SUSA, LE CASE POPOLARI AI LAVORATORI TAV: IN CAMBIO SARÀ RIQUALIFICATO IL PALAZZO

L'opposizione critica il progetto: "Vengono penalizzate le famiglie bisognose e i proprietari di case"

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di FABIO TANZILLI

SUSA – Gli operai dei cantieri Tav di Susa e della Valle saranno ospitati nelle case popolari del centro storico, in via Martiri della Libertà. L’amministrazione comunale ha approvato una delibera in cui ha deciso di escludere temporaneamente 13 alloggi, ad oggi liberi e in fase di dismissione, non ancora assegnati ai ceti bisognosi, dal vincolo di destinazione di edilizia popolare, per destinarli a “finalità socialmente rilevanti”.
In questo caso, la “finalità rilevante” sarà l’assegnazione delle 13 case popolari ai lavoratori Tav, che dovranno venire a Susa per operare nei cantieri della Torino-Lione per i prossimi anni.
Secondo quanto riportato in delibera di giunta, si tratta di 13 alloggi sui 29 totali della palazzina di Via Martiri della Libertà: “Perlopiù di piccole dimensioni e sfitti da tempo – spiegano dal Comune – perché ammalorati e bisognosi di interventi manutentivi”.
Ad oggi nella palazzina di Via Martiri della Libertà ci sono 29 alloggi, di cui 9 disponibili (liberi e non assegnati), mentre altri 4 alloggi sono in fase di dismissione.
La legge consente l’esclusione di alloggi dalla destinazione di edilizia popolare, fino ad una percentuale del 20% sul totale disponibile nel Comune, e si può richiedere l’esclusione dal vincolo di “casa popolare”, quando gli alloggi oggetto di esclusione “sono in stato manutentivo tale da precluderne l’assegnazione e il destinatario del progetto si fa carico del loro recupero”.
Il progetto di recupero del Comune di Susa è chiaro: a fronte di una concessione a canone concordato dei 13 alloggi, Telt e gli operatori economici interessati ai lavori della linea ad alta velocità Tav Torino–Lione, pagheranno a proprie spese gli interventi di ristrutturazione della palazzina di Via Martiri della Libertà (in tutto o in parte), con il recupero funzionale dei singoli alloggi per renderli idonei ad ospitare i lavoratori Tav che soggiorneranno a Susa per lunghi periodi.
Con questa operazione, il Comune di Susa punta quindi e far riqualificare l’immobile da Telt e dagli operatori economici interessati ai cantieri Tav: la palazzina delle case popolari di Via Martiri della Libertà, ristrutturata alla fine degli anni Novanta con fondi regionali, si trova da tempo in uno stato di decadimento e degrado dovuto in particolare alle cattive condizioni degli scarichi fognari, delle grondaie, della facciata, della tinteggiatura, degli spazi comuni ecc.
Nella delibera, l’amministrazione comunale rimarca che l’utilizzo di alcuni alloggi da parte di inquilini in condizioni di fragilità sociale, “ha favorito nel tempo lo stato di deterioramento interno degli alloggi medesimi (ad esempio servizi igienici e infissi vetusti), che li rende non idonei dal punto di vista igienico-sanitario”. Inoltre il Comune fa presente che “si sono sviluppate tra gli inquilini problematiche relazionali che hanno reso, in alcuni casi, incompatibili le convivenze e generato situazioni di tensione abitativa, richiedendo l’intervento degli enti e soggetti preposti”.
La ristrutturazione delle case popolari del centro storico di Susa “necessita del ricorso a finanziamenti esterni, in quanto la disponibilità economica accantonata dal Comune non copre i costi dell’intero intervento”. Finanziamenti che quindi potranno arrivare da Telt, con i soldi della Torino-Lione.
Questa soluzione, secondo il Comune, potrà portare alla riqualificazione dell’intero immobile che si trova nel cuore del centro storico e nel circuito turistico della città. Ottenendo in breve tempo “un piano di interventi di ripristino della funzionalità di alcuni alloggi”. Il Comune rimarca che si tratta di un progetto condiviso con l’Agenzia Territoriale per la Casa.
“Susa può svolgere nei prossimi anni la funzione di polo aggregatore delle diverse maestranze specializzate, e delle squadre di lavoratori che verranno indirizzate nei cantieri Tav di Susa e della Valle – aggiungono dal Comune – che potranno usufruire in Città dei servizi indispensabili e delle attività presenti”.
La ristrutturazione della palazzina e la sistemazione dei 13 alloggi, secondo il Comune, “avranno ricadute positive per la valorizzazione del centro storico di Susa, favorendo la riapertura di attività produttive e migliorando l’intero contesto sociale, oggi in parte compromesso”.
L’opposizione, guidata dall’ex sindaco Sandro Plano, è contraria al progetto: “Si tolgono dalla disponibilità 13 alloggi per nuclei familiari che hanno difficoltà economiche, per darli, a canone concordato, a persone che lavorando nei cantieri possono pagare cifre anche alte nel libero mercato immobiliare. I possessori di alloggi da affittare vengono danneggiati, proprio quando si aspettavano vantaggi dal TAV.
Anche il richiamo alla vocazione turistica e la presenza di «attrattori di tipo non distributivo» della Città di Susa come elemento per giustificare la sottintesa necessità di togliere le cosiddette case popolari dal centro storico, per renderlo più bello e aderente alla sua vocazione, sembra negare una realtà cittadina che presenta molti problemi di marginalità che i Comuni esclusivamente turistici non hanno. Questa visione di Susa, gioiello delle alpi Cozie, non tiene conto di una realtà più complessa e sotterranea, in evoluzione.
Inoltre questo provvedimento, come filosofia, richiama quello che è successo a Bussoleno e un po’ di tempo fa sulla sanità. Per qualcuno il TAV e le compensazioni risolvono i problemi. Abbiamo sempre sostenuto che si deve fare una netta distinzione tra: espropri, indennizzi, mitigazioni e compensazioni senza intrecci indebiti. In questo caso il problema delle “case popolari” riguarda l’ATC e il Comune e all’interno di queste due istituzioni si devono risolvere i problemi di agibilità e fruizione degli alloggi disponibili, pienamente consapevoli dei ritardi e delle difficoltà che come Amministratori conosciamo bene.
E’ anche di pessimo gusto citare le liti tra vicini e gli inquilini in condizioni di fragilità sociale nella giustificazione del provvedimento, dato che la stessa condizione di fragilità sociale delega alle istituzioni il compito di intervenire e provvedere agli inconvenienti che si verificano in uno stabile vecchio e problematico.
Non condividiamo assolutamente per forma e contenuto questa delibera e invitiamo il Comune di Susa, l’ATC e la Regione Piemonte a non procedere con questa esclusione temporanea dei 13 alloggi dal vincolo di destinazione e di provvedere alla ricerca di risorse per renderli adeguati all’assegnazione”.

