A GIAVENO LO SPORTELLO PSICOLOGICO

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dalla CITTÀ DI GIAVENO

GIAVENO – Nell’ambito del progetto “Resta a casa…a Te ci pensiamo noi” l’Associazione “Semi di speranza” e il Comune di Giaveno hanno attivato un servizio di supporto psicologico rivolto a tutti coloro che in questo momento si trovano a vivere una situazione di disagio emotivo. L’iniziativa è svolta grazie al contributo della Fondazione San Paolo e coinvolge diversi professionisti psicologi del territorio.

Per usufruire del servizio è necessario contattare il numero telefonico 324-6180031 il mercoledì e il venerdì dalle ore 9 fino alle 12. È possibile inviare un messaggio Whatsapp per essere richiamati e fissare un appuntamento con un professionista in altri orari oltre a quelli indicati.

L’Associazione “Semi di speranza” e il Comune hanno scelto i professionisti in base alle loro manifestazioni di interesse e li hanno contattati per una progettazione condivisa rispetto alle modalità di gestione del servizio.

Sulla base del numero degli specialisti coinvolti e delle risorse a disposizione è stato individuato in quattro il numero di colloqui da poter rivolgere a ogni cittadino richiedente. Il costo dei colloqui è sostenuto grazie al finanziamento ottenuto e pertanto la consulenza sarà gratuita per l’utenza.

Nel caso in cui l’utente dovesse avere bisogno di una presa in carico per la presenza di un significativo disagio emotivo potrà ottenere dai professionisti coinvolti indicazioni per contattare i servizi sanitari del territorio o continuare la consulenza in ambito privato con l’operatore che ha accolto la domanda ad un costo calmierato e preventivamente concordato.

Si presume che tutte le iniziative legate al progetto “Resta a casa….a te ci pensiamo noi” dureranno fino a dicembre, considerato che è probabile che alcune situazioni di disagio permarranno.

“Sappiamo che le famiglie hanno vissuto momenti di difficoltà estrema, non soltanto economica ma spesso anche di ansia, frustrazione, preoccupazione per il futuro, gestione della famiglia in modalità diverse – commentano il sindaco Carlo Giacone e l’Assessore alle Politiche Sociali Concetta Zurzolo – Per alcuni le preoccupazioni legate alla sopravvivenza, alle spese da pagare, alle incognite per il futuro si sono trasformate in depressione, nervosismo, irascibilità. Altri, più fortunati perché hanno potuto continuare a lavorare da casa, hanno subito comunque dei cambiamenti nelle loro routine e si sono trovati magari a dover condividere spazi piccoli. Ancora, al rientro alle proprie attività c’è chi ha manifestato la sindrome della capanna, ovvero la difficoltà a lasciare la propria abitazione, e ciò vale in particolare per adolescenti e anziani. In tutto questo, non dobbiamo dimenticare chi la malattia l’ha vissuta da vicino perché contagiato o perché ha avuto un parente malato, e tutti coloro che non hanno potuto far visita ai parenti in questo lungo periodo. Insomma, c’è di certo bisogno per tante persone, forse già più fragili anche prima della pandemia, di un aiuto psicologico per ripartire e lasciarsi questo periodo alle spalle. Come Comune siamo felici di poter dare questo servizio anche a coloro che non possono permetterselo come costo”.

MAGGIORI INFORMAZIONI SUL PROGETTO FINANZIATO DALLA FONDAZIONE COMPAGNIA DI SAN PAOLO

Il progetto “Resta a casa….a Te ci pensiamo noi” è stato finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo all’interno del bando “Insieme andrà tutto bene”. È risultato vincitore insieme ad altri 123 su un totale di 521 progetti presentati fra Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta ed ha ricevuto 20.000 euro (la richiesta massima era 25.000 euro).

Il progetto è stato redatto dall’APS Oratorio Semi di Speranza in sinergia con i Comuni di Coazze, Giaveno e Valgioie. Vi hanno aderito anche l’Unione Comuni Montani ValSangone e le associazioni di Protezione Civile, Forum di Protezione Civile della Val Sangone, Caritas, Croce Rossa, Omega Onlus, Nuova Pro Loco di Giaveno, Auser e Maria Madre della Provvidenza Onlus.

I DETTAGLI DEL PROGETTO “IO RESTO A CASA….A TE CI PENSIAMO NOI”

Si tratta di aumentare i servizi a disposizione di persone sole o con situazioni di disagio, non soltanto per il disbrigo di commissioni o spesa ma anche per una corretta informazione riguardo alle pratiche da seguire nell’emergenza e un primo sostegno psicologico. Oltre alle categorie che vivono difficoltà di tipo economico o relazionale o di handicap, si aggiungono oggi le persone che sono state poste in isolamento a causa del Coronavirus oppure che hanno/hanno avuto parenti ospedalizzati o in isolamento. Per alcuni di questi, potrebbe essere necessaria la fornitura dii ausili per la comunicazione (es. PC, tablet e telefoni).

Con l’attivazione di Comune, Asl, Servizi socio-assistenziali, soggetti del terzo settore e operatori economici come possono essere i piccoli negozi di borgata, il progetto permette anche di verificare se vi sono persone finora sconosciute ai servizi che possono avere bisogni.

In questo senso, sono stati predisposti dei questionari che il personale volontario ha sottoposto e continua a sottoporre alle persone con cui entra in contatto, per verificarne le richieste e i bisogni. I volontari sono anche chiamati a stendere una “relazione” sulle persone che incontrano e che ad esempio manifestino esigenze di sostegno psicologico, emotivo, di formazione e di igiene (anche se non lo esprimono direttamente).

 

 

 

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