VALSUSA, ANCORA PROBLEMI PER CHI SI CURA A BRIANÇON: L’ASL FACCIA UN ACCORDO PER AIUTARE CHI VIVE IN VALLE

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La direttrice dell’Asl To3 Franca Dall’Occo e l’ospedale francese di Briançon

di FABIO TANZILLI

BRIANÇON – Continuano ad esserci problemi organizzativi tra l’ospedale di Briançon e l’Asl To3, per quanto riguarda il riconoscimento e rimborso delle spese sanitarie per le visite, esami oppure prestazioni effettuate dai residenti in Valsusa nel vicino ospedale francese. Il tutto va a danno dei cittadini della Valsusa, soprattutto di chi vive vicino al confine e ha sempre usufruito dei servizi sanitari anche in Francia (quando fa comodo, ci si dimentica che siamo nell’Unione Europea e non rappresenta uno scandalo – per chi vive in alta Valsusa oppure nella media Valsusa, curarsi a venti/quaranta chilometri da casa in Francia, piuttosto che viaggiare per ottanta chilometri fino a Rivoli oppure Torino per avere servizi sanitari essenziali).
Nei giorni scorsi una lettrice di Bardonecchia ci ha informato che ha dovuto accompagnare suo padre al pronto soccorso di Briançon, fortunatamente non è stato nulla di grave, ma dovrà tornare per un controllo tra dieci giorni. “Ero convinta che la convenzione fosse ancora in vigore, quindi è stato un po’ sorprendente dover pagare 220 euro alle dimissioni. Mi chiedo quanto sarebbe stato il totale in caso di ricovero oppure di operazione” chiede la valsusina.
A questa domanda dovrebbe rispondere l’Asl To3, e la risposta non può essere quella che avrebbe dovuto fare ottanta chilometri per portare il genitore anziano al pronto soccorso di Rivoli (perché purtroppo sovente al pronto soccorso dell’ospedale di Susa non ci sono a disposizione tutti i servizi e gli strumenti necessari per le cure d’urgenza).
Proprio due sere fa, infatti, a una giovane mamma in gravidanza di Susa è stato indicato di andare direttamente al pronto soccorso di Rivoli per fare l’ecodoppler e farsi visitare, visto che a Susa non c’era il ginecologo.
Pertanto, in attesa che a livello nazionale ci sia un nuovo accordo tra governi per rinnovare la convenzione transfrontaliera oppure che a livello regionale del Piemonte parta la realizzazione del nuovo progetto Interreg (forse a settembre ci sarà l’approvazione, ma i cui tempi sono chiaramente lunghi), sarebbe importante e doveroso che a livello locale ci fosse maggior disponibilità per risolvere il problema dei cittadini, con un dialogo reale tra Asl To3 e ospedale di Briançon per trovare una soluzione provvisoria e concreta (si fanno convenzioni e si firmano accordi su tutto, strano che non si faccia in questo caso). E quindi nel riconoscere le spese dei cittadini della Valsusa che fanno le cure al confine francese, almeno per agevolare dal punto di vista burocratico le operazioni a beneficio dei cittadini italiani, senza che debbano pagarsele di tasca propria, oppure agevolando le pratiche del modulo per il riconoscimento delle spese sanitarie estere.
Non dimentichiamo che spesso e volentieri, ad esempio, chi deve fare delle visite oppure degli esami in Valsusa deve aspettare circa un anno, con liste di attesa lunghissime, obbligandosi così ad andare, guarda caso, nelle cliniche private. La scorsa settimana a inizio giugno, per prenotare una normale visita all’allergologo per un bambino di Oulx di undici anni, dal Cup è stato risposto che il primo posto disponibile era nel mese di marzo del 2024 a Torino.
Soprattutto tenendo conto che chi vive in alta Valsusa, da Bardonecchia a Oulx, da Claviere a Sauze d’Oulx, è più vicino all’ospedale transalpino di Briançon piuttosto che scendere fino a Rivoli oppure a Torino. La cosa più logica sarebbe puntare e potenziare davvero l’ospedale di Susa, ma le difficoltà sono dovute al fatto che nel corso degli anni l’ospedale di Susa è stato al contrario impoverito di servizi sanitari, strumenti e personale sanitario proprio da chi è a capo della sanità pubblica, a partire dal punto nascite e non solo. L’ospedale di Susa fa già tantissimo con gli strumenti che gli sono rimasti, ma non si possono pretendere miracoli.
La scelta di politica sanitaria è stata quella di puntare sull’ospedale di Rivoli, ma non si può far finta di nulla e dimenticare che la Valsusa non finisce ad Avigliana, ma arriva fino a a Bardonecchia e Sestriere. Parliamo di medici, infermieri, reparti, strumentazioni diagnostiche per fare esami puntuali, pronto soccorso, ecc.. Quindi non parliamo di sportelli o ambulatori aperti una volta alla settimana, interventi edilizi strutturali oppure operazioni “vetrina”.
È chiaro che per risolvere il problema non si possono aspettare i tempi lunghi dell’approvazione (forse a settembre) e soprattutto della realizzazione del nuovo progetto europeo Interreg, che ha l’obiettivo di regolare l’assistenza sanitaria transfrontaliera.
E neanche limitarsi a dire – come fatto recentemente dall’Asl To3 – che “per ricevere assistenza sanitaria in qualsiasi Paese estero devono far riferimento alla normativa nazionale ed europea”. Perché non siamo a Milano oppure a Taranto: questo è un territorio alpino e di frontiera. Non stiamo parlando di cittadini che per sfizio oppure per capriccio vanno a curarsi in Norvegia oppure in Brasile, ma di valsusini che vivono a venti/trenta chilometri dall’ospedale di Briançon.
In un recente incontro tenutosi a fine maggio tra la dirigenza Asl e i sindaci dell’alta Valsusa, erano state fornite risposte che ci permettiamo di definire surreali e poco concrete. Mentre è chiaro che ci vuole un passo in avanti in più e la reale volontà di risolvere il problema e quindi di fare un accordo, un’intesa, un protocollo almeno provvisorio tra l’Asl To3 e l’ospedale di Briançon.
Come si può pensare, soprattutto per i casi di urgenza e pronto soccorso, ma non solo, che il valsusino che vive in media oppure alta Valsusa e abbia bisogno di cure “richieda l’autorizzazione preventiva all’Asl, tramite apposito modulo, accompagnato da prescrizione del medico curante, su cui sarà indicata la classe di priorità?”.
“La domanda potrà essere rifiutata – aveva specificato in quell’incontro l’Asl – qualora sul territorio aziendale si riuscisse a garantire la prestazione entro i tempi definiti dalla classe di priorità indicata sulla prescrizione medica. In questo ultimo caso, l’Asl si impegna a comunicare al cittadino sede e orario dell’appuntamento presso le proprie strutture. In caso di accettazione della domanda il paziente anticipa i costi della prestazione alla struttura estera secondo il tariffario ivi vigente, e successivamente ottiene il rimborso dell’Asl sulla base delle tariffe italiane, al netto del ticket, presentando la fattura pagata”.
In sostanza, l’appello è semplice, chiaro: cara Asl To3, fai uno sforzo e apri un tavolo con l’ospedale di Briançon per agevolare i cittadini della Valsusa. Le possibilità reali ci sono, basta la volontà (e che magari i sindaci del territorio, da Susa a Sestriere, da Bardonecchia a Cesana Torinese, si muovano in tal senso per sensibilizzare l’azienda sanitaria e la Regione).