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20 COMMENTI

  1. Caserme vuote, edifici pubblici di diversa natura abbandonati. Proprio scegliere gli alloggi popolari mi sembra una grande potionkata .

  2. “Finanziamenti che quindi potranno arrivare da Telt, con i soldi della Torino-Lione” sono pienamente d’accordo, saggia decisione del Comune di sfruttare l’occasione per rinnovare alloggi che in un futuro potranno di nuovo essere destinati al loro scopo originale

    • Sabrina Ivol non ho capito dov’è e’ la saggia decisione.La ristrutturazione? Ma da tempo che sono li ste abitazioni e le ristrutturano ora? Beh allora visto che ci sara’ chi perde cio’ che e’ proprio qui in Piemonte come in Trentino e non solo, per il Tav, deduco che sara’ premura del comune Dar pure loro la casa gratis .Ovvio devono pagarsi le spese Altrimenti e’ discriminatorio verso commessi cassieri forze dell’ ordine e altri che per lavoro vengono sbattuti e sinistra e a manca e si devono pagare le spese .Infatti e’ di poco tempo fa l’ articolo di quella ragazza che da Napoli in treno va al lavoro fino Milano.Vogliono lavorare giusto si paghino le spese tutti o nessuno E anche loro se prendano una casa in affitto.La ristrutturazione ok per chi ha bisogno.

  3. Questa si che è bella… molte famiglie italiane e straniere che vivono in Valle hanno bisogno di una casa, che non verrà loro assegnata, per ospitare i lavoratori di ditte che vengono da via… Ben venga il restauro dell’orribile palazzo, ma una volta le ditte che venivano da lontano provvedevano a creare i loro piccoli “villaggi” per ospitare i lavoratori, adesso non solo non viene dato lavoro ai valsusini disoccupati, ma si levano pure le case ai più poveri… Non si capisce più nulla, però è triste che un valsusino di nascita o di adozione resti senza casa e senza lavoro e invece una persona che viene da lontano si prenda l’uno e l’altro, questo senza volergliene ai lavorati che vanno dove li mandano, ma il mantra non era che la costruzione della nuova ferrovia dava lavoro ai disoccupati in valle? Bo, chi li capisce è bravo

