IL CAI E LA POLEMICA SULLE CROCI IN MONTAGNA: LA POSIZIONE UFFICIALE

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La croce sul Monte Rocciavrè (foto di Giovanni Barberis da Facebook)

di ANTONIO MONTANI (Presidente nazionale del Cai)

Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce.
Voglio scusarmi personalmente con il Ministro per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.

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17 COMMENTI

    • Chi/cosa rappresentano queste croci che richiamano l’evangelico “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, “chi vuole essere il primo si metta al servizio degli altri”….
      Nel modello senza la croce, invece, conta imporsi e prevalere sugli altri, e chi lo fa (magari ammazzando di botte un poveraccio per strada) filma pure per vantarsene.
      Non mi pare che sia un miglioramento della convivenza

    • Davide o forse Mohamed le croci togliele a casa tua, qualora le avessi, anzi forse una croce ce l’ha sai chi ? … la tua compagna a sopportare uno come te.

  1. Cominciamo con il togliere il fenomeno che ha fatto queste dichiarazioni che nulla ha a vedere con le montagne!

    Si deve vergognare, vada sulle montagne marocchine de non vuole vedere croci

  2. Sulla cima del Tabor ci hanno messo una cappella, sul Rocciamelone una Madonna enorme, sul Musine’ la croce è alta come un palazzo e si apre una polemica per due assi in croce su cime secondarie o quasi, dove quando ci sale qualcuno è
    una mezza festa.
    Certo sarebbe bello vedere ogni tanto anche una mezzaluna ma, per favore, queste croci lasciamole in pace, nella stessa pace che in montagna dovrebbe regnare sovrana.

  3. “Perciò, se da un lato sono inappropriate le campagne di rimozione, perché porterebbero alla cancellazione di una traccia del nostro percorso culturale, dall’altro si rivela anacronistico l’innalzamento di nuove croci e, più in generale, di nuovi e ingombranti simboli sulle cime alpine”
    Chissà come mai tanti commenti a sproposito senza capire l’editoriale del direttore.
    Carenze scolastiche in analisi del testo?
    Necessità di far vibrare le corde vocali?
    Cervello spento?
    PS a questo punto abbattiamo l’arco di Augusto a Susa, visto che oltre 2000 anni fa il Roccia era già una montagna sacra per chi viveva in valle…

    • Parole emblematice quelle dell’editoriale
      Cosa c’è di più ingombranate di una croce e ciò che essa evoca, o dovrebbe evocare?
      Ad esempio i 10 comandamenti, le beatitudini, la preghiera?
      Cioè in 1 concetto: riconoscersi bisognosi di Dio come insegnatoci da Gesù.
      Ma noi siamo adulti (pluri) vaccinati, non abbiamo bisogno di quel ciarpame medievale, siamo ormai padroni del nostro destino, o almeno ci piacerebbe esserlo. Peccato solo che poi ci si vada a schiantare.

  4. Gent.mo Franco,
    se un direttore editoriale, di fatto un subalterno del soggetto per cui lavora, veicola un’opinione personale come nuovo corso di uno storico club, interlocutore e delle Istituzioni pubbliche oltre che portavoce delle opinioni dei suoi associati, è probabile che l’abbia sparata un pò troppo grossa, oltre che fuori tempo e fuori contesto, a prescindere dalle sue migliori intenzioni.
    I commenti, non solo il mio, sono stati quanto mai misurati e consapevoli, sia se dissenzienti che a favore.
    Cervelli, corde vocali e reminiscenze scolastiche in questo caso hanno onorevolmente fatto il loro lavoro.
    Vagamente incomprensibile è risultato solo il Suo post scriptum.

  5. La croce non è un simbolo della religione islamica in quanto Cristo seppur riconosciuto come profeta non vi sarebbe stato appeso né vi avrebbe sofferto. In ogni caso la croce come simbolo di vita, positività e fertiltà è ben presente nella storia dell’ uomo migliaia di anni prima rispetto all’ esistenza di Cristo.
    Non credo che questo possa essere né una colpa né un segno di intolleranza verso chi legittimamente non sia interessato a questi sentimenti. Se poi, chi invece vi è legato anche per motivi religiosi, si sente confortato e più vicino al suo Dio raggiungendo la vetta che male c’ è . Come sempre la democrazia della “maggioranza” è imperfetta ma è il meno peggio che fino ad ora si sia trovato. Quando la maggioranza della popolazione locale riterrà altri simboli più meritori di “infestare ” le cime dei monti credo sarà inevitabile il cambiamento.

  6. Che lo vogliamo o meno siamo immersi nella cultura cristiana: guardiamo l’ora al campanile della chiesa, vediamo croci e simboli ovunque… se a qualcuno non piacciono, che si giri dall’altra parte! Solo i talebani facevano saltare le statue credendo di estirpare il credo! …se ci riteniamo allo stesso livello, allora togliamo pure tutto, arco di Augusto e cattedrale di S. Giusto inclusi e partiamo da un bellissimo ed arido foglio bianco.

    • Foglio bianco che verrà presto ricoperto di insulti (forse oltre i limiti della legalità, sicuramente oltre quelli della decenza) come i muri bianchi o i commenti di questo sito da cui, quindi, probabilmente è meglio stare alla larga.

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