CORONAVIRUS AVIGLIANA: DOPO IL CASO DEL PROF A SCUOLA, “GLI ALUNNI NON RISULTANO CONTATTI STRETTI”

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

COMUNICAZIONE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ROMANA GUMA *

AVIGLIANA – In riferimento al rilevamento di un caso di positività al virus COVID 19 SARS 2 tra il personale docente della Scuola Secondaria di Primo Grado Defendente Ferrari, l’autorità sanitaria competente “Servizio di Igiene e Sanità Pubblica ASL TO3” comunica quanto segue:

“Sulla base della relazione inviata e dell’indagine epidemiologica effettuata, gli alunni delle classi che hanno avuto lezione con [OMISSIS], in data 5 Ottobre, non risultano contatti stretti. Non è pertanto necessario un intervento di sanità pubblica. Si richiede che nei prossimi 14 giorni venga comunque effettuata un’attenta sorveglianza ai suddetti studenti, procedendo anche alla rilevazione quotidiana della temperatura corporea.
Si ricorda che, in caso di sintomatologia sospetta, la famiglia deve essere tempestivamente avvisata affinché sia possibile, quanto prima, una valutazione clinica da parte del Pediatra di Libera scelta. Si richiede, inoltre, l’utilizzo della mascherina da parte degli studenti, dei docenti e degli operatori scolastici e un’accurata aerazione e sanificazione degli ambienti, più volte al giorno”.

* Pubblicata sabato 10 ottobre sul sito web dell’istituto comprensivo di Avigliana

 

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

7 COMMENTI

  1. PER COLORO DEI NO MUSERUOLA O CHE DICONO AD ALTRI DI ESSERE AMANTI DEL COVID E che invitano le persone a partecipare ai raduni!
    Lei è una infermiera di Bergamo. Ha scritto un post di una potenza tale che merita di essere letto e riletto cento volte.
    “In questi giorni sto leggendo molti post offensivi verso la nostra professione e leggo anche di tanta ignoranza a proposito dell’argomento Covid. Sono consapevole di essere in un Paese democratico, dove ognuno è libero di esprimere un’opinione ma leggere di persone che offendono me e i miei colleghi dicendo che avremmo potuto non scegliere questa professione poiché ci lamentiamo di camici termici da sauna o di mascherine che decubitano sui nostri nasi, mi rende triste e addolorata.
    Passare da eroi a stronzi di turno è un attimo, passare da #andratuttobene e da applausi sui balconi è un attimo, passare da regali e false adulazioni a “questo è il lavoro che vi siete scelti e ora non rompete le palle” è un attimo. Cosa pretendiamo da una società che accusa l’immigrato di essere untore e poi va a ballare tra più di 100 persone in locali chiusi o all’aperto, senza mascherine, senza distanze. Vogliamo dire che “so ragazzi”!?
    Diciamolo pure ma io alla prossima ondata (che speriamo non ci sia) mi rifiuto di lavorare per questa società, mi rifiuto di trasportare morti dal letto alle barelle e di correre come una forsennata tra un paziente con grandi difficoltà respiratorie e un altro che piange perché capisce che la fine è imminente.
    Il problema è che voi non avete visto i 3/4/8/10 morti per turno, non avete visto padri di famiglia venire ricoverati con i loro oggetti personali che poi sono stati bruciati con le loro salme. Non avete sentito figli, padri, madri al telefono piangere perché in un mese avevano perso più d’un familiare senza poter dire loro addio.
    Non avete visto la difficoltà dei medici nel dare notizie di morte né la fatica di noi infermieri e OSS che vivevamo con la paura e la rabbia giorno dopo giorno e facevamo fatica a prendere sonno la notte.
    Voi non avete vissuto nulla di tutto ciò, sapete solo giudicare e dire “vi siete scelti voi questo mestiere”, senza sapere che non siamo stati addestrati a fronteggiare una pandemia e ci siamo trovati immersi nella merda di punto in bianco.
    Io sono un’infermiera e l’ho scelto io ma voi, perché scegliete di giudicare? Perché offendete? Perché siete ipocriti? Non vi siete mai lamentati dei vostri orari di lavoro? Della vostra busta paga? Adesso mettetevi nei panni di chi a questo ci aggiunge la paura e la fatica, la morte e la disperazione. Siete comunque tutti dei grandi ingrati e comunque… mettete sta mascherina che avete rotto 3/4 di cippa con sta storia che “non ce n’è coviddi”.
    E i prossimi applausi fateli alle vostre professioni che intanto noi siamo quelli che non fanno nulla e puliscono solo cu*i. E mo basta”.

  2. Se un neurochirurgo indossa la mascherina per 10 ore filate, mantenendo la lucidità per rimuovere un tumore da una scatola cranica aperta, voi potete tranquillamente indossarla per portare fuori il cane a cagare senza il rischio di farvi male.
    Post che arrivano e dicono delle verità.
    Nel post precedente ho omesso il nome dell’infermiera.

    • “Discutere con un idiota è come tentare di scolpire una me..da. È difficile, sgradevole e non otterrai mai un gran risultato.” (Dallo scrittore Marco Malvaldi).
      Quindi è difficile che certe persone ragionino. Io non do più peso e visibilità a queste persone, le ignoro.
      Saluti

      • Giorgio…e giustamente, in segno di civiltà, educazione e superiorità morale, dai degli idioti e delle merde a chi la pensa diversamente…

      • Giorgio, c’è gente che non la pensa come te. Con le persone come te ed Elisabetta (per non citare gli altri amanti della mascherina, che per il momento non sono intervenuti) non si riuscirà mai ad avere un dialogo civile, perché quando non sapete più motivare le vostre idee attaccate gli altri. Non sapete cosa dire, ma è giusto per forza.
        Il ragionamento dell’infermiera è a dir poco folle, perché, per usare i vostri termini, non può sapere se il paziente che ha davanti è quello che voi definite “untore” o è una “povera e innocente vittima”.

  3. Complimenti per il tono garbato e sereno del primo commento…per quanto riguarda il secondo: il neurochirurgo fa correttamente e professionalmente uso della mascherina, assolutamente richiesta in un intervento del genere, come in molte altre occasioni. Per chi riesce a malapena a scrivere correttamente un commento, l’uso intensivo della mascherina non sembra aiutare a mantenere la stessa lucidità. Però forse hai ragione, non è la mascherina…

  4. Elisabetta, il post dell’infermiera di Bergamo non lo porterei come esempio di dedizione alla professione. Intanto, il fatto che abbiano scelto loro quel lavoro è un dato di fatto, perciò non è il caso di scaldarsi tanto. Poi, mi dispiace deluderti, ma non basta una protesta infantile “io smetto di lavorare”, perchè in reparto ci possono essere persone ricoverate per mille motivi diversi dal Covid, perchè nel frattempo le altre malattie non sono andate in ferie. E quelle persone hanno comunque diritto all’assistenza del personale, a prescindere da cosa hanno fatto prima del ricovero. E’ come se un chirurgo non operasse una persona infortunata, perchè in fondo “aveva solo da stare a casa”. Ma vi sentite quando dite queste cose? O parlate solo per far prendere aria ai denti?
    Detto ciò, la mascherina durante un intervento è obbligatoria in quanto fa parte dei dispositivi necessari all’intervento. Anche un saldatore usa gli occhiali appositi durante il suo lavoro, ma non ho mai visto nessuno andare in giro con quelli addosso.

Rispondi a ELISABETTA Annulla risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.