  4. Ah non avevo capito tutto bene… tolgono le case popolari dei poveracci perché non fanno fare bella figura a Susa… siamo arrivati alla distinzione di casta… le case popolari, se ben tenute, non tolgono proprio niente a Susa… è altro a Susa che fa pietà: Via Rivo Gelassa, piena di buche, se la percorri in auto scassi tutto… le RSA senza aria condizionata: gli anziani stanno morendo a causa del troppo caldo; un’abitazione di fronte al parcheggio di Piazza d’Armi che è il biglietto da visita di Susa, appena arrivano i pullman turistici vedono il rudere; nella via Palazzo di Città e nella via Francesco Rolando e altre zone ci sono vecchissimi vicoletti con abitazioni che crollano e con cortili pieni di orribili rifiuti, se fossero restaurate e usate come case popolari sicuramente sarebbero più decenti; una stazione dei treni dove se piove o nevica o arrivi in anticipo non hai manco una panchina sotto il porticato per ripararti un pochino; se vai in giro con qualcuno sulla sedia a rotelle non sai dove passare perchè ci sono marciapiedi vetusti e pieni di barriere architettoniche e anche in molte attività commerciali non si sa come entrare perchè vi sono gradini ovunque…e il problema sono le case popolari? Dipende solo da come vengono tenute… Inoltre, la Francia insegna, togliere le persone meno abbienti dal centro storico e ghettizzarle nelle banlieue serve solamente a creare dei gruppi di persone locali e straniere in quartieri fatiscenti dove cresce il malcontento, le scuole sono di scarsa qualità, il lavoro è inesistente e per queste persone più sfortunate l’integrazione resta una chimera… meglio piccole case popolari integrate nel contesto cittadino e ben tenute che casermoni in periferia che danno luogo ad un sacco di problemi… la gente, anche quella più sfortunata, ha bisogno di inclusione e partecipazione e lavoro, non di finire nei ghetti nelle periferie.

  5. La grande truffa del neoliberismo e dell’Europa. Per le amministrazioni locali non ci sono i soldi perché hai perso la sovranità monetaria e la moneta (creata dal nulla) è a debito. Così le amministrazioni locali sono costrette a svendersi ai privati che ti ricattano: noi mettiamo i soldi e voi tacete e accondiscendete alle grandi porcate pubbliche. Ma facciamo pure figurare che lo Stato è buono e gentile e ti “compensa” per le porcate inutili e dispendiose che compie, in nome degli amici e degli amici degli amici, con i soldi che gli competerebbe di elargire in base alla Costituzione. Un paese farsa, mafiosamente organizzato, impunemente complice.

  6. MA questo TAV non doveva portare lavoro e occupazione in valle?
    A quanto pare porterà solo lavoratori, che spariranno finiti i cantieri…

  7. Un’altra tavanata della giunta in carica , le case popolari vanno assegnate ai bisognosi e nessun altro uso è logico : a partire da occupazioni abusive che devono essere stroncate subito ne tanto meno ad utilizzi diversi da quello per cui sono nate . Oltretutto anni fa è stata promossa una campagna in valle per la ricerca di alloggi atti ad ospitare le maestranze TELT , A QUANTO MI RISULTA SONO STATI PARECCHI PROPRIETARI AD ADERIRE A QUESTA INIZIATIVA . Anche perchè si parlava di una locazioni di €.300,00 mensili che avrebbe garantito la TELT in prima persona .

  8. Scelta “illuminata” della G.C. di Susa ! Hanno atteso sinora per ristrutturare il fabbricato, non sarebbe stato meglio farlo prima per dare dignità a quegli alloggi da assegnare a chi ne aveva bisogno o era in difficoltà? Decisione di “finalità rilevante” mah! Comportamento scorretto! Perchè per le altre imprese operanti sul nostro territorio non si è adottata questa sensibilità? A voi la risposta.

  9. Vabbè tilet mette a posto (in toto o in parte, questo non è del tutto chiaro) gli alloggi (o sistemano tutto il palazzo, non mi è del tutto chiaro) per far entrare gli operai……..
    Ma quando per i fine lavori andranno via (data da definire), chi ristrutturerà nuovamente gli alloggi per renderli agibili ai futuri fruitori?

  10. Ma il centro storico ha bisogno di una riqualificazione, ed è giusto farne un gioiello e ricco quartiere. I bisognosi posson prender casa fuori dal centro storico, se non riescon a guadagnarsi da vivere perchè devon deturpare i quartieri abbienti o che lo saranno?
    Le case popolari via dal centro storico e creiamo nuovamente un centro storico prosperoso ed accattivante per investimenti futuri. Basta rattoppare le pezze ai poveri ogni volta. Un po di socialismo va bene, ma non calare le braghe ad ogni poveretto.

  11. Troppa gente dalla memoria corta. Dov’erano quando si ristrutturava il palazzo della Provincia? Amministratori di maggioranza ed opposizione, facevano i soprammobili? Funzionari coinvolti nell’operazione dormivano sul posto per controllare meglio l’esecuzione dei lavori? Il costruttore avra’ avuto indicazioni precise dagli addetti ai lavori? I vari miracoli di quel decennio.

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