VALSUSA, LA BEFFA DEL TAV CHE “PORTA LAVORO”: LICENZIATI 36 OPERAI A CHIOMONTE

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di FABIO TANZILLI

CHIOMONTE – Ce lo ripetono da anni: “La linea Tav porterà lavoro in Valsusa”. Fosse vero… Oggi è la festa di Santa Barbara, ma i 36 lavoratori del consorzio La Maddalena che operavano da anni al cantiere di Chiomonte non hanno nulla da festeggiare: sono stati appena licenziati. E il 90% di loro sono residenti in Valsusa.
Il 30 novembre hanno terminato l’attività, si è concluso l’appalto per la costruzione delle nicchie del tunnel geognostico. Venerdì 1 dicembre è entrato in cantiere il nuovo gruppo di imprese, che ha vinto la nuova gara da 1 miliardo di euro per la costruzione del tunnel di base: l’Itinera del gruppo Gavio (che possiede anche l’autostrada A32 e il tunnel del Frejus), con Spie Batignolles e Ghella.
E per i 36 lavoratori (34 operai e 2 impiegati) valsusini è giunto il capolinea: non c’è bisogno di voi, grazie e arrivederci (forse). Nel frattempo le nuove opere di questi primi mesi sono stati affidate a varie ditte in subappalto, con poco personale impiegato e senza la riassunzione dei lavoratori “storici”. Solo tra due anni, forse nel 2025, si arriverà all’occupazione di 700 operai assunti in cantiere a Chiomonte, con il picco di attività. Dal sindacato spiegano che era stato promessa la riassunzione di circa 15 operai a dicembre, ma in realtà ad oggi, solo in 2 potranno tornare a lavorare nel tunnel della Maddalena da gennaio.
Il 14 dicembre si terrà un incontro per tentare di risolvere il problema, e garantire la riassunzione graduale dei 36 operai: riunione a cui parteciperanno i sindacati, Telt e le nuove imprese che hanno vinto l’appalto. Ma è un caso che si ripete: già nel 2017, quando erano terminati i lavori del cunicolo geognostico di 7 km e a seguito del successivo blocco dei lavori, erano stati mandati a casa. Il tutto fino al 2021, ma si tratta di lavoratori che operano al cantiere di Chiomonte da sempre, fin dall’apertura. E soprattutto in questo caso non c’è stato nessun blocco del cantiere, bensì i lavori dovrebbero ampliarsi.
Piccola domanda, forse banale: per evitare queste beffe, trattandosi di un cantiere che dovrebbe avere anche delle valenze di ricaduta sociale (come ci raccontano), non sarebbe opportuno che Telt inserisse nei bandi di gara per la costruzione della linea Tav l’obbligo e l’impegno – da parte delle imprese vincitrici – di riassumere il personale già operante nel cantiere (se non totalmente, almeno del 50%)?

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11 COMMENTI

  1. Le grandi opere e i cantieri faraonici nella storia non hanno mai portato ricchezza diffusa e stabile sui territori coinvolti. Finiti i cantieri vengono snobbati e abbandonati dagli investitori in quanto aree degradate e inospitali. Infatti le alte cariche politiche e istituzionali che impongono le grandi opere nel nome del progresso non hanno mai investito in quei territori. I casali, le ville d’ epoca, i mega attici e gli agriturismi di proprietà delle loro famiglie si trovano sempre in luoghi ameni ben distanti da austostrade, svincoli, gallerie, linee tav, porti commerciali. Lor signori sanno che si vive male in quei luoghi e mica sono scemi a investire lì i loro risparmi. Predicano bene e razzolano malissimo . Comodo blaterare da Portofino, Capalbio, Maremma, Città della Pieve, Piancastagnaio, Langhe e Roero ecc. ecc. pretendendo di convincere che vivere con le grandi opere attaccate al sedere sia una opportunità da non perdere !! Predicano bene e razzolano malissimo . Anime perse che godono , snobbano a causano il mal vivere altrui. Accetto invece e rispetto molto chi è favorevole ai grandi cantieri per spirito comunitario , di posti di lavoro, progresso ecc. ecc. e li vive quotidianamente con i propri affetti e le case di proprietà. Loro sono un esempio di coerenza e di spirito di sacrificio.

  2. Il cantiere per definizione è una attività in una area delimitata nello spazio e nel tempo. Finito il cantiere, finito il lavoro. Con buona pace di chi credeva di lavorare in eterno nello stesso cantiere a due passi da casa (a meno che non diventi una nordica SA-RC).
    PS chi vende migliaia di posti di lavoro per il TAV omette (consapevolmente?) che saranno, per forza di cose, temporanei.

  3. Ma si pensava che la TAV fosse il babbo natale.?gli appalti seguono le regole di mercato vince chi fa il lavoro a minor prezzo,a conseguenza e che a pagare sono i soliti poveracci. Questa è dimostrazione che l tav oltre a essere assolutamente inutile, ignora completamente le aspettative e necessita di lavoro dei valsusini. Anche se non piace il movimento no Tav è 30 anni che ribadisce gli stessi concetti

  4. Esempio, anche nella nettezza urbana, scadono gli appalti, ma chi subentra nel nuovo appalto,si prende anche le maestranze. Invece nella grande opera strategica, che non toglierà nessun tir dalle strade, (come tutte le tav d’Italia e di Francia sono solo per il trasporto passeggeri , è sempre bene ricordarlo), alla fine dell’ appalto, le maestranze possono togliersi la polvere di granito dalle tute e salutame asorreta.

  5. Noi poveri mortali ci si aspettava un commento che ci desse qualche speranza sui migliaia di posti di lavoro, sul benessere, sulla prosperita’ che il TAV ci dovrebbe portare. Purtroppo ne il Merovingio e neanche il buon Virano dall’aldila’ ci degnano di uno sguardo.

  6. Dai! Che arriva l’ ecoval del signorotto locale a rimetter a posto la situazione! Ah no, vero. Venne inquisita per infiltrazioni.
    Peccato! Dallo sci al cemento vi è una bennata di distanza… anzi! Conoscenze e giri loschi!

  7. Beh pulotti , neri e canarini ( non offendetevi) il lavoro lo hanno !
    Degli operai chi se ne importa? !
    FFOO mettere dei wurstel bavaresi nei vostri lancialacrimogeni.

  8. Suggerisco far assumere questi lavoratori licenziando qualcuno che era nella giunta Appendino che votó a favore della mozione si-tav…

  9. L’incoerenza di fondo di questo mozzicone di Lyon – Turin (tunnel di base) è la contraddizione intrinseca tra business ad alta redditività e business ad alta intensità di manodopera.
    Essendo quest’opera, innanzitutto, un business per accaparrare profitti è stato fin dall’inizio ipocrita promettere occupazione ed ancor più prometterla stabile nel tempo.

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