo ed un’anima….”.
Tammaccaro nel 1975 non poteva saperlo ma quelle parole in fondo erano metafora.

 

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1 COMMENTO

  1. Per noi adolescenti dell’epoca, l’arrivo delle radio libere e in particolare di Radio Valsusa rappresentò una novità incredibile. Ci sentivamo tutti protagonisti anche perchè c’erano dei programmi che parlavano di noi, della nostra Valle. Ricordo il programma delle dediche che riscuoteva tanto successo.
    Grazie sig. Tammaccaro per averci regalato tante emozioni con la sua radio.

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