CESARE FAVRO, DA SAN GIORIO SULLE ORME DI CHE GUEVARA

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di CLAUDIO GIOVALE

SAN GIORIO DI SUSA – Uno chiude gli occhi e magicamente la macchina del tempo ti porta all’ ottobre 1967 quando Ernesto “Che” Guevara viene catturato dai Rangers dell’Esercito Boliviano, tenuto prigioniero nella Scuola de La Higuera e poi giustiziato sommariamente per infrangere la fama di invincibilità che ormai lo circondava.Moriva l’uomo ma nasceva immediatamente la leggenda.Il fascino immortale del “Che”, l’icona per eccellenza della rivoluzione e del sacrificio nel nome di una causa, sarà protagonista di una serata assolutamente da non perdere. “Il Che vive” recitava un famoso slogan e rivivrà, con orgoglio, venerdì 5 aprile a San Giorio di Susa. Il Centro Polivalente di via Carlo Carli 148 ospiterà, alle ore 21, l’ attesa presentazione del libro “C’è per il Che” che racconta le emozioni del viaggio di due valsusini verso il luogo del “martirio” di Guevara. Un diario coinvolgente ed appassionante su di un viaggio indimenticabile e “rivoluzionario” intrapreso nel 1984 da Cesare Carlo Favro con Roberto Plano.Si narra che siano stati addirittura i primi europei a raggiungere La Higuera. Un libro-diario di Cesare Favro, sulle orme di Che Guevara, realizzato a cura del giornalista, sangioriese doc, Luca Giai ed edito da Valsusa Filmfest con il contributo del Sistema Bibliotecario Valsusa. “È un diario -afferma Luca Giai- a cui sono da sempre molto affezionato.Ho deciso di riprenderlo in mano e pubblicarlo affinché possa essere finalmente patrimonio di tutti”.E’ un diario che unisce con passione San Giorio a La Higuera attraverso la figura di Cesare Carlo Favro, scomparso nel luglio 2022 all’ età di 74 anni. Classe 1947, Comunista, Sindaco di San Giorio di Susa dal 1975 al 1980, Ferroviere, fotografo, Thailandese d’adozione e viticultore. Cesare-continua Luca Giai- ha avuto una vita avventurosa e sempre contro corrente.Aveva una passione smisurata per i viaggi di cui mi ha lasciato i diari personali:Amazzonia, America Latina, Thailandia, India senza tralasciare Parigi e l’ America percorsa coast to coast”. Ma il viaggio dei suoi sogni, per il quale gli batteva forte il cuore, è stato quello alla ricerca del luogo in cui venne assassinato “Che” Guevara”. Un viaggio rimandato per anni e poi finalmente realizzato nel 1984 con Roberto Plano. “Cesare -ricorda Luca Giai- realizzò un reportage fotografico eccezionale.Le immagini furono presentate con successo, negli anni ottanta, alla Festa de L’Unità di San Giorio di Susa e poi archiviate. Nel 2017, nel cinquantesimo anniversario della morte di Che Guevara, incominciai a lavorare ai fianchi Cesare per convincerlo a riprendere in mano quelle foto ingiallite dal tempo e ripresentarle nuovamente al pubblico.Non fu facile ma alla fine, dopo innumerevoli litigate e reciproche mandate a quel paese, Cesare cedette. Il 12 ottobre 2017 al Centro Polivalente di San Giorio di Susa andò in scena “Un viaggio sulle orme del Che”. Una serata incredibile, da tutto esaurito, che ha visto anche un bis alla “Sosta” di Caprie.Un bis realizzato grazie all’ aiuto fondamentale della “Squadra Corse” di Cinema in Verticale, anteprima del Valsusa Filmfest.Cesare avrebbe poi dovuto realizzare un documentario per il Valsusa Filmfest ma la maculopatia che l’ha colpito e purtroppo vinto gli ha tolto l’entusiasmo e la voglia di narrare le mille avventure di quel viaggio della vita”.Ma veniamo ai giorni nostri ed al libro che lo stesso Luca Giai presenterà nella serata di venerdì 5 aprile con il Sindaco di San Giorio di Susa Danilo Bar, l’Assessore alla Cultura e Sistema Bibliotecario Valsusa dell’ Unione Montana Valsusa Elisabetta Serra, Pier Carlo Porporato del Comitato Direttivo dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ed il Presidente del Valsusa Filmfest Andrea Galli. “Un libro diario -spiega Luca Giai- che vede finalmente la sua meritata pubblicazione grazie alla disponibilità delle sorelle di Cesare, Alida e Marina, che mi hanno donato una copia dell’hard disk dell’inseparabile PC del fratello, alla sensibilità del Valsusa Filmfest ed al contributo del Sistema Bibliotecario Valsusa. Io ho avuto l’onore di poter solo dare organicità all’incredibile e minuzioso lavoro fatto da Cesare negli anni. Tutto ciò che è contenuto nel libro, fatte salve le prefazioni, è frutto dell’ingegno e della sensibilità di Cesare. Ho voluto che il diario rimanesse in prima persona perché così scorre meglio e soprattutto perché ci aiuta a vedere e sentire ancora Cesare in mezzo a tutti noi: con la sua testa dura ma con il suo grande cuore”. Hasta siempre, Cesare.

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