SANT’ANTONINO, UCCISE A COLTELLATE IL TABACCAIO: PENA DIMEZZATA A 16 ANNI E MEZZO

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Ivan-Versino

SANT’ANTONINO DI SUSA – Sedici anni e mezzo di carcere. Pena dimezzata per Luca Genovese, il 63enne che il 9 aprile 2014 uccise a coltellate il tabaccaio Ivan Versino, 35enne sposato e padre di due figli piccoli, massacrato in centro paese dalla furia omicida del padre del suo ex amico e socio d’affari. Al centro della questione c’erano problemi di soldi e di affari. La Corte d’Assise d’appello ha dimezzato la pena per l’uomo, che in primo grado, nel febbraio 2015, era stato condannato a 30 anni di galera con rito abbreviato. Sconto della pena che lascia l’amaro in bocca alla famiglia di Versino, che era difesa dall’avvocato Carena. La scelta del dimezzamento è dovuta essenzialmente ad una ragione: secondo i giudici, l’omicidio non era premeditato, ma frutto di un raptus d’ira di Genovese, suo ex socio d’affari. Versino è stato ucciso a coltellate: prima tre fendenti diretti, quando il tabaccaio ha chiuso la tabaccheria e stava per andare a prendere i figli a scuola: la vittima ha provato a scappare correndo in strada e gridando, ma Genovese l’ha raggiunto, per poi colpirlo ancora, ripetutamente, fino a tagliargli la gola. Dopo averlo ucciso, è scappato nei prati fuori dal centro paese, ma è stato ritrovato poco dopo. Ha prevalso comunque la linea difensiva dell’omicida, rilanciata dall’avvocato Metello Scaparone, secondo cui in realtà Genovese non voleva uccidere il tabaccaio, ma si è trattato di un momento di follia.

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