OULX, LA CASA DI RIPOSO PER ANZIANI: “BOLLETTE E COSTI QUADRUPLICATI”

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di IVO BLANDINO

OULX – La Rsa Casa Nazareth di Oulx è una storica casa di ospitalità per gli anziani dove, grazie al suo dinamico direttore e allo staff composto da vari professionisti, si respira un’aria di allegria e di positività in un clima famigliare, nonostante le preoccupazioni per il caro energia e bollette, con i costi aumentati a causa della crisi internazionale. Per ValsusaOggi abbiamo intervistato il direttore Massimiliano Casalis e la psicologa Cristina Audagna.

Direttore Casalis, in questo momento storico, le RSA come pensano di affrontare il futuro?
È una domanda assolutamente molto consona a questa situazione, poiché lo stesso Presidente dell’Associazione Case di Riposo ha dichiarato che quasi il 30% delle RSA chiuderanno entro fine anno, a causa degli eccessivi costi energetici ai quali anche noi andiamo incontro. Su tutto questo però farei un passo indietro, perché sono ormai tre anni che le RSA sono e vivono una serie di difficoltà: abbiamo avuto la pandemia, l’assenza di personale e molti costi che si sono aggiunti nel momento in cui sembrava che quasi tutto potesse ripartire. Ci troviamo in una condizione di avere bollette energetiche quadruplicate, parlo di gas, luce e la stessa spesa alimentare che noi dobbiamo affrontare dove tutto è aumentato. Un esempio: è quasi impossibile acquistare l’olio di semi, che noi ovviamente acquistiamo tramite i nostri grandi fornitori. Per quanto riguarda le spese energetiche, oggettivamente la “nostra” casa di riposo di Oulx non è come una casa di riposo in Riviera Ligure. A noi capita di avere il riscaldamento acceso quasi dodici mesi all’anno, perché nella casa abbiamo molti anziani che hanno freddo e giustamente devono avere il massimo comfort, senza disagi. La situazione in zona di montagna è differente da altre zone d’Italia, per cui i costi sono ancora più eccessivi e purtroppo l’unico modo per “salvarci” è aumentare (seppur di poco) le rette. Purtroppo questo chiaramente creerà dei disagi famigliari, ma noi oggi abbiamo due scelte e ci troviamo ad un drastico bivio: o chiudiamo, oppure proviamo a proseguire l’attività di accoglienza degli anziani, allineandoci ai livelli di costi e scusandoci in anticipo di quello che potrà succedere. Voglio ancora dire questo. Sono molto contento di Casa Nazareth e sono molto felice di essere qui a Oulx: spenderò tutte le mie energie per questa struttura. Le difficoltà ci sono e non si possono nascondere, ma la gente ci vuole bene e ci segue. Abbiamo una bella lista di attesa, però dobbiamo tutti assieme provare a superare questo periodo veramente drastico.

Dottoressa Cristina Audagna, gli ospiti come stanno vivendo questo periodo?
Diciamo che sono parzialmente consapevoli. Ad esempio qualcuno lo sente, altri se ne rendono anche conto, mentre qualcuno visto anche la loro situazione di psicologica, non trova nessuna differenza. Noi cerchiamo di coinvolgere tutti nelle attività: come la palestra, giochi, musica, intrattenimento e allegria. Tutte queste cose che si devono realizzare con le persone anziane assieme allo staff che opera nella nostra struttura, cercando con queste attività di alleviare questo periodo critico. Adesso partirà una nuova attività: la “Dool Terapy” ossia la terapia della bambola. Si tratta di una particolare terapia per il contenimento della situazione di ansia, agitazione, vagabondaggio e dovrebbe avere dei risultati positivi. Questa è una terapia che si basa sull’attaccamento, cioè sul contatto che non si verifica solamente in un bambino, ma si verifica come in questo caso anche in una persona adulta ed anziana, che però ha bisogno di questo supporto. Il tutto perché la bambola diventi un oggetto un simbolo su cui riversare il proprio bisogno di vicinanza, e ci sono molti elementi positivi su questa nuova terapia che vogliamo adottare a Casa Nazareth. Ci orientiamo su questa linea: organizzare delle attività che creino del benessere, nonostante che l’esterno sia molto difficile.

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2 COMMENTI

  1. Ma qualcuno ci pensa che se chiudono il 30 per cento delle RSA, molti anziani non autosufficienti e senza familiari o che necessitano di assistenza 24 ore al giorno, si ritroveranno letteralmente in mezzo alla strada? E invece gli altri nelle RSA che resteranno aperte saranno fortemente penalizzati perché per risparmiare, un personale già ridotto all’osso, sarà ancora decimato e così gli anziani verranno cambiati, lavati, assistiti chissà come???? Forse il pnnr andrebbe utilizzato per chi ha lavorato tutta la vita e oggi non ha più la forza fisica ed emotiva per vivere da solo. Molti sono immobilizzati in un letto o su una sedia a rotelle, forse bisognerebbe pensarci subito.

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