VALSUSA, L’ODISSEA DI UNA DONNA CHE VUOLE DIVENTARE MAMMA

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di SIMONA ROTELLI

In principio è un desiderio, che tu pensi sia a portata di mano, come per tutti. Che c’è di più normale? Il desiderio di un figlio… naturale come la vita. Ai primi insuccessi non ti agiti, lo dicono tutti, ci vuole un anno per potersi preoccupare. Poi passa il tempo e quella posizione, quella di chi temporeggia e attende, inizia a diventare scomoda. Non ci pensare, ancora niente? Sei troppo stressata, andate in vacanza, vedrai che arriva, sempre esagerata, battute di spirito e doppi sensi… e tu decidi che no, non vuoi stare ad aspettare, non sei stressata ma solo arrabbiata e impaziente, perché cavolo ora è il momento e un figlio lo vuoi. Cerchi appigli, un dottore non troppo venale, speri in competenza ma anche in umanità, perché qui ci sono in gioco i sogni, non è una gamba o un polmone, ci sono i tuoi sogni e tutti i progetti che in mesi di attesa hai fatto. Inizia la ricerca, non più solo quella di un bambino, ma quella di un problema, DEL problema. Se sei fortunata lo trovano, almeno sai con chi devi combattere, altrimenti boh ricadi in quella fetta di imperscrutabile mistero, tra il non accertato e i limiti della scienza, che evolve certo, ma che tu non puoi aspettare. Perché poi te lo dicono, l’età non ti aiuta, bisogna procedere e andare avanti spediti, altrimenti non sarà solo IL problema, ma si aggiungerà anche il tempo. In questo vortice le frasi di chi nelle tue scarpe non ci cammina e non ci camminerà mai, i figli sono un dono non un diritto, sono rimasta incinta subito ma se così non fosse stato non mi sarei accanita, se non arrivano ci sarà un motivo nel disegno di Dio, della natura o del cosmo… ma allora io? Non me lo merito questo dono? Io che voglio andare in fondo, che voglio seguire il mio cuore sono accanita? E cosa c’è di male ad esserlo? Accanita… con la stessa parola con cui si definirebbe un fumatore o un drogato. E io sono solo drogata di sogni, progetti e amore. Un disegno di Dio che non mi contempla, come teoricamente non contempla i malati quel disegno. Allora? Non curiamo nessuno, ci dimentichiamo di chi non è perfetto? E chi ha deciso la destinazione di quei doni? Chi decide che arrivino a chi li maltratta, li abbandona, li calpesta? A chi sfrutta questa infanzia che nega e che io invece vorrei proteggere? Magari manco ci credo in Dio… e chi ha deciso che possa decidere pure per me? In questo vortice devi corazzarti fisicamente, mentalmente, economicamente. Perché magari un sogno costa pure soldi e qua i conti dobbiamo farli con tutto: tempo, denaro, forza e salute. E con duemila voci che senti intorno, giudizi, dita puntate, di chi sta al caldo al sicuro e a Natale ha montato giocattoli e comprato vestitini. Contro natura, meccaniche, medicalizzate, scempi. Peccati mortali. Ogni volta che se ne parla, anche in gruppi social di donne, di mamme, di mogli, o in calce ad articoli di giornale, leggi commenti, hai mal di stomaco, vuoi intervenire ma non sai se è il caso, chiami chi ti capisce a raccolta, commentiamo anche noi, raccontiamo anche noi, raccontiamo la pma a chi “non la sa”. La verità è che vestire i panni altrui è sempre difficile, ma quando si parla di sogni allora cavolo è quasi impossibile, quando si parla d’amore tutto è più complesso. Andrebbero spiegati i sogni, l’amore, la sofferenza e il percorso. La strada. Andrebbe mostrata l’aria che manca nel cuore. E la paura che alla fine della corsa il sogno svanisca. Niente dono per noi. Ecco, chiudete gli occhi. E immaginate che quell’amore che stringete ogni sera tra le braccia per un errore della vita non ci sia. E che vi venga negata la libertà di cercarlo con tutte le vostre forza. La libertà di scegliere. Allora forse sì. Forse capireste. E io abbraccio tutte le donne che ancora nel cuore hanno quella lacrima che è stata anche la mia, quel senso di dolorosa mancanza di qualcosa che non c’è mai stato ma che sta lì. Brilla per assenza. Cercherò sempre di essere al vostro fianco, a tacitare le parole inutili e a difendere la libertà di scelta, passi avanti forse ne vedo pochi, ma non smetto di provarci. Se volete potete condividere questo pensiero a chi ha bisogno di aiuto… ma anche con chi per sua fortuna non ne ha. Se non lo fate non succederà nulla. Se lo fate forse qualche parola inutile si trasformerà in mani strette… e in donne a fianco di altre donne, a sostenere un sogno. E la libertà di cercarlo…

