GIAVENO, OSVALDO NAPOLI ATTACCA IL SINDACO GIACONE: “BASTA FALSITÀ, AMA FARE LA VITTIMA”

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di OSVALDO NAPOLI

GIAVENO – In questi 5 anni non mi sono mai permesso di criticare una sola volta l’operato della giunta Giacone e non è mia intenzione, ora, entrare nel merito della campagna elettorale.

Ho stigmatizzato solo da un mese, in alcune interviste fatte, il comportamento poco educato istituzionalmente da parte del Sindaco che non fa certo onore alla storia di educazione di Giaveno e dei giavenesi.

Al di là dei colori politici, per la mia storia personale e politica, il gesto dell’ombrello nei confronti di una donna componente del consiglio comunale, unitamente al portare pentole nel luogo di rappresentanza della città e altre espressioni usate, non possono che essere da me duramente criticate. Ma questa è la signorilità dei giavenesi? Io non credo, visto che di Giaveno sono stato Sindaco per 20 anni e conosco i miei concittadini.

Anche le sue posizioni sulla politica e sui parlamentari richiedono da parte mia, a titolo personale e non coinvolgendo nella maniera più assoluta nessuna lista delle prossime elezioni amministrative, una chiarificazione inoppugnabile.
Pur chiamandomi Napoli, la buona educazione sabauda mi ha insegnato che a casa degli altri si va su invito, il sindaco Giacone in 5 anni non mi ha fatto nessuna telefonata di invito. È vero che poteva farne a meno, in quanto l’amministrazione Ruffino/Tizzani ha lasciato un avanzo di bilancio di circa 8 milioni di euro e non entro in merito se la giunta Giacone li ha usati bene o male.

Il sindaco Giacone in questi 5 anni, ed in campagna elettorale, si è dedicato a diffondere odio e false notizie.

Ama fare la vittima e l’indigente, nonostante le proprietà e i 2000 euro di stipendio comunale pagato da tutti i cittadini, come lo pagano anche a me come parlamentare. Dice una falsità quando dichiara che, durante l’inaugurazione della mostra del pittore Alessandri, voluta dall’amministrazione Ruffino, la minoranza gli impedisce di parlare. Esiste una norma regionale che vieta a chi è candidato in campagna elettorale di parlare quando vi è un patrocinio, come in questo caso. O il sindaco vive di ignoranza amministrativa o mente sapendo di mentire.

Non entrerò in merito alla campagna elettorale ma sicuramente non transigerò sulle bugie e la falsità che il sindaco o altri diranno.
Come tutti coloro che si ergono a maestri di moralità, anche il sindaco di Giaveno, Carlo Giacone, incorre nel fallo di ipocrisia. Non avendo molte cose da sbrigare, nelle sue lunghe giornate, l’ottimo Giacone ha messo nel mirino il sottoscritto, colpevole, ai suoi occhi, di “vivere” di politica attraverso le indennità parlamentari.

Il sottoscritto ha iniziato a lavorare a 15 anni, si è diplomato andando a scuola di sera ed è andato in pensione dopo 37 anni di attività. Auguro di poter fare la stessa cosa al sindaco.
Giacone arriva buon ultimo, e fuori tempo massimo, tra le file degli anti-sistema e degli anti-casta. Lo dico a suo vantaggio: si guardi intorno e rifletta sul destino “cinico e baro” riservato ai Cinquestelle, professori emeriti di ipocrisia e falso moralismo.

Però…c’è un però. Se Giacone non fosse quel campione di ipocrisia qual è, una mattina, guardandosi allo specchio mentre si sbarba, dovrebbe chiedersi: critico e sbeffeggio Napoli, ma io, diamine, non ricordo mica più quando è stata l’ultima volta che ho lavorato! Ecco, provo a ricordarglielo io: Giacone sono circa 25 anni che siede in Consiglio Comunale! Può festeggiare le nozze d’argento con la politica! Lungo tutto l’arco di questi anni, ha ricoperto per 5 anni la carica di Sindaco, per ben 10 anni la carica di vice sindaco di Daniela Ruffino e negli altri 10 la carica di consigliere prima e assessore poi sotto il mio mandato di sindaco. Sul curriculum che ha inviato a Libera (“Riparte il futuro” per il braccialetto bianco…) è riuscito pure a sbagliare o a mentire poiché dichiara che ha iniziato l’attività nel 2004 invece che nel 1994… si toglie 10 anni…

Giacone è stato iscritto ad AN e poi al PDL. È stato candidato al senato per Alleanza Nazionale, ma la sorte gli è stata avversa: non eletto. Da anni percepisce indennità di carica in tutte le varianti: da sindaco, da vice sindaco, da assessore…La fatica del “lavoro”, come la chiama lui, è un ricordo davvero lontano nella vita dell’ottimo Giacone.

Buon per lui, sia chiaro. Ma da qui ad alzare l’indice ammonitore per impartire lezioni di moralità … Il principe De Curtis, in arte Totò, avrebbe liquidato la storia con il sempreverde: “Giacone, ma mi faccia il piacere!!!!”

 

NOTA DELLA REDAZIONE: Se il sindaco Giacone vorrà replicare alla lettera di Napoli, ospiteremo volentieri anche la sua risposta. 

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