LA VALSUSA RICORDA MICHELE GIAI: L’ULTIMO REDUCE DI CEFALONIA

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di GIANCARLO SIBILLE (Fiduciario nucleo Val Susa Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna)

BUSSOLENO – Michele Giai, nato nel 1917, abitava alla borgata Argiassera di Bussoleno, dove si fece promotore del ricordo del sacrificio della divisione Acqui, erigendo tra l’altro un monumento ai martiri di Cefalonia all’ingresso dell’abitato e curando ogni anno la commemorazione. Le sue peripezie di guerra cominciano dal fronte alpino, dove fu inviato allo scoppio della guerra tra Italia e Francia il 10 giugno 1940. Venne poi inviato con la divisione Acqui a presidiare le Isole Ionie e qui lo sorprese l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Michele Giai, l’ultimo dei reduci di Cefalonia (così come Corfù e le altre isole ioniche), il 22 settembre 2010 raggiunse i suoi compagni «in un soffio» lasciando questa terra con la compostezza che caratterizzò la sua lunga vita, in punta dei piedi, come ha sempre vissuto, appena dopo avere inaugurato il memoriale restaurato e dedicato ai suoi commilitoni morti nelle isole greche. Monumento per altro sorto grazie alla sua volontà di ricordare una delle pagine più aspre del secondo conflitto mondiale ed allo stesso tempo uno dei primi atti di resistenza alla furia nazifascista.

L’olocausto di Cefalonia fu un crimine di guerra compiuto da reparti dell’esercito tedesco a danno dei 10260 soldati italiani, in massima parte della divisione Acqui, ma erano presenti anche finanzieri, carabinieri ed elementi della regia marina, di stanza in quelle isole alla data dell’8 settembre, settantasette anni fa, giorno in cui fu annunciato l’armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. “Decisero di non cedere le armi. Preferirono combattere e morire per la Patria. Tennero fede al giuramento. La loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza ad un’Italia libera dal fascismo. Decideste così, consapevolmente, il vostro destino. Dimostraste che la Patria non era morta, anzi, con la vostra decisione ne riaffermaste l’esistenza.

Su queste fondamenta risorse l’Italia” (dal discorso di Carlo Azeglio Ciampi, Cefalonia, 1 Marzo 2001). “L’ultima volta che incontrai il cavaliere Michele Giai, perfetto, in giacca e cravatta, i capelli bianchi al vento ed il suo sorriso grande e luminoso, visibilmente emozionato, ma allo stesso tempo compunto ed orgoglioso – ricorda il fiduciario dell’A.N.G.S. nucleo Val Susa, Giancarlo Sibille, – fu nella piazzetta dell’Argiassera proprio in occasione dell’inaugurazione dell’opera lapidea con una cerimonia in onore di tutti caduti delle divisioni Acqui, a Cefalonia e Corfù, e Granatieri di Sardegna nella difesa di Roma, del settembre ‘43”.

Michele Giai
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