AVIGLIANA, 4 DONNE PERSERO UN OCCHIO: OLTRE MEZZO MILIONE DI RISARCIMENTI

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AVIGLIANA – Saranno risarcite le quattro donne che nel 2017, a seguito di un intervento alla cataratta presso la Casa della Salute di Avigliana, contrassero un’infezione che portò alla perdita della vista da un occhio. Ad emettere l’ordinanza venerdì 17 gennaio è stato il giudice del tribunale di Torino, Stefania Tassone.

Il giudice ha stabilito che il chirurgo – di Rivoli – che eseguì gli interventi e la società affidataria del servizio, dovranno risarcire le vittime con 504.497,86 euro. Oltre mezzo milione che verrà suddiviso tra le quattro donne in modo proporzionale al danno subito. A tale cifra si aggiungono le spese per le perizie mediche e le spese legali.

Secondo l’accusa, le operazioni di cataratta effettuate il 9 maggio 2017 provocarono la cecità da un occhio alle quattro donne rispettivamente di 51, 79, 81 e 82 anni: tutte pazienti nell’ex ospedale di Avigliana. Secondo la procura di Torino, quel giorno il medico avrebbe violato le procedure sanitarie durante gli interventi, eseguiti tutti nell’ambulatorio Asl.

Inoltre non avrebbe somministrato alle pazienti le corrette terapie antibiotiche. L’oculista non è un dipendente dell’azienda sanitaria, ma un libero professionista che operava nell’ex ospedale tramite una convenzione tra la sua la società e l’AslTo3.

Il giudice Tassone ha ritenuto l’Asl To3 non condannabile ed è stata perciò scagionata, poiché il servizio chirurgico per le cataratte era affidato in gestione ad una società privata, a cui era affidato il compito di assicurarsi che locali e attrezzature utilizzati fossero in condizioni idonee ad eseguire le procedure mediche.

Le società assicuratrici hanno rigettato la richiesta di risarcimento e a pagare sarà il medico e la sua società.

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2 COMMENTI

  1. Operate in un ospedale pubblico. Il quale al suo interno si affida ai privati sollevandosi dai rischi. E le pazienti difficilmente saranno risarcite. Condotta che pregiudica l’affidabilità e l’autorevolezza del servizio pubblico. Meschini e canaglie.

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