A VENAUS I GIOVANI DA TUTTA EUROPA

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VENAUS – Il Comune di Venaus dà il benvenuto ai giovani che arrivano dalla Bosnia Erzegovina, dalla Francia, dalla Grecia, dall’Italia e dal Marocco. L’iniziativa internazionale Erasmus+, con finanziamento dell’Unione Europea, inizia il 3 giugno alla Borgata VII dicembre, dove i giovani mediterranei scambieranno e condivideranno i loro pensieri e le loro esperienze su concetti come la cittadinanza e le frontiere.

Quant’è importante la libertà di movimento? Che significato hanno i confini? Che cosa significa oggi la cittadinanza? Con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Venaus e la programmazione e gestione dell’iniziativa svolta dall’Associazione Maydan, ci saranno presentazioni, dibattiti, gite e laboratori per confrontarsi, con la partecipazione di enti ed esperti locali (il Rifugio Massi, Migralp-Croce Rossa, Medici per i diritti umani, Bee Happy e il Val Susa Film Fest), nazionali (Baobab Experience) e oltre (Project Caravan). Con l’aiuto di specialisti, i giovani potranno anche esprimersi attraverso mezzi artistici.

Le parole del Sindaco di Venaus Avernino Di Croce: “Come primo cittadino di Venaus dico che siamo particolarmente lieti di aver collaborato alla realizzazione di questa iniziativa e ad averla patrocinata; e non già per una semplice ragione di immagine, come purtroppo spesso accade. Siamo profondamente convinti, infatti, di quanto sia importante che soprattutto le giovani generazioni possano trovare dei luoghi, spazi e cornici emotive e culturali entro cui potersi conoscere e condividere storie ed esperienze personali e collettive in un sentire comune”.

Quando le persone si parlano e, reciprocamente, si ascoltano di più, cioè quando imparano a dialogare maggiormente, allora si spiana il terreno alla comprensione e alla conoscenza, alla piacevole e consapevole serenità del rispetto e dell’accettazione reciproca. Uno dei massimi poeti della letteratura mistica persiana, il teologo musulmano sunnita Jalal ad-Din Muhammad Rumi (1207-1273), in un suo poema scrisse: “Che cos’è la rabbia? La non accettazione di ciò che è al di fuori della nostra comprensione. Se l’accettiamo diventa tolleranza. Che cos’è l’odio? La non accettazione delle persone così come sono. Se le accettiamo in maniera incondizionata, allora diventa amore. Se queste affermazioni divenissero per tutti noi “precetti guida”, non avremmo più guerre e avremmo risorse per salvare vite umane e ambiente, piuttosto che per fabbricare armi e munizioni”.

Come capofila, l’Associazione Maydan ha lavorato su un concetto di cittadinanza che va oltre lo stato-nazione e i confini, negli ultimi quattro anni come associazione legalmente registrata, ma i suoi membri hanno sviluppato la nozione da più tempo, presentando una bozza manifesto per la cittadinanza mediterranea scritto collettivamente nel 2017 come parte
della componente Sabir Maydan dell’evento culturale mediterraneo SabirFest, tenutosi in Calabria e Sicilia.

“La Valsusa è un luogo importante per il passaggio di persone che desiderano arrivare in Francia e oltre. Ci è sembrato il posto giusto per unire questi giovani e anche mostrare la realtà attuale in questa Valle che è stata un punto chiave migratorio per millenni” – afferma Lisa Ariemma, co-presidente dell’Associazione Maydan e coordinatrice dell’iniziativa.

Nel corso degli otto giorni dello scambio, Maydan e i suoi partners Agencija Lokal Demokratije (Bosnia-Erzegovina), Hors Pistes (Francia), Institut Méditeranéen Democratique pour la Formation et le Developpement (Marocco) e Thetis (Grecia) condurranno anche una serie di workshop sulla nozione di cittadinanza e di frontiera, e sulla situazione migratoria a livello globale e locale, al fine di comprendere la prospettiva e le percezioni dei giovani su questi termini.

“L’Assessore alla Cultura Catia Plano e il Sindaco Avernino Di Croce sono grati all’Associazione Maydan e a Lisa Ariemma per aver voluto condividere e realizzare con il Comune di Venaus una iniziativa di sì grande valore culturale e sociale. Ringraziamo il Comune di Venaus, la Pro Loco del paese valsusino, la Società Filarmonica Venausina e tutte le persone che hanno contribuito con vero entusiasmo nell’organizzazione di questo scambio” – aggiunge Lisa Ariemma.

Lo scopo finale e comune è quello di aprire la discussione sull’appartenenza e sui diritti umani nel nostro mondo sempre più globalizzato e interconnesso. La scelta dei metodi dei partecipanti per esprimere questi risultati può avvenire in molte forme culturali: artisticamente, attraverso le parole, il teatro, arte e mezzi audio-visuali. Allo stesso tempo, la speranza è che i risultati creati dai dialoghi sfidino le narrazioni divisive esistenti e costruiscano ponti invece di muri tra i popoli, mentre aumentano la consapevolezza delle istituzioni e dei decisori; un passo critico per il futuro della regione mediterranea e oltre.

 

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