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7 COMMENTI

  1. Le priorità di questo governo sono i rave, i bambini con due mamme o due papà, lasciare tranquilli gli evasori, progettare all’infinito il ponte sullo stretto e il codice della strada. Non hanno mica tempo da perdere con la sanità.

  2. Ma i sindaci alta valle, i comuni consorzio via lattea, quelli che raccontano le balle di un avveniristica club Med in arrivo, quelli ” sindaci demeriti” che montano i gazebo di forza Italia, gli eredi dispersi di Osvaldo Napoli, quelli della cittadinanza onoraria a Bassetti, ma se uno schiatta a Sauze non gliene importa, ma tutto ciò è causa di un popolino di pseudo montanari, pronti a corrergli dietro come pecore, e giustamente i 6 lupi che comandano il territorio se li pappando a colazione.

  3. Il buon Tanzilli ha fatto un quadro pietoso e penoso della nostra sanità di valle.
    Tutto giusto, ma la colpa di chi è? Sindaci che non vanno oltre il loro campanile?
    Dirigenti della nostra asl che non sanno che dovrebbero erogare sanità e non pittare e tagliare nastri di strutture vuote.
    La valle ha sopporto un direttore che non ha combinato niente, ora al comando é tornato il precedente direttore, dismesso dalla provincia di Asti.
    Il direttore sanitario precedente, fautore del day service materno che ha sostituito la nostra ostetricia, che ha tagliato nastri che il suo mentore ora sparito dalla sanità pubblica, ora é con le sue grandi competenze al servIzio dell’ospedale di Orbassano.
    Ma a noi valsusini non è rimasto niente, se siamo di Claviere ci tocca pagare a Briancion o finire nel girone infernale di Rivoli, dove le cose in pronto soccorso sono così da prima del Covid ed ora sono anche peggio.
    Vediamoci al prossimo taglio di nastro per la ristrutturazione della vecchia ala dell’ospedale di Susa.
    Altri metri cubi dedicati ad uffici e nulla più….

  4. Riguardo all’anno di attesa…
    Non è un problema solo dell’alta Valle anche ad Avigliana per una visita maggio/giugno 2024….

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