VALSUSA, SALVIAMO LE FARFALLE DEL MUSINÈ DALL’ESTINZIONE

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CASELETTE – La scomparsa delle farfalle sul Monte Musinè e nell’area circostante è un fenomeno preoccupante che deve essere contrastato prima che sia troppo tardi. Parte da questa constatazione il programma di azione per la tutela dei lepidotteri nella Zona Speciale di Conservazione “Monte Musinè e Laghi di Caselette” di cui si parlerà nell’incontro informativo in programma giovedì 11 aprile alle ore 21 nella sala Italia 150 di strada Contessa a Caselette. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Città Metropolitana di Torino, con il suo Ente di Gestione delle Aree protette, il Comune di Caselette, i Dipartimenti Disafa e Dbios dell’Università di Torino e l’Associazione Arte, Archeologia e Cultura ad Almese.

La scelta del luogo dell’incontro non è casuale, perché il Musinè è caratterizzato da una notevole varietà di ambienti: dai laghi e zone umide alle praterie, dai boschi di querce a quelli di conifere. La biodiversità presente a pochi chilometri dall’area metropolitana di Torino ha pochi eguali in Italia. Basti pensare che intorno e sul Musinè sono presenti nove delle dodici specie di farfalle protette in Piemonte e il 20% di tutte le specie protette in Italia. Secondo gli esperti, tra le specie che necessitano in tempi rapidi di azioni concrete per la tutela del loro ambiente naturale sono la Zerynthia Polyxena, la Lopinga Achine, la Coenonympha Oedippus, la Euphydryas Aurinia, la Phengaris Alcon e la Phengaris Teleius.

Una maggiore consapevolezza dei residenti a Almese, Caselette e Val della Torre sul valore degli habitat in cui vivono e si riproducono le specie protette di Lepidotteri è fondamentale per la loro conservazione e a parlarne giovedì 11 aprile saranno amministratori locali, esperti della Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana, ricercatori universitari e cittadini impegnati nel volontariato a difesa del territorio. Il declino delle specie più sensibili di farfalle è imputabile alla conversione dei prati in colture agricole, all’espansione naturale dei boschi, all’utilizzo di pesticidi e alle ricorrenti siccità senza dimenticare la caccia per collezionismo e una errata programmazione degli sfalci durante il periodo di volo e riproduzione dei Lepidotteri.

Il programma di azione messo in campo dalla Città Metropolitana, nella sua qualità di Ente responsabile della Zona Speciale di Conservazione “Monte Musinè e Laghi di Caselette”, prevede una fase di sensibilizzazione della cittadinanza, il coinvolgimento degli agricoltori per una diversa programmazione degli sfalci dei prati, una raccolta e sistematizzazione dei dati reperiti ormai da quasi novant’anni dagli entomologi professionali e dilettanti sulla presenza delle farfalle nell’area protetta. È anche prevista l’organizzazione di un corso di formazione per le Guardie Ecologiche Volontarie e per tutti gli operatori interessati alle attività di monitoraggio delle specie protette.

I privati cittadini, adeguatamente sensibilizzati, potranno collaborare alla conservazione della biodiversità, segnalando o fotografando le specie avvistate durante le escursioni oppure semplicemente nel proprio giardino o nel proprio orto. Della rete europea Butterfly Monitoring Scheme fanno parte attualmente oltre diecimila cittadini in tutto il Vecchio Continente e l’idea è di fare dell’area del Musinè e dei Laghi di Caselette uno degli snodi essenziali di tale rete.

 

 

 

 

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