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COMUNICATO DAL COMUNE DI CONDOVE
CONDOVE – Le amministrazioni di Condove, Caprie, Sant’Ambrogio di Torino, Chiusa di San Michele, Vaie e Sant’Antonino di Susa partecipano al bando della Regione Piemonte che istituisce i Distretti del Commercio.
I comuni, con Condove come capofila e presentatore dell’istanza, presentano la proposta per la creazione del Distretto diffuso del Commercio “Sacra di San Michele Bassa Val di Susa”. L’accordo fra i sei Comuni per la candidatura è stato firmato questa mattina, sabato 27 marzo, a Condove presso la Biblioteca M. Hack e verrà inoltrato il lunedì successivo all’Ufficio del Settore Commercio della Regione Piemonte.
La domanda di presentazione è stata redatta insieme all’Associazione Confesercenti di Torino e Provincia che, insieme ai comuni, ha sottoscritto l’accordo necessario per la presentazione del dossier. Oltre ai comuni e all’associazione di categoria del commercio, la partecipazione al bando è stata supportata da altri importanti soggetti del territorio, tra cui CNA, Camera di Commercio di Torino e altre realtà all’interno dell’ambito territoriale del Distretto.
Qualora il Distretto venisse selezionato, la Regione Piemonte finanzierà con un contributo dell’80%, per un massimo di 20.000 euro, le spese da sostenersi nei quattro mesi successivi alla pubblicazione della graduatoria, che porteranno alla definizione di un modello di governance del distretto e alla stipula di un protocollo di intesa che sancirà la nascita del Distretto e che vedrà coinvolti tutti i soggetti che hanno manifestato l’interesse alla misura (circa 20 fra Associazioni Commercianti, ProLoco, Associazioni culturali, ristoratori e privati).
Il Distretto avrà una durata minima di tre anni e sarà uno strumento di sintesi delle realtà pubbliche e private che andranno a definire una politica condivisa del piano strada dell’ambito scelto e che ha nel commercio l’elemento centrale ma anche l’attivatore di politiche di promozione e sviluppo del territorio.
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Io penso che sia una iniziativa poco utile e fuori tempo massimo.
La desertificazione commerciale iniziata lentamente ma inesorabilmente in tutti i piccoli centri si è ulteriormente aggravata e incancrenita negli ultimi 10 anni. Degrado urbano, indifferenza ad appelli e proposte (molte volte a costo zero e forse proprio per questo giudicate poco interessanti da parte degli enti riceventi ), desiderio di fare ” sistema” e quindi a perdere anni preziosi in burocrazia e attesa di bandi sommati assieme hanno dato il colpo di grazia.
Ora , credo sia tardi e non sarà l’ ennesimo bando a recuperare una situazione irreversibile.
Non è chiaro, inoltre , capire come siano conciliabili comuni commercialmente diversi fra di loro. Alcuni comuni sviluppatisi nei secoli in modo nastriforme sulla strada maestra ( già Via Francigena ) e quindi ricchi di locali commerciali e di somministrazione ( ora tristemente vuoti e polverosi) con Comuni relativamente recenti sorti su una piazza priva di un passato importante o sommatoria di borgate e frazioni sparse e nei secoli ognuna con una propria realtà commerciale.
Alcuni comuni hanno grandi potenzialità per la loro forma urbana, accesso, presenza e/o vicinanza della stazione ferroviaria, altri per monumenti e percorsi turistici ,altri ancora per la presenza di seconde case. Altri, secondo me si devono accontentare di essere dei tranquilli bei paesi dove abitare, ma voler a tutti i costi che tutti siano a vocazione residenziale, commerciale, ambientale , turistica ecc. ecc. è una cosa assurda e miope.
Facendo così , i paesi con più potenzialità vengono ” frenati ” da un concetto ormai vecchio fatto di attesa di bandi che paionoi premiare con un punteggio più alto le candidature con molti fogli, dossier spessi una spanna ridondanti di frasi sempre uguali e possibilmente con la firma di tanti, tanti, tantissimi Sindaci.
Quasi sempre le idee migliori necessitano di pochi soldi e di una visione apparentemente “egoistica” proprio perchè dovrebbero avere gambe immediatamente e non perdersi in eterne riunioni, consulenze e condivisioni con i territori vicini.
La stessa denominazione scelta per il nascente distretto diffuso del commercio ” Sacra di San Michele e bassa valle di Susa” dimostra quanto poca conoscenza pratica si abbia verso il commercio reale, l’ importanza di creare flussi e transiti che motivino i potenziali acquirenti/clienti/consumatorie ad andare verso un luogo anzichè in un altro. Anche solo la più pragmatica lettura geografica del territorio in esame ( altimetrie, viabilità, motivi attrattori, esposizione al sole, distanza tra un paese ed un altro ecc.) dimostra come la strada intrapresa sia poco realistica.
Mauro Galliano