LETTERA / COSA CI INSEGNA L’INDAGINE SULLA REGIONE SICILIA PER CORRUZIONE E VOTO DI SCAMBIO

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di FRANCO TRIVERO

Mi trovo al gate in partenza, compare una notizia Ansa sui monitor “Voto di scambio e corruzione, bufera sulla Regione Sicilia”, sospeso il vicegovernatore leghista. L’Antimafia chiede gli atti dell’inchiesta. “Sammartino è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’ su presunte infiltrazioni mafiose di corruzione nel Comune di Tremestieri Etneo il cui sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. Anche in questa inchiesta la magistratura ricostruisce un quadro del malaffare che coinvolge politici, funzionari pubblici e faccendieri. Tutti interessati a “garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione di tizio piuttosto che di caio”. L’accusa a Sammartino, oggi alla Lega, ma con un passato in Udc, Partito Democratico e Italia dei valori, è di avere favorito Ronsisvalle, proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo: si sarebbe impegnato nell’impedire l’apertura a un suo concorrente, intervenendo al Comune. Era di qualche giorno prima un’altra inchiesta a Bari, con il coinvolgimento di oltre 130 persone, con sospette infiltrazioni e voti di scambio. Tutto è partito da un’inchiesta della procura di Bari, che a febbraio scorso ha svelato gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina. Poi è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con l’avvio dell’iter per verificare l’ipotesi di scioglimento del capoluogo pugliese.  Fino alla nuova indagine del 15 aprile, che coinvolge l’assessore al Bilancio Alessandro D’Adamo per truffa ai danni dell’Unione europea. In mezzo ci sono stati arresti per voto di scambio e sospette infiltrazioni mafiose, accesi scontri politici e terremoti nella giunta regionale. Il tutto a poche settimane dalle elezioni comunali a Bari. Il coinvolgimento più forte, all’interno del consiglio comunale barese, è quello che fa riferimento all’arresto della consigliera Maria Carmen Lorusso che era pronta a ricandidarsi alle prossime Amministrative. Lorusso, si era candidata nel 2019 nella lista Di Rella sindaco, nel centrodestra, e fu eletta con oltre 900 voti, prima di passare nel 2021 nel centrosinistra.

È interessante leggere l’intervista alla senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Partito Democratico, la quale sottolinea “la necessità di alzare il livello di guardia e di mettere al centro dell’azione politica l’etica pubblica e l’antimafia sociale”. Infatti Repubblica di oggi 17 cm titola: “Berlinguer sulla tessera del Partito Democratico”, come fosse sufficiente una foto per riportare etica e valori in un partito. Come definire un maquillage che equivale a cambiare un pannolone a un novantenne, senza preoccuparsi di lavarlo e disinfettarlo. Povero Berlinguer si rivolta nella tomba.

È di questa mattina la notizia “Arrestato il sindaco dimissionario di Avellino Gianluca Festa del Partito Democratico, è ai domiciliari per corruzione nell’ambito di un’inchiesta su appalti comunali”. Si era dimesso il 26 marzo, travolto dalle perquisizioni che avevano disvelato accuse di corruzione nei suoi confronti. Nella campagna politica attuale era sostenuto da alcune liste civiche. La Procura della città campana, guidata da Domenico Airoma, contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreto, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità. Nel rispetto delle persone coinvolte e in attesa dei gradi di giudizio, quello che emerge sotto il profilo morale ed etico e, che le inchieste coinvolgono politici che con estrema disinvoltura passano da destra a sinistra e viceversa, assumendo i contorni di una grande abbuffata, a cui un posto a tavola non si nega a nessuno.

E con la stessa disinvoltura vengono votati da un corpo elettorale che fa altrettanto, garantendo la loro rielezione, indipendentemente dalla fede politica. Questo è uno degli aspetti su cui riflettere. Questo evidenzia che decidere di non andare a votare, consente a una parte della comunità politica, quella peggiore, di poter disporre di un potere politico con cui gestire e amministrare negli interessi sicuramente non dei cittadini onesti.

Ma viceversa di essere i garanti dei disonesti e criminali attraverso un sodalizio elettorale.
I partiti “del sistema” hanno dimostrato di accettare una pratica che come succede spesso con le cattive abitudini è andata via via raffinandosi ed estendendosi con la scomparsa di qualsiasi pudore. Privi di qualsiasi scrupolo etico. Si racconta che Caligola per disprezzo nei confronti del Parlamento (in questo caso del Popolo) giunse a nominare senatore il proprio cavallo, ma nemmeno Caligola ebbe l’ardire di nominare al Senato l’intera scuderia. Concludo questa mia riflessione, invocando la necessità alle prossime elezioni di andare in massa a votare, per mandare a casa, una classe politica corrotta e corruttibile.

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