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6 COMMENTI

  1. Ci sono persone che fanno i 100m piani quasi nei tempi di Bolt e ci sono persone che non possono correre, c’è chi può aver figli e chi no. Non siamo tutti uguali, ognuno ha peculiarità diverse e va accettato senza pensare di essere stati privati di questo o di quel dono…

  2. Io ormai ho superato l’età…ho sofferto moltissimo, e il non avere figli non dipendeva neppure da me… la cosa peggiore? La solidarietà femminile è del tutto inesistente… ricordo ancora una festa piena di gente, tra cui due amiche incinta, di cui io non ero a conoscenza… ne stavano parlando tra di loro, io inavvertitamente sono passata di fianco a loro per prendere qualcosa da mangiare… e ho sentito: “zitta , zitta, non parlare, sta passando”il mio nome” …….. Ecco, questo mi ha fatto male in un modo che ancora non so descrivere e non so da dove derivi quella che non so se chiamare cattiveria o ignoranza o un misto di entrambe… cosa pensavano, che non sapessi che mentre io un figlio probabilmente non lo avrei mai avuto per cause non imputabili a me che non descrivo certo on line, non sapessi che molte altre donne invece i bambini li hanno, persino quelle che li gettano nei cassonetti??? O vogliamo parlare della cognata simpaticona arrivata da Como a casa di una mia amica, che senza capire e sapere nulla, mi disse che non facevo figli perchè ero troppo magra?? Altra stilettata, certo, lei li ha fatti anche per me: 5, troppa grazia, mi accontentavo di due perchè sono figlia unica e so quanto è brutto da piccoli essere soli, ma 5 per l’epoca in cui viviamo li trovo un po’ troppi perchè purtroppo la vita è molto cara e si rischia di non dare loro la possibilità di studiare o comunque di realizzare i loro sogni, anche se, per me poteva farne pure 10 ma non dire certe cattiverie a chi in quel momento piangeva perchè l’agognata bambina che sapevo persino come chiamare non arrivava… Sono tutte storie che Dio dà i bambini a chi li merita: se lo meritava la mamma che in provincia di Torino l’ha buttato nel cassonetto invece che darlo in adozione??? in Dio io ci credo ma non interviene miracolosamente nelle nostre vite per dare o togliere, dal momento in cui l’umanità si è allontanata da Lui, poco dopo la creazione, non interviene nella singola vita di un singolo individuo, altrimenti sarebbe una vera ingiustizia che un suo devoto servitore ricevesse il miracolo e l’altro no… non viviamo nei tempi biblici in cui Dio interveniva nella vita dei suoi adoratori per portare avanti il suo proposito… Specificato questo, il mio bambino non è mai arrivato, sono solidale al massimo con chi lo desidera e non ce l’ha, ma alla fine mi sono dovuta fare forza e trovare altri scopi altrettanto nobili che allevare un bimbo, non bisogna lasciarsi affossare dalla malvagità altrui se le cose girano storte…Helen Mirren, conosciuta attrice, ha detto che è ora di finirla di chiedere alle donne perchè non hanno figli e che siamo complete dalla nascita, non a motivo del fatto se avremo figli o no…non dico che non soffro più per niente, direi una grossa bugia, ma è anche la società in cui viviamo, pseudo amiche comprese, che ci fa sentire sbagliate nei momenti più bui…Avrei tentato l’adozione, ma nel Paese in cui vivo purtroppo è difficile adottare persino un cane…per adottare un bimbo all’estero come avrei voluto, non solo bisogna essere tendenzialmente ricchi, ma anche trovare le persone giuste perchè non avrei mai voluto adottare un bimbo che invece di essere orfano fosse stato tolto a qualche famiglia povera e bisognosa di aiuto…. infine mia mamma era già malata, e dunque, le assistenti sociali certamente mi avrebbero negato l’adozione vista la natura della malattia, così alla fine eccomi qua nella mezza età senza figli… non nego che a volte piango ancora, ma nella vita tra volontariato ed altre piacevoli attività si può essere attivi e felici anche senza figli, anche se, chiaramente, avrei voluto averli…Massima solidarietà a chi sta tentando di averli, a chi li avrà in futuro e anche a chi non li avrà, che ognuna possa trovare gioia e felicità comunque vadano le cose.

  3. È come, dopo aver bevuto un bel bicchiere d’acqua fresca, dire a chi a sete, ” guarda l’acqua non disseta” , poi bisognerebbe interrogarsi anche sul perché l’infertilita’ è diventata un problema trasversale. Nella società del secolo scorso hanno inventato la pillola per dare un limite alle famiglie numerose. Ora abbiamo il problema inverso, non credo che Dio c’entri , piuttosto la mano dell’ uomo, l’inquinamento, il cibo senza più sostanze veramente nutrienti, la mancanza di una sana vita all’aria aperta hanno indebolito l’uomo. Ma questo non deve diventare un peccato da scontare e non commesso da chi i figli li vorrebbe eccome e potrebbe essere anche un genitore amorevole, attento e felice insieme ai propri figli

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