A SALBERTRAND “CHI VA AL MULINO” CON IL PARCO ALPI COZIE

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Riceviamo da PARCHI ALPI COZIE

SALBERTRAND – Sabato 14 ottobre l’Ecomuseo Colombano Romean propone un pomeriggio dedicato a “Chi va al Mulino… acque mulini e mugnai delle valli piemontesi”. L’appuntamento è alle ore 15.30 presso il Mulino idraulico del Martinet, sito ecomuseale, per una visita guidata particolare.

A seguire, presso la sede del Parco, verrà presentato il libro dell’antropologa Emanuela Genre, per la Neos edizioni, “Chi va al mulino..”, una nuova pubblicazione con tante immagini dedicata al mondo dei Mulini. Emanuela Genre è nata a Pinerolo nel 1987. Ha conseguito la Laurea triennale in Scienze Geografiche e Territoriali con una tesi sull’industrializzazione a Perosa Argentina e la Laurea magistrale in Antropologia Culturale e Etnologia con una tesi sul mulino di Bobbio Pellice. Collabora con il CeSMAP Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica e con il Museo Etnografico di Pinerolo; occasionalmente pubblica articoli su “Riforma – L’Eco delle Valli Valdesi”. Ha pubblicato nel 2016 un articolo su “La Beidana – cultura e storia nelle valli valdesi” dal titolo Il mulino di Bobbio – Dalle prime testimonianze storiche al recente restauro e uno nel 2017, cofirmato da Veronica Polia, dal titolo “Il tempio di San Secondo di Pinerolo”.

Chi va al mulino.. è un’opera affascinante che tratta il tema con la consapevolezza che il mondo di cui facevano parte i mulini così come era, è passato, ma può ancora costituire motivo di interesse, offrendo tanti aneddoti, curiosità, suggestioni; può offrire anche spunti di riflessione a una nuova generazione di operatori e consumatori che vuole riavvicinarsi con un approccio attuale alla tradizione molitoria della nostra terra. 104 pagine con ricco apparato iconografico – ISBN 9788866082477- € 16,80.

I mulini ad acqua, si sa, hanno un fascino del tutto particolare, hanno colpito la fantasia di scrittori e pittori e ancora oggi il loro potere di suggestione non è diminuito,” – spiega l’autrice – “prendendo in esame un nutrito numero di mulini delle valli piemontesi, questo nuovo lavoro va oltre gli stereotipi e il mito un po’ romantico che ha connotato l’idea di queste strutture. Si vuole far conoscere il meccanismo di funzionamento e il piccolo universo che un tempo ruotava loro intorno: la relazione con la rete idrica del territorio, le figure dei mugnai, le normative che li regolavano e la loro importanza sociale, la loro sorte al giorno d’oggi”.

